Missioni Consolata - Aprile 2002
P orto Alegre. Belga, classe 1925, primo di 14 figli, François Houtart è direttore del «Centro Tricontinentale» di Lauvain (Lovanio), in Belgio. Il centro accoglie ricercatori prove- nienti da tre continenti: America Latina, Africa ed Asia. Si fanno ri- cerche nei campi della sociologia, della cultura e della religione. Quella delle grandi collaborazio- ni internazionali è una caratteristi- ca di Houtart, che è anche segreta- rio del «Forum mondiale delle al- ternative» e membro del comitato organizzatore del Forum di Porto Alegre. Lo incontriamo in una delle grandi sale della «Pontificia uni- versità cattolica» (Puc), mentre, se- duto in prima fila, è in attesa del- l’inizio di una conferenza. Professor Houtart, siamo ve- nuti da tutto il mondo per capire se «un altro mondo è possibile». Ma, sia sincero, in questi tempi parlare di alternative è realistico? «L’alternativa esiste ed è con- creta. Il problema è che, oggi come og- gi, non c’è la volontà politica per at- tuarla. D’altra parte, le 60.000 per- sone giunte da tutto il mondo per questo secondo Forum di Porto Alegre sono a dimostrare che la vo- glia di cambiamento c’è ed è forte». Nella coloratissima e festosa sfi- lata per le vie di Porto Alegre i ma- nifestanti scandivano slogan con- tro le istituzioni internazionali: Fondo monetario (Fmi), Banca mondiale, Area di libero com- mercio delle Americhe (Alca), Or- ganizzazione mondiale del com- mercio (Wto). Anche alla luce del- la recente riunione di Doha, quale aspetto di quest’ultima le sembra più deplorevole? «Penso alla proprietà intellettua- le, difesa con i denti dalle industrie farmaceutiche. Un mio fratello la- vora nel campo farmaceutico. È un esperto internazionale di processi di fabbricazione. Non ha idee so- cialiste, tutt’altro. Alcune volte è stato mandato a Cuba e mi ha det- to: “Cuba è molto più efficiente nella ricerca scientifica di un paese capitalista. Hanno 40 laboratori e, quando uno di essi scopre una co- sa nuova, immediatamente lo co- munica agli altri. Allora si fa una riunione per capire quale labora- torio è più efficiente per continua- re l'investigazione. Nel mondo ca- pitalista la prima cosa che si fa è chiedere il brevetto per fare dena- ro. La privatizzazione della ricerca scientifica serve a giustificare il profitto di pochi. L’alternativa è che la ricerca scientifica sia un set- tore di competenza pubblica, so- stenuto con soldi pubblici. Per il vantaggio della collettività e non a servizio delle multinazionali...». Ma le industrie si giustificano di- cendo che se non c’è la proprietà dei brevetti, si frena la ricerca... «Mi viene in mente l’inventore dei “raggi X” (Wilhelm Conrad Röntgen, 1845-1923, premio No- bel per la fisica nel 1901, ndr ), che si rifiutò di brevettare la sua sco- 37 APRILE 2002 CONSOLATA MI SS IONI 2 - Sulle strade dell’alternativa «Lasciamo il pessimismo per tempi migliori» Se questo mondo non può andare avanti così, esiste un’alternativa credibile? Sono seri i movimenti di contestazione che si stanno diffondendo a Nord come a Sud? Meglio continuare sulla strada segnata dai leaders dell’economia mondiale riuniti nel «World Economic Forum» di Davos? O raccogliere le sfide e le alternative proposte dai rappresentanti della società civile raccolta nel «World Social Forum» di Porto Alegre? Di tutto questo abbiamo parlato con il professor Houtart, sacerdote, già «collega» di Carol Wojtyla e amico di Helder Camara. di Paolo Moiola (continua a pagina 40)
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