Missioni Consolata - Marzo 2002

sue origini, fino a giungere ad una concezione del mondo decisamen- te contrastante rispetto alla visione orientale, per poi ritornare nuova- mente, con la fisica moderna ap- punto, a condividerne molti aspet- ti. L’analisi di questo percorso sto- rico fa capire in che modo si sia alimentato nel tempo il conflitto uo- mo-natura. La fisica, e quindi la scienza occi- dentale, ha le sue origini nel primo periodo della filosofia greca (VI sec. a.C.), in un contesto culturale nel quale scienza, filosofia e religione non erano separate tra loro. Il ter- mine stesso «fisica» originariamen- te indicava lo sforzo di scoprire la natura essenziale di tutte le cose. I filosofi del tempo (Talete, Anassi- mandro, Eraclito...) vennero defi- niti «ilozoisti»: pensando che la ma- teria fosse animata, non facevano distinzione tra animato e inanima- to, spirito e materia. In particolare, il filosofo Eraclito sosteneva che il mondo fosse in e- terno «divenire», ossia fosse gene- rato dall’azione reciproca e ciclica dei «contrari» (amore e odio, caldo e freddo), mediante un continuo trasformarsi. Tale unità di spirito e materia ini- ziò a disgregarsi con la scuola elea- tica, secondo la quale esisteva un Principio divino al di sopra di tutti gli dei e di tutti gli uomini, inizial- mente identificato con l’unità del- l’universo. Con Parmenide di Elea nacque il concetto, destinato a diventare fon- damentale per il pensiero occiden- tale, di «essere», «uno ed immuta- bile», di sostanza indistruttibile, causa di tutte le trasformazioni del- l’universo. Si tentò allora di supera- re il contrasto tra l’essere immuta- bile di Parmenide e l’eterno diveni- re di Eraclito, sostenendo che l’Essere fosse presente in alcune so- stanze invariabili che, mescolando- si e separandosi, permettevano i cambiamenti che avvengono nella realtà. Con Democrito si arrivò al con- cetto di atomo, la più piccola unità indivisibile di materia. In questo modo gli atomisti greci separarono definitivamente i concetti di spirito e materia, quest’ultima immaginata come costituita da diversi «mattoni fondamentali», inerti, il cui moto e- ra spesso associato a forze spiritua- li diverse dalla materia. Nei secoli successivi, questa im- magine divenne un elemento fon- damentale del pensiero occidenta- L’approccio dell’uomo alla natura SFATARE IL MITO DEL «PRODOTTO INTERNO LORDO» L o studioso americano Stephen Kellert ha cercato di elaborare una scala di valori dell’approccio umano alla natura, sulla base di in- chieste e sondaggi effettuati negli USA dal Servizio naturalistico del ministero dell’Interno (anni ’80). I risultati (riportati da Franco Tassi, cfr bibliografia ) sono molto interessanti e sono rappresentati da u- na decina di atteggiamenti dai contenuti anche molto diversi fra loro: 1. approccio negativistico : indifferenza, ripugnanza o paura portano ad evitare gli animali e l’ambiente naturale in generale; 2. dominativo : prevale la soddisfazione derivante dalla padronanza e dal controllo, in particolare sugli animali, per esempio in molte si- tuazioni sportive (caccia, equitazione…); 3. utilitaristico : l’interesse principale è rivolto all’utilità e quindi al va- lore, pratico e materiale, di animali e piante; 4. estetico : qui l’interesse primario concerne le caratteristiche arti- stiche e simboliche degli esseri viventi e del paesaggio; 5. scientifico : considera le caratteristiche fisiche, chimiche e biologi- che; 6. moralistico (o umanitaristico): pone attenzione a come vengono trattati gli animali, valutandoli come individui e denunciando qualsiasi tipo di sfruttamento e crudeltà nei loro confronti (anche se, general- mente, l’interesse è rivolto soprattutto ad animali grandi ed attraen- ti, con legami di tipo antropomorfico); 7. ecologistico : l’interesse fondamentale verte sull’ambiente come si- stema e sulle interrelazioni tra le specie viventi e gli habitat naturali; 8. naturalistico : si distingue per un’affezione profonda per la vita sel- vatica ed il suo ambiente naturale in genere; 9. conservazionistico : mira alla conservazione della natura e al ra- zionale sfruttamento delle sue risorse; 10. ambientalistico : aspira ad una situazione in cui la specie umana viva in armonia con la natura, intesa come l’ambiente originario per tutti gli esseri viventi. Questi studi, analizzando la psiche umana, permettono di capire in che direzione la società si stia orientando, ossia se continui a inse- guire il prodotto interno lordo o, come disse un capo di stato africa- no, la « felicità complessiva netta », frutto non solo di consumi mate- riali, ma anche e soprattutto di un benessere fisico e psichico, garan- tito da un rapporto armonioso con la natura. Si.Ba. Etica Ambientale

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