Missioni Consolata - Aprile 2002

32 APRILE 2002 CONSOLATA MI SS IONI SE ANCHE SOROS HA DEI DUBBI... Anche in economia ci sono dei periodi storici. Ora stiamo passan- do da un periodo neoliberale a un periodo neoclassico. Persino gente come George So- ros , il più noto finanziere-specula- tore del mondo, è a favore di una regolazione del capitale finanziario. Ci si è resi conto dell’insostenibilità delle continue crisi finanziarie nel- l’Asia del sud-est, in America Lati- na (ultima in ordine di tempo, l’Ar- gentina), in Russia; si è visto che in ogni parte del mondo la povertà aumenta così come le distanze so- ciali. Tutto ciò è pericoloso per il si- stema. ADoha (novembre 2001), inQa- tar, i paesi poveri del Sud si sono coalizzati; c’è stata anche una con- vergenza dei movimenti sociali, da Seattle a Genova. Si cominciano a fare delle concessioni, ma non tan- to per risolvere i problemi, quanto per salvare il capitalismo. DAL GATT ALL’OMC Il Gatt (in italiano, «Accordo ge- nerale sulle tariffe e il commercio») era l’organizzazione fondata dopo la seconda guerra mondiale (1947), accanto alla Banca mondiale e al Fondo monetario internazionale, nell’ambito degli accordi di Bret- tonWoods, dal nome della piccola città degli Stati Uniti dove furono prese tutte queste decisioni. Il Fondo monetario nacque per regolare gli scambi fra paesi, ri- spettando gli equilibri della bilan- cia dei pagamenti; la Banca mon- diale per finanziare, in un primo tempo, la ricostruzione dei paesi europei dopo la guerra e, poi, lo sviluppo nei paesi poveri; il Gatt per liberalizzare il commercio. Ma tutto questo accadde in una deter- minata situazione economica. Tra il 1970 e ’75 abbiamo ciò che viene chiamato il «Consenso di Washington», che è un accordo tra multinazionali, la Banca centrale americana, il Fondo monetario e Banca mondiale per orientare l’e- conomia mondiale in un senso neo- liberista. Questo ci porta ad un al- tro passaggio storico, che è il pas- saggio dal Gatt all’Organizzazione mondiale del commercio (nata il 1° gennaio 1995, ma dopo anni di di- scussioni). I principi centrali del Gatt erano tre: primo, che ci fosse lo stesso trattamento per ogni paese; secon- do, che non esistessero discrimina- zioni nelle tariffe; terzo, che tutti i beni provenienti da un altro paese avessero gli stessi diritti delle pro- duzioni interne, compresi gli inve- stimenti. Come si vede, era l’appli- cazione della teoria neoliberale, do- ve il mercato diventa il regolatore e il motore di tutte le attività eco- nomiche . Una simile teoria non ha alcuna verifica scientifica. In effetti, se noi prendiamo semplicemente il perio- do del secondo dopoguerra, vedia- mo che le economie più sviluppate sono quelle che hanno protetto la loro economia e non quelle che si sono aperte, anche se quello era uno stato provvisorio. L’espansio- ne del commercio non è una causa del progresso e dello sviluppo eco- nomico, ma una conseguenza. Dunque, siamo partiti da una defi- nizione che non corrisponde alla realtà. Ci sono state molte discussioni durante i differenti rounds (i mo- menti di negoziazione all’interno dell’organizzazione, ndr ) del Gatt. In realtà, i paesi più ricchi evade- vano in maniera considerevole gli accordi firmati, ma poi le uniche sanzioni venivano date proprio dai paesi ricchi, in particolare dagli Sta- ti Uniti, in funzione della loro defi- nizione, per esempio, dei diritti umani. Negli ultimi 10 anni ci sono stati dei cambiamenti profondi. C’è sta- to un declino dei paesi in via di svi- luppo a causa della crisi del debito; c’è stata la caduta del socialismo reale; ci sono stati alcuni paesi del Terzo mondo che sono entrati nel gioco del neo-liberalismo, indebo- lendo la posizione collettiva dei paesi del Sud. Da qui tutta una serie di disegua- glianze che si sono ricostruite e una limitazione progressiva delle pro- tezioni dei paesi più deboli. Il Wto è andato molto più in là del Gatt, entrando in nuovi settori come quelli della proprietà intellettuale . Oggi c’è la possibilità, per le eco- nomie più potenti, di dichiarare la proprietà intellettuale nei confron- ti delle scoperte scientifiche che vi- ceversa dovrebbero essere un bene comune dell’umanità. FARMACI E PRODOTTI AGRICOLI Tutti conoscono il caso del Su- dafrica , dove 32 imprese farma- ceutiche mondiali denunciarono il governo locale perché voleva com- prare o produrre farmaci generici contro l’Aids. Meno noto è il caso del Vietnam dove, fino a pochi anni fa, la mag- gioranza della domanda di farmaci era soddisfatta attraverso la picco- la industria locale. Con l’apertura del mercato sono arrivate le multi- nazionali farmaceutiche. Queste potevano fare tutta una serie di of- ferte che non potevano fare le in- dustrie locali. Il risultato è che og- gi il 60% delle medicine vendute nelle farmacie del paese sono di Un momento dell’assemblea dedi- cata al «bilancio partecipativo», peculiarità del governo di Porto Alegre e Rio Grande Do Sul.

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