Missioni Consolata - Marzo 2002

pubblica ritrattazione. Solano ripeté la predica davanti all’assemblea e non fu trovato niente di riprovevole. Il viceré concluse: «Lasciatelo in pa- ce. Questo avvertimento viene da Dio». Il profeta, però, fu avvertito di non tenere più per strade e piazze si- mili sermoni. Nell’ottobre 1609 Lima fu davve- ro colpita da un tremendo terremo- to: chiese e case crollavano, la terra si spaccava sotto gli occhi degli abitan- ti. La popolazione terrorizzata cercò rifugio e consolazione da fra’ Solano. «Non temete - ripeteva -. Dio non vuole il male, ma che ci pentiamo e facciamo penitenza. Fra tre giorni le scosse finiranno». E così avvenne. Fra’ Solano continuò a battere strade e piazze di Lima, col crocifis- so in mano e gridando: «Misericor- dia e conversione». CANTANDO CON GLI UCCELLI Austerità e furore ascetico non riu- scivano a nascondere la sua naturale allegria e semplicità di carattere, tan- tomeno a soffocare la passione per la musica. Cantava in cella per ore e ore: era il suomodo di pregare. Can- tava di fronte alle folle, per ispirare fiducia nel Signore, e davanti ai con- fratelli per rallegrare il loro spirito. E invitava gli animali a unirsi a lui nella lode al Signore. Gli uccelli gli si posavano sulle spalle e sulle mani; volavano festosi e cinguettanti intor- no a lui. Allora egli estraeva dallema- niche il violino e cantava con loro le laudi al Signore. «Che buon Dio ab- biamo! Come ci è amico il Signore! Glorificato sia il Signore!» ripeteva. Gli ultimi cinque anni di vita furo- no un crescendo di popolarità. La gente lo seguiva per le strade in cui passava abitualmente per soccorre- re poveri e malati, affollava luoghi e chiese dove predicava, lo inseguiva in convento, dove cercava isolamen- to per pregare. ASPETTANDO LA PARTENZA «Mi trovo molto debole e con po- ca salute, aspettando l’ora di parten- za da questa valle di lacrime» scrive- va alla sorella Ines alla fine di maggio 1610. Fatiche e penitenze lo avevano consumato. Un mese dopo fu inter- nato nell’infermeria del convento di san Francesco, assistito giorno e not- te dal confratello nero, frate Anton. «Quando sarai in cielo, diventerai bianco», gli diceva il santo. Aunpas- so dallamorte, non perdeva la voglia di scherzare. Quando i frati gli do- mandarono se preferiva andarsene durante la festa di san Bonaventura o della Porziuncola, l’infermo scelse quella di sanBonaventura, 14 luglio; la Porziuncola l’avrebbe celebrata in cielo. Quel giorno, mentre la comu- nità stava cantando l’introito della messa, una scossa fece tremare le pa- reti; presi da unmisterioso presagio, i frati interruppero la messa e corse- ro nella cella del Solano: lo trovano abbracciato al fratello nero nell’atto del congedo. Mentre a sua richiesta i confratelli cantavano il credo , egli spirò dicendo: « Glorificetur Deus » (glorificato sia il Signore). Il funerale fu un’apoteosi. Vi par- tecipò tutta la città, che già lo invo- cava come santo. A trasportare la sal- ma furono il viceré, l’arcivescovo e altri illustri personaggi. Lo stesso anno della morte iniziò la raccolta delle informazioni sulle virtù eroiche: nel 1675 Clemente X lo dichiarò beato e nel 1726 Benedetto XIII lo proclamò santo. MISSIONI CONSOLATA 53 MARZO 2002 Mc Lima: convento dei francescani, cuore della provincia dei Dodici Apostoli.

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