Missioni Consolata - Marzo 2002

IL CONFLITTO UOMO-NATURA Il prestigioso Worldwatch Insti- tute di Washington ha recentemen- te presentato il suo ultimo rappor- to sullo stato del pianeta, «State of the World 2002». Il presidente del Worldwatch , Christopher Flavin, sostiene: «Oggi l’instabilità ecolo- gica è collegata a quella degli avve- nimenti umani». L’obiettivo primario è «creare un mondo più sicuro», agendo in pri- mo luogo sulle emergenze ambien- tali: ridurre l’effetto serra e l’inqui- namento chimico; ripensare l’agri- coltura, la logica e gli strumenti del turismo mondiale; controllare lo sfruttamento delle risorse naturali per limitare i conflitti. Al presente unmiliardo e 100 mi- lioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile («il doppio di quelli che usano il computer», sot- tolinea Flavin); le emissioni di ani- dride carbonica, responsabili dei cambiamenti climatici, sono au- mentate del 9% su scala mondiale, anziché diminuire del 5,2% (se- condo quanto fissato dal pur insuf- ficiente Protocollo di Kyoto ); la bar- riera corallina (che, oltre all’intrin- seco valore ambientale, rappresenta una fonte di nutrimento per mezzo miliardo di persone) è minacciata non più per il 10%, ma per il 27% della sua estensione totale; e, nono- stante la forte crescita economica dell’ultimo decennio, i più poveri del pianeta sono sempre un miliar- do di persone. Il fatto che le emergenze ambien- tali abbiano serie conseguenze non solo sull’equilibrio degli ecosistemi, (e quindi sulla stessa vita dell’uo- mo), ma anche sugli equilibri socia- li è affermato anche nel «Libro bianco su crescita, competitività ed occupazione» della Commissione europea (1993): «Per estendere al- l’intero pianeta gli attuali modelli europei di produzione e di consu- mo occorrerebbe un quantitativo di risorse naturali 10 volte superiore all’attuale. Questo rende facile im- maginare quali problemi ambienta- li e quali tensioni politiche potran- no verificarsi, se le tendenze in atto non saranno orientate in modo di- verso». È evidente che le esigenze di pro- tezione e conservazione delle risor- se naturali e le esigenze del sistema economico-produttivo siano, al mo- mento, incompatibili : la salvaguar- dia dell’ambiente è ancora oggi considerata come un lusso, un o- biettivo da perseguire solo dopo la crescita economica , dimenticando così sia le inevitabili e tragiche con- nessioni tra degrado ambientale - instabilità sociale - crisi economica, sia la dipendenza del sistema pro- duttivo dall’ambiente stesso. È necessario domandarsi quali siano le radici profonde di questo conflitto, di questa collisione tra uomo e natura. Come mai, di fron- te all’evidente necessità di vivere in armonia con l’ambiente, l’uomo si mostra così indifferente ed insensi- bile alle trasformazioni ecologiche e quindi al destino stesso della spe- cie umana? LE RADICI DEL CONFLITTO Fritjof Capra è un fisico statuni- tense noto non solo per le sue pub- blicazioni di carattere tecnico, ma anche per gli studi sulle implicazio- ni filosofiche della scienza moder- na. Nel suo bellissimo libro «Il Tao della fisica», egli spiega come la fi- sica moderna (atomica e subatomi- ca) abbia costretto a rivedere inma- niera radicale molti concetti della scienza classica, portando lo stu- dioso verso una visione del mondo vicina alle concezioni e filosofie o- rientali, apparentemente molto lon- tane dalla scienza occidentale. L’evoluzione di quest’ultima mo- stra come essa, partendo dai primi filosofi greci, si sia sviluppata allon- tanandosi progressivamente dalle Prodotto interno lordo (Pil): è il valore totale dei beni e servizi finali prodotti in un anno dal sistema eco- nomico. Ritenuto dai vari soggetti della società civile (politici, econo- misti, media, opinione pubblica) un indicatore del benessere di una nazione, il Pil misura esclusivamen- te il valore economico del flusso di attività. Felicità complessiva netta : non è un termine tecnico, ma una «formula» che intuitivamente vuole contrap- porsi al concetto di Prodotto inter- no lordo, rivalutando un benessere psico-fisico diverso dal mero benes- sere materiale. Ciclo di vita : il ciclo di vita di un prodotto è rappresentato dall’insie- me degli stadi che concorrono alla sua realizzazione. Analizzare il ciclo di vita significa esaminare il percor- so che va dall’estrazione delle mate- rie prime, a tutti i processi di tra- sformazione e di trasporto che esse subiscono, fino allo smaltimento del prodotto stesso come rifiuto. Si parla di analisi del prodotto «dalla culla alla tomba» o «dalla culla alla culla», se si prevede un riutilizzo o un recupero del prodotto stesso. Limiti alla crescita : per «crescita» si intende uno sviluppo esclusivamen- te quantitativo, tradotto general- mente nell’aumento del Pil di un Paese. Si differenzia dalla moderna accezione di «sviluppo», termine che vorrebbe sottolineare l’importanza degli aspetti qualitativi del benesse- re («qualità della vita»). I limiti alla crescita sarebbero rappresentati non da motivazioni etiche, bensì dalla limitatezza delle risorse del pianeta e dalla limitata capacità di assorbimento di rifiuti ed emissioni da parte degli ecosistemi. Le parole-chiave...

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