Missioni Consolata - Marzo 2002

a ) di come l’economia dipenda dal- la natura; b ) di come qualsiasi gesto quotidia- no, da un lato, comporti enormi flussi di materiali trasportati da un luogo all’altro del pianeta e, dall’al- tro, rappresenti un contributo alle trasformazioni negli ecosistemi; c ) del ruolo attivo di ogni cittadino nei confronti della distruzione o, al contrario, della protezione e con- servazione della natura. È sufficiente chiedersi, per ogni oggetto utilizzato e per ogni azione compiuta quotidianamente, la sto- ria di quell’oggetto o di quell’azio- ne. Purtroppo, nella società attuale, il cittadino si comporta quasi esclu- sivamente da consumatore : si entra in un negozio, si vede una cosa, la si prende e la si paga. Non ci si accor- ge che quella transazione in denaro nasconde una transazione con la na- tura. Ogni oggetto è costruito da qualcuno, in certe condizioni lavo- rative, depauperando risorse natu- rali, emettendo determinate sostan- ze inquinanti; poi l’oggetto viene trasportato (con ulteriore impiego di materiali ed energia) nel luogo di vendita, e qui consumato e utilizza- to, per poi diventare rifiuto e ne- cessitare di uno smaltimento finale (discarica, inceneritore…). In gergo tecnico si parla di « stu- dio del ciclo di vita di un prodot- to », ossia l’analisi delle materie e dell’energia impiegate durante tut- te le fasi della vita di un bene, «dal- la culla alla tomba», ossia dall’e- strazione delle materie prime allo smaltimento finale. Un’analisi si- mile consente di individuare le va- rie interconnessioni fra ambiente- economia-società, delle quali si è parlato nella prima puntata di que- sta inchiesta. DIVENTARE CONSUMATORI RESPONSABILI L’impatto sulla natura (nonché sulla società: sfruttamento, lavoro minorile, violazione dei diritti uma- ni) può essere diminuito diventan- do consumatori responsabili . Questi sono uomini e donne che consumanomeno emeglio: ossia at- tenti alla storia dei prodotti acqui- stati (sia dal punto di vista ambien- tale sia sociale), a produrre meno ri- fiuti (privilegiando prodotti di lunga durata, evitando l’usa-e-getta e gli imballaggi superflui, riparando gli oggetti prima di cambiarli), a modi- ficare i propri stili di vita in nome di un benessere fisico e psichico au- tentico, ad informarsi costantemen- te e ad informare gli altri. (fine 2.a puntata) Worldwatch Institute, State of the World 2002 (il Worldwatch Institute di Washington è considerato uno dei più autorevoli centri studi mondiali sullo stato di salute del pianeta) Wuppertal Institut, «Futuro Sosteni- bile», EMI, Bologna 1999 Gianfranco Bologna (a cura di), Italia capace di futuro , EMI, Bolo- gna 2000 Fritjof Capra, Il Tao della fisica , Adelphi Edizioni, Milano 1999 Franco Tassi, L’ Ecosociologia: una nuova disciplina per l’ambiente , Edizioni Parco Nazionale dell’Abruz- zo, Roma 1993 Giorgio Nebbia, «Corso di Economia ecologica», sul sito http://web.tiscali.it/casalepoderero- sa/univerde/uvee99.htm www.worldwatch.org www.altronovecento.quipo.it «Altronovecento - ambiente, tecnica, società», Rivista on-line, Direttore Giorgio Nebbia B IBLIOGRAFIA e SITI INTERNET Un’immagine diversa da quella di una discarica. Ancora no comment!

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