Missioni Consolata - Aprile 2002

MISSIONI CONSOLATA 11 APRILE 2002 BINCE - KOSOVO COSTRUITE 1.000 CASE DA CARITAS ITALIANA D all’autunno 1999 alla prima- vera 2001, la Caritas italiana ha riparato e ricostruito in Kosovo oltre 1.000 abitazioni, dando lavoro e dignità a 10 mila persone. I fondi spesi (oltre 12 miliardi di lire) sono stati raccolti tra numerose dio- cesi italiane. La ricostruzione di case non è un lavoro comune per un or- ganismo come la Caritas ; tuttavia da- re un tetto significa ricostruire il tes- suto sociale disgregato dall’odio e dalla violenza. È stata un’impresa complicata: all’inizio si è faticato per trovare i materiali da costruzione; ma la collaborazione di migliaia di fami- glie colpite hanno facilitato il suc- cesso del progetto. Operai, carpen- tieri... kosovari hanno trovato lavo- ro sono diventati protagonisti del loro futuro. «Grazie alla ricostruzio- ne - racconta Lush Gjergij, parroco cattolico di Bince -, inmolte zone del Kosovo quasi non si notano più se- gni di distruzioni. Ma il lavoro con- tinua, poiché l’emergenza non sarà superata finché ci saranno migliaia di persone e famiglie impedite di re- cuperare, insieme alla propria casa, condizioni di vita normali». (Zenit) GOMA - R. D. CONGO RICOSTRUZIONE DA INVENTARE L a fase dell’emergenza è supera- ta; ma la ricostruzione di Go- ma deve ancora cominciare. Le cifre della catastrofe sono impressio- nanti: i 2 crateri del vulcano hanno e- spulso 200milioni di metri cubi di la- va; 12 persone sonomorte inghiottite dalla lava; 60 per l’esplosione di un deposito di carburante; 40 scuole, in maggioranza gestite dalla chiesa, di- strutte o danneggiate: 24 mila ragazzi senza istruzione e 700 insegnanti di- soccupati. Il 20% delle attività eco- nomiche della città è stato colpito: of- ficine, magazzini, depositi di carbu- rante e parte dell’aeroporto. «Per affrontare la ricostruzione abbiamo bisogno dell’aiuto interna- zionale - dice padre Otondo -. Ma la situazione è complicata dal fatto che la città è in mano alla guerriglia, non riconosciuta dalla comunità interna- zionale. Nessuno intende concedere investimenti fino a quando la situa- zione politica non sarà più chiara». La chiesa si è subito attivata nell’aiu- tare la popolazione attraverso la Ca- ritas e altri organismi cattolici. L’eru- zione è stata l’occasione per dimo- strare l’unità del popolo congolese, diviso in zone controllate da eserciti stranieri e gruppi di guerriglia. La Ca- ritas di Kinshasa ha inviato una dele- gazione aGoma per valutare la situa- zione e mandare aiuti. (Fides) WASHINGTON - USA STATI UNITI: TERZO PAESE CATTOLICO L o rivela il Catholic Almanac del 2002: con 63.683.030 fedeli, gli Stati Uniti è il 3° paese al mon- do col maggior numero di cattolici, che costituiscono il 22,8% della po- polazione, con un leggero aumento rispetto all’anno scorso. Primo è il Brasile, con 140 milioni; secondo il Messico, con oltre 100milioni. Rho- de Island è l’unico stato dell’unione con maggioranza cattolica (63,1%). Altri stati con forte presenza cattoli- ca sono: Massachusetts (47,6%), New Jersey (44,4%), Connecticut (40,6%) e New York (39,7%). (Zenit) RIO DE JANEIRO - BRASILE TEMA QUARESIMA: POPOLI INDIGENI C on la quaresima è stata lancia- ta la 38ª edizione della «Cam- pagna di Fraternità», pro- mossa dallaConferenza nazionale dei vescovi brasiliani (Cnbb). Il tema di quest’anno è: «Fraternità e popoli in- digeni. Per una terra senzamali». Nel testo base per la riflessione in tutte le diocesi del paese, la Cnbb invita a es- sere solidali, affinché tutti gli indios possano vivere in libertà nei loro ter- ritori. La Campagna tocca una que- stione delicata in Brasile, come l’in- culturazione degli indios . Il vescovo della diocesi di Parintins in Amazzo- nia, mons. Giuliano Frigeni, sottoli- nea che bisogna ricordarsi che «gli in- dios hanno bisogno di quello di cui tutti gli uomini hanno bisogno: Gesù Cristo. Senza di lui, resterebbe sol- tanto l’isolamento e la lotta per il po- tere». Mons. Frigeni sottolinea pure la validità della bolla del 1537, dove Paolo III ripudiava l’invasione delle terre e proibiva il battesimo degli in- dios che non avessero aderito alla proposta cristiana con libera volontà. Secondo dati della Cnbb, dei qua- si 6 milioni di indios dell’epoca della scoperta del Brasile, ne sono rimasti circa 550mila.Oggi esistono 225 po- poli indigeni che parlano 120 lingue diverse. Più di 358 mila vivono in ri- serve, altri 191 mila in città. Almeno 900 indios non sono mai entrati in contatto con l’uomo bianco. (Fides )

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