Missioni Consolata - Marzo 2002
dromo»: è lo stadio con la pista per le corse dei dromedari, che rappre- sentano lo sport più seguito e anti- cipa il regno della sabbia. Ma, prima di raggiungere le grandi dune, ci im- battiamo in altri dromedari, anche piccoli. È un allevamento, giustifi- cato dall’uso sportivo e da ragioni di trasporto. Durante la sosta si avverte un net- to cambiamento di clima rispetto a Dubai: è più asciutto e leggero, con una brezza piacevole. Sulla costa in- vece, da maggio a settembre, i 40° sono comuni, con un’alta umidità. Nei mesi invernali il clima è ottimo, anche se talora molto ventoso, e nel deserto si raggiungono i 15°. Ancora un breve tratto di pista... e il fuoristrada Toyota Land Cruiser 100 si lancia in un saliscendi mozza- fiato sui fianchi e sulla cresta delle morbide e grandi dune, che abbia- mo ormai raggiunto. L’auto arranca, slitta, si riprende, sale in cresta e si tuffa come nel vuoto verso la base delle dune, «derapando»... È il tramonto, l’ora delle emozio- ni silenziose di fronte al disco del so- le, che cala dietro le dune... Raggiungiamo un accampamento beduino per una cena con carni alla griglia, sdraiati sulle stuoie e sotto la tenda dei nomadi, come nella rico- struzione del museo di Dubai. La «danza del ventre», la musica incal- zante e fascinosa accendono tra le dune un’atmosfera da «mille e una notte». In noi si riaccende, improv- visa e immutata, la passione per il deserto e il mondo arabo, dopo 34 anni dalla prima esperienza nel Sahara: come se il tempo si fosse fermato e il cuore fosse rimasto laggiù. Mc In lontananza: auto fra le dune sinuose del deserto... Nel riquadro: allenamento di giovani fantini nel “dromedariodromo“.
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