Missioni Consolata - Marzo 2002
MISSIONI CONSOLATA 6 MARZO 2002 Missionari martiri Carissimi amici, in Sudafrica il 2001 iniziò e si concluse all’insegna del martirio. Il nostro giovane amico e sacerdote locale, Eric Bongani Shozi, fu ucciso il 5 febbraio a Amakhasi (diocesi di Dundee). Il missionario italiano stim- matino, Michele D’An- nucci, fu ammazzato l’8 dicembre a Soshanguve, nei pressi di Pretoria. Così la chiesa continua la missione di Gesù Cri- sto: non importa il colore della pelle, non importa se giovane o anziano, non importa se la missione è ad intra o ad extra ... Chi segue Gesù Cristo è sempre chiamato a model- larsi sul Suo esempio, e non è escluso il martirio. È un martirio che conta, perché sorretto da quello del figlio di Dio. p. Rocco Marra Newcastle (Sudafrica) Parole scarne, ma elo- quenti, cui diamo la pre- cedenza. Da vari anni or- mai, il 24 marzo la chiesa italiana prega i missionari martiri e i loro collabora- tori: come i catechisti di Guiúa, in Mozambico (vedi in questo numero il dossier di pagina 29-40). Affari e religioni Caro direttore, in riferimento a Missioni Consolata , dicembre 2001, pagg. 20-26, dico che fa- remmo un grave torto ai credenti di tutte le religio- ni (islam compreso) se ci limitassimo ad affermare che la sharia è un sistema di leggi troppo punitive e una risposta esagerata al permissivismo, all’atei- smo, all’indifferentismo religioso dell’occidente. In Sudan, Pakistan, Ni- geria, Malaysia, Indone- sia... per il musulmano «fedele» sharia significa facoltà di espropriare, schiavizzare, torturare, stuprare e inquinare cam- pi, foreste, fiumi... degli «infedeli» o dei musulma- ni «non troppo fedeli», co- me gli pare ed è comodo. Però, quando gli infede- li sono ricchi e potenti e c’è la possibilità di intasca- re, grazie al petrolio e ad altre materie prime, milio- ni e milioni di occidenta- lissimi dollari, le gerarchie religiose di Khartoum, I- slamabad, Lagos, Kuala Lampur, Djakarta... non pongono ostacoli alle au- torità politiche e a chi diri- ge grandi gruppi impren- ditoriali e finanziari. Non mi risulta, ad esem- pio, che in Sudan Hassan El Tourabi abbia mai chie- sto alla China National Pe- troleum Company , alla ca- nadese Talisman Energy Inc , all’austriaca OMV Aktengesellschaft , all’ita- liana Eni o ai costruttori del supercanale Jongley ... la conversione all’islam, pena la sospensione dei contratti. Così i massacri e saccheggi in terra dinka (la parte meridionale del Sudan) sono continuati e i dinka continuano a vivere e morire nel terrore. È quanto succede a chi «pretende» di rimanere nelle terre che i grandi del mondo hanno decretato essere di «cruciale impor- tanza» per l’economia, perché ricche di petrolio: gli u’wa della Colombia, i waorani dell’Ecuador, i la- candones del Messico, gli ogoni della Nigeria, i ka- ren della Birmania e Thai- landia, i pigmei del Came- run e Gabon, e molti altri. Avendo a che fare con interlocutori differenti per lingua, cultura e fede, gli uomini che si spartiscono i profitti del business (pe- trolio, cotone, ma anche droga, legname, diamanti) recitano parti diverse, ma complementari: - quelli che governano paesi a dominanza musul- mana spiegano che la guerra e gli attentati di- pendono dall’insufficiente conversione del mondo al- l’islam; - quelli che predicano dai pulpiti di Washington di- cono che i bombardamen- ti sono necessari, perché gli Usa non sono ancora abbastanza amati e rispet- tati; - in Europa prevale l’idea che gli interventi armati (per brutti che siano) so- no necessari per eliminare la barbarie, che contraddi- stingue certi popoli e rap- presenta il sostrato ideale per l’estremismo religioso e il terrorismo. In realtà tra guerra e ter- rorismo, tra sharia e com- mercio d’oppio, tra atei- smo e fanatismo religioso non c’è alcuna incompati- bilità: uno ha bisogno del- l’altro e, insieme, concor- rono a consolidare le posi- zioni di chi è già tanto ricco e potente. Francesco Rondina Fano (PS) Missioni Consolata di dicembre ha riportato la testimonianza (anteriore all’«11 settembre») di un profugo afghano in Paki- stan, che affermava: «La sharia è giusta! Quando ad un ladro vie- ne tagliata una mano, non è solo una punizione, ma anche un esempio per far comprendere agli altri che rubare è male». È una convinzione pe- ricolosa, perché dalla ma- no tagliata di un ladro (fatto di non poco conto) all’uccisione di una pre- sunta adultera... il passo può essere breve. Benedizione divina? Caro direttore, forse esagero nel dire che Missioni Consolata è una benedizione divina. Sono convinto che Dio opera in voi secondo i suoi benevo- li disegni e, nonostante le avversità (non potrebbe essere diversamente), Egli sarà sempre con voi (cfr. Fil 2, 13; Ef 6, 12; Rm 8, 31; Is 50, 7-9 ). A don Andrea Magni ( Missioni Consolata , di- cembre 2001), ricordo che Dio non fa preferenze di persona; chi teme il Signo- re e pratica la giustizia, a qualunque popolo appar-
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