Missioni Consolata - Aprile 2002
strillare: «Mamma, è quello l’uomo». Il cliente non capiva la lingua della bimba e la madre ebbe tutto il tem- po per farlo arrestare; ma, portato in tribunale, il rapitore fu assolto per mancanza di testimoni. Per varimesi non si registrarono al- tre scomparse. L’estate scorsa, dopo che padre Flavio ebbe lasciato Sago, gli anziani tornarono alla carica. «Ho avuto in mano la lista di 40 giovani, di vari villaggi, candidati al sacrificio - racconta padreZaccaria -. Dodici di essi erano di Sago. Sono fuggiti per scampare al pericolo. Appena avuto sentore di ciò che si stava macchi- nando, abbiamo ripreso amartellare tutte le comunità. Ora non si sente più parlare di questo barbaro costu- me. Ma fino a quando?». La pressione sociale e culturale de- gli anziani, custodi accaniti delle tra- dizioni, è così forte che anche i cri- stiani stentano a scrollarsi di dosso ta- le mentalità. «La prima volta che il vescovo venne a Sago per le cresime - continua padre Zaccaria - uno dei fedeli gli domandò come dovesse comportarsi un cristiano di fronte al sacrificio del capretto. E si sforzava di chiarire il suopensiero, finché il ve- scovo disse: “Ho capito, ho capito! Parli d’un capretto a due zampe”». Nelmarzodel 1993, aBéoumi, nel- la regione natale del presidente Boi- gny, il 55enne missionario francese Adrien Jeanne fu trovato morto con la gola squarciata: gesto rituale dei sa- crifici umani. Corse voce che il delit- to fosse legato alla salute del presi- dente, ormai spacciato da un tumo- re: uno stregone avrebbe sentenziato che solo il sangue di un uomo bian- co e vergine avrebbe potuto salvare la vita al presidente. Inutile ricordare che il presidente morì lo stesso anno. Tuttavia la dice- ria dimostra che, nonostante tali fat- ti siano condannati dalla legge come crimini, la mentalità è radicata su scala nazionale, nella polizia e nelle istituzioni che dovrebbero difende- re la vita, fino ai livelli più alti della società avoriana. PARTIRE DAI GIOVANI Cosa fare per liberare la gente da paura, superstizione, magia e altri e- lementi culturali negativi? I missionari s’interrogano e pro- pongono qualche priorità. «Bisogna cominciare dai giovani: sono loro il futuro della chiesa e del paese» af- ferma padre Victor, incaricato della formazione giovanile in tutta la par- rocchia. «Fin dai primi incontri nel- le comunità e nei raduni qui al cen- tro - racconta il padre - ho incontra- to difficoltà enormi: moltissimi giovani non sanno né leggere né scri- vere. Ho deciso di cominciare da ze- ro, dalle cose più semplici, coniu- gando formazione religiosa e alfabe- tizzazione». Le statistiche riportano che il 60% della popolazione della Costa d’A- vorio è analfabeta. La percentuale è ancora più elevata nelle zone rurali come Sago, dove esiste solo la scuo- la elementare per 300 alunni, men- tre lamaggioranza dei bambini sono abbandonati a se stessi o costretti a lavorare nelle piantagioni. Per chi volesse continuare gli stu- di, la scuola secondaria più vicina è a Sassandra, 60 km da Sago. Quei pochi che tentano l’avventura, tor- nano a casa frustrati, poiché a Sas- sandra non ci sono possibilità di al- loggio né famiglie disposte ad assu- mersi la responsabilità di seguire i giovani studenti. «Ormai speriamo solonella chiesa; il governo promette molto, ma non realizza niente» confessa il capo Raphael e, rivolgendosi a me, conti- nua: «Ti prego perché, come espo- nente della stampa, faccia conoscere in Europa le nostre necessità e inviti i superiori del tuo istituto a pensare a una scuola cattolica qui a Sago. È vi- tale per il nostro futuro: i quadri esi- stenti qui e a livello nazionale, io compreso, provengono tutti da scuo- le cattoliche». Padre Zaccaria sorride sotto i baf- fi e mi fa una strizzatina d’occhio: promettiamo tutti e due di fare il possibile permantenere vivo tale so- gno e di pregare perché possa presto realizzarsi. Intanto, padri e suore continuano a soddisfare speranze più modeste: nel centro e in varie cappelle hanno già organizzato corsi di alfabetizza- zione per giovani e adulti; tra qual- che mese, quando sarà terminata la costruzione del convento, alcune sale a pianterreno accoglieranno i bambini dell’asilo. Sono iniziative rasoterra, ma indispensa- bili per volare un po’ più alto. Mc Danza di alcune donne burkinabé e un pollo per il visitatore: uno dei tanti segni di ospitalità avoriana.
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