Missioni Consolata - Marzo 2002
38 MARZO 2002 CONSOLATA MI SS IONI gi romani. Come ai primi secoli del- la chiesa, i catechisti confessaro- no la loro fede, l’attività apostoli- ca e il fine altamente religioso che li aveva spinti al Guiúa. Confessaro- no e non negarono. «Vedendo che albeggiava e inner- vositi per la mancanza di collabora- zione da parte dei rapiti - continuò il catechista -, gli aggressori decise- ro di lasciare l’abitato e di inoltrarsi nel bosco. Approfittando del tram- busto e dell’oscurità, due catechisti si nascosero fra i cespugli e fuggiro- no. Appena nel bosco, i banditi uc- cisero una ragazza per spaventare gli altri. Quando si furono allontanati alcu- ni chilometri dal Guiúa, si apparta- rono per decidere il da farsi. Scelse- ro dieci ragazzi: questi dovevano se- guire i guerriglieri nelle loro basi. Verso gli altri furono di una crudeltà bestiale. Con arroganza selvaggia or- dinarono ad un bambino di sei anni: “Corri alla missione e di’ ai padri che stiamo uccidendo tutti. Se vogliono, I l 2001 ha portato con sé un terribile bagaglio di violen- za e disprezzo verso l’uomo e verso Dio. È stato l’anno dell’attacco alle Torri Gemelle, della campagna militare in Afghanistan, delle violenze fondamentaliste in Pakistan, Nigeria, Indonesia, India. I farneticanti messaggi di Bin La- den, che assaporavano come un gioco la distruzione del- l’altro, rischiano di essere l’immagine dominante di que- sto inizio di millennio... La lista dei martiri cattolici che presentiamo va contro- corrente. Per motivi contingenti non abbiamo aggiunto ad essa i 16 protestanti uccisi a Bahawalpur (Pakistan), le centinaia di uccisi a Jos e Kano in Nigeria, i trucidati nel- le Molucche o nelle città palestinesi. La lista è sempre sti- lata per difetto. I 33 nomi che riportiamo sono i rappre- sentanti di un lungo esercito dell’Agnello, che in tutto il mondo sono pronti a dare la vita per il loro Signore e per gli uomini. I mesi trascorsi (con le rovine fumanti di «Ground Ze- ro») ci hanno messo sotto gli occhi la capacità dell’uomo di uccidere sé e gli altri, magari in nome di Dio. I 33 che presentiamo (sacerdoti, suore, seminaristi e laici) sono in- vece morti in nome di Dio, ma per donare la vita. Erano andati in missione per predicare il vangelo, edificare co- munità, aiutare giovani, difendere i diritti umani. Il loro slan- cio d’amore è stato apparentemente stroncato. La maggior parte di loro sono morti proprio a causa del fondamenta- lismo religioso o etnico. Alcuni di loro sono morti per «cause banali»: rapina, furto. Ma spesso l’apparenza nasconde motivi più profon- di. Per esempio: suor Barbara Ann Ford, americana, la- vorava in difesa degli indios ed era stata stretta collabora- trice di Juan Gerardi, vescovo guatemalteco assassinato 3 anni fa; padre Ettore Cunial, italiano, cercava di strap- pare i giovani alla mafia albanese, per salvarli dal com- mercio di droga e organi. Anche questo è un fatto che se- gna una tendenza. Fino a 10-15 anni fa i missionari erano amati per es- sere i rappresentanti di valori spirituali. Oggi si vede in es- si solo prede inermi, facili da colpire, perché (si sa) non portano armi e non rispondono con la vendetta. In tutto il mondo, anche in Irlanda o negli Stati Uniti, vi è un oscuramento dell’orizzonte spirituale, una crescita di materialismo che vede le persone come oggetti da spo- gliare, strumenti di possesso. I l fondamentalismo religioso e il fondamentalismo del possesso sono le cause profonde del martirologio di quest’anno. A differenza della morte di un giornalista, un capo di stato o un terrorista, l’uccisione di questi martiri non suscita scalpore. Ma essi sono come l’humus della terra: non lo si nota, ma rende fecondo il campo per nuo- ve semine e raccolti. La loro cocciutaggine, nel voler vivere e morire per amo- re di Gesù fra le piaghe del pianeta, sostiene la speranza anche per il 2002. Questi martiri sono il segno che l’amore è possibile e che la terra appartiene a Cristo, non alla violenza e al ter- rore. Bernardo Cervellera MARTIROLOGIO DELL’ANNO 2001 1. Sr. Dionitia Mary (indiana) India - 21/1 2. P. Pietro De Franceschi (italiano) Mozambico -1/2 3. P. Tom Manjaly (indiano) India - 2/2 4. P. Nazareno Lanciotti (italiano) Brasile - 21/2 5. P. Jan Franzkevic (polacco) Siberia - 15/4 6. Sr. Barbara Ann Ford (Usa) Guatemala - 5/5 7. P. Raymond M. Gamach (canadese) Perù - 7/5 8. P. Raphael Paliakara (indiano) India -15/5 9. P. Andreas Kindo (indiano) India -15/5 10. Sem. Joseph Shinu (indiano) India - 15/5 11. P. Henryk Dejneka (polacco) Camerun - 17/5 12. Sr. Claire (burundese) Burundi - 11/6 13. P. Leonardo Alzate (colombiano) Colombia - 14/6 14. P. Martin Royackers (canadese) Giamaica - 21/6 15. P. Fabian Thom (australiano) Papua NG -16/8 16. P. Galeano Buitrago (colombiano) Colombia - 27/8 17. P. Emil Jouret (belga) R.D.Congo - 28/8 18. P. Rufus Halley (irlandese) Filippine - 29/8 19. P. Héctor Fabio Vélez (colombiano) Colombia - 2/9 20. P. John Baptist Crasta (indiano) India - 6/9 21. Vol. Giuliano Berizzi (italiano) Rwanda - 6/10 22. P. Ettore Cunial (italiano) Albania - 8/10 23. P. Ernesto Martearena (argentino) Argentina - 8/10 24. P. Gopal (indiano) India - 12/10 25. P. Celestino Digiovambattista (ital.) Burkina F. - 13/10 26. Sr. Lita Castillo (peruviana) Cile - 29/10 27. P. Simeon Coly (senegalese) Senegal - 7/11 28. P. Hubert Hofmans (olandese) Papua N. G. - 23/11 29. P. Peter Obore(sudanese) Uganda - 24/11 30. Sarita Toppo (indiano) India - 28/11 31. P. Michele D’Annucci (italiano) Sudafrica - 8/12 32. P. Michael Mac (Usa) USA - 8/12 33. Sr. Philomena Lyons (irlandese) Irlanda - 15/12 ( Fonte: «Fides» ) altri «trentatre»
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