Missioni Consolata - Marzo 2002
gli domandò dove andasse con tanta gioia; egli rispose: «Vado a cenare col mio Gesù; sono anch’io affetto da piaghe». Se la cavò; mentre il compa- gno morì tra le sue braccia. Nel 1583 Francesco fu nominato superiore o guardiano. La responsa- bilità temprò il suo furore ascetico e, contro ogni privilegio gerarchico, si mise a fare i lavori più umili come gli altri frati e creò fraternità. «Danzava nel coro e nella cantoria maggiore e minore, ciò che non fanno i guardia- ni» racconta un suo biografo. Nel 1587 il Solano fu trasferito al convento di Zubia, 5 chilometri da Granada. Preceduto dalla fama di medico, musicista, poeta e predica- tore, i pulpiti lo reclamavano, i pove- ri lo assediavano, gli ammalati lo in- vocavano. Francesco si accorse che tanta popolarità metteva a rischio la sua umiltà e chiese di nuovo di esse- re spedito in Africa. Fu destinato al- l’America. «Scelse la missione del Tucuman, nel nord argentino, prefe- rendola alla Colombia, Perú e Mes- sico, perché era la più difficile e fati- cosa e per desiderio di martirio». «CANTATE FRATELLI, IL MARTIRIO CI ATTENDE!» Il 28 febbraio 1589 una flotta di 36 navi salpò da Sanlúcar, con a bordo 12 francescani, guidati da Baltasar Navarro, superiore del Tucuman. C’era anche Solano. Aveva 40 anni. Era felice come una pasqua: pregava e cantava, aiutava e rallegrava tutti i passeggeri, gli schiavi neri soprattut- to, ai quali insegnava il catechismo e teneva alto il morale con musica e buon umore. A Santo Domingo scesero tutti a terra. Mentre l’equipaggio faceva rifornimento di acqua e vettovaglie, scoppiò una lite furibonda con i na- tivi e ci scappò più di un morto. Gli indios circondarono le navi. Per cal- mare gli animi, Solano cominciò a suonare il violino; un confratello cercò di tirarlo in salvo, ma egli ri- peteva: «Cantate, fratelli, che ci at- tende il martirio!». A maggio la flotta arrivò a Carta- gena (Colombia). I frati proseguiro- no a piedi per 500 chilometri, fino al- le coste del Pacifico: quattro di essi morirono di stanchezza e malattia. RimaseroaPanamaper cinqueme- si. Com’era solito in ogni sosta forza- ta, Solanocantava e curavamalati, fin- ché un galeone li prese a bordo, con altri 250persone, per portarli inPerù. Ma, arrivati in vista dell’isola Gorgo- na (Colombia), una furibonda tem- pesta spaccò la nave in due. Una scialuppa cercò di mettere in salvo i naufraghi. Ma Solano e altri frati rimasero accanto agli 80neri fin- ché non furono tutti portati a terra. Un testimone racconta così quell’av- ventura: «Per tre giorni stemmo nel- la nave, con l’acqua alla bocca, senza mangiare né bere né dormire, implo- rando lamisericordia diDio. Fra’ So- lano stette sulla poppa predicando. Da parte mia, non ebbi fame, né sete MISSIONI CONSOLATA 50 MARZO 2002 A R G E N T I N A C H I L E P E R U C H I L E B O L I V I A P A R A G U A Y B R A S I L E O C E A N O P A C I F I C O LIMA La Paz Asunción (Rio dE la Plata) Buenos Aires Cordoba de Tucuman Santiago Potosí Paita Trujillo Cuzco Puno Salta TUCUMAN Catamarca La Rioja Concepcion C H A C O Mendoza Santiago del Estero Sopra: scorcio di Potosí (Bolivia), più volte visitata da Solano. Accanto: india del Paraguay con ornamenti tradizionali.
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