Missioni Consolata - Marzo 2002

S ono rimasto molto deluso dall’articolo di S NEZANA P E - TROVIC «Terrorismo, kamikaze e libertà religiosa» ( Mis- sioni Consolata, dicembre 2001. Si riportano le affer- mazioni spesso false (per non dire risibili) degli intervista- ti, senza controbattere, non dicendo le cose come stanno. ■ Dice la signora Olabi: «Io non credo che i cristiani siano perseguitati nei paesi islamici». Come barzelletta di cattivo gusto può andare; però, pensando ai cristiani imprigiona- ti e uccisi, si prova pena che una rivista missionaria ri- porti questo «insulto» (è il caso di dirlo) senza bat- tere ciglio. La falsità di quanto dice Olabi è, indiretta- mente, confermata dal signor Chioua che afferma: «La mancanza di libertà religiosa non coinvolge tutti i paesi musulmani». Bravo! Ne coinvolge allora più di uno e, quindi, altro che libertà religiosa! ■ Il signor Safi candidamente dice che «l’i- slam permette a tutte le religioni monoteiste di esprimere il loro credo». Peccato che in tanti paesi arabi non si possa aprire una chiesa o profes- sare pubblicamente la propria fede. È libertà di espressio- ne, questa, caro signor Safi? Ha ragione Safi a dire che: «In Occidente non c’è parità totale tra cristiani e musulmani»: infatti hanno più diritti i musulmani! A Napoli volevano dare loro 5 miliardi di lire per la loro moschea; la chiesa invece i suoi edifici li paga di tasca sua! ■ Chi parla sinceramente è il signor Muhammad Hussain, nell’articolo di pagina 24-25 dello stesso numero di Mis- sioni Consolata , il quale afferma: «In accordo con quan- to scritto nel sacro Corano, nessuna religione è accettabi- le al di fuori dell’islam». Chiarissimo! I musulmani sono de- mocratici e tolleranti quando sono in minoranza; ma, quando diventano maggioranza, i diritti sono solo loro. Ba- sta guardarsi intorno per averne le prove. C redevo di leggere una rivista che esponesse le opinioni non di una sola parte. Mi addolora pensare ai catto- lici che oggi soffrono per le persecuzioni, e vorrei vedere le espressioni dei loro volti se potessero leggere quanto ri- porta la Petrovic nel suo articolo. Perché, nei prossimi numeri, Missioni Consolata non intervista i cristiani che vivono, ad esempio, in Pakistan, Nigeria, Arabia Saudita, Filippine, Marocco? Solo per citare alcuni paesi in cui i cristiani vivono «alle- gramente»! Mia moglie, avendo conosciuto padre Angelo Fantacci (missionario in Kenya), ha potuto avere una testimonian- za diretta di quanto i musulmani siano «tolleranti» verso i cristiani. In Italia i fatti di cronaca recenti riportano che un’infer- miera, convertita all’islam, ha chiesto che i crocifissi ven- gano tolti dagli ospedali, perché sono un «affronto». Grazie per quanto avete fatto in passato e mi auguro di poter leggere sulla rivista articoli rispettosi nei confronti di chi soffre per il vangelo. M AURIZIO A LTEMANI - I MPERIA Abbiamo inserito questa lettera in un con- testo arabo-islamico, per non trascurare il problema sollevato dal signor Altemani. Tuttavia già su Missioni Consolata di otto- bre 1989 si leggeva: «I musulmani nel mon- do fanno problema». E lo stesso numero de- nunciava lo stato di serie B, sofferto dai cri- stiani nei paesi islamici. Tante altre volte la rivista ha stigmatizzato la posizione scomoda dei cristiani di fronte ai musulmani, fin dai titoli degli arti- coli: «Sotto il tallone di Allah» (marzo 1988), «Accerchiati dai fondamentalisti» (marzo 1997), «Musulmani tra dire e fare» (dicembre 1999), ecc. Il signor Altemani si riferisce ad un’intervista (con le stesse domande) a musulmani diversi. In genere un’in- tervista non è un «botta, risposta e replica»: infatti alcu- ni intervistati vogliono conoscere i quesiti in antecedenza ed esigono dall’intervistatore di attenersi solo a quelli. Fra le domande, poste dalla dottoressa Petrovic ai musulmani, una suona così: «I cristiani in paesi islamici (Pakistan, Arabia Saudita, Indonesia, Sudan, ecc.) af- fermano di subire forti pressioni, di non essere liberi di professare il loro “credo”, mentre in Occidente tutti go- dono di libertà religiosa...». Non è chiara la presa di po- sizione dell’intervistatrice e di Missioni Consolata ? A chi soffre e muore per il vangelo abbiamo dedicato il dossier di questo numero. I L DIRETTORE Noi e i musulmani BOTTA, RISPOSTA E REPLICA Il minareto di una moschea e “le torri del vento” nel quartiere di Bastakya.

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