Missioni Consolata - Marzo 2002

LA PRIMA VITTIMA L’insicurezza dominava la provin- cia di Inhambane, come tutto il pae- se. Anche il Centro di promozione umana di Guiúa, in più occasioni, ebbe a soffrire le conseguenze della guerra. Il fatto più grave accadde il 13 settembre 1987. Quell’anno il corso di formazione era frequentato da 24 famiglie, 150 persone. Quando il Centro fu assali- to dai guerriglieri, molti dei presen- ti riuscirono a fuggire tra pallottole e minacce. Ma 36 persone rimasero prigioniere degli assalitori, mentre il catechista Manuel Peres, della dioce- si di Beira, fu ucciso con un colpo di fucile. Padre Luis Ferraz scrisse: «Erano le 4.50 quando incominciai a sentire raffiche di mitragliatrici. Po- chi minuti dopo, il Centro fu invaso da una settantina di guerriglieri, che saccheggiarono la casa delle suore e le abitazioni dei catechisti e rapiro- no la maggior parte delle persone del Centro. In una casa un catechista giaceva in un lago di sangue: era Ma- nuel Peres. Fu la prima morte. La co- sternazione era generale. Poi venimmo a sapere che Manuel, avvisato dai vicini, era corso a casa per aiutare la famiglia a fuggire. Ma era troppo tardi: i guerriglieri si tro- vavano già sul posto. Tentò di op- porsi, perché la famiglia non fosse rapita; ma essi non usarono mezze misure: gli spararono a bruciapelo. Colpito alla schiena, le pallottole uscirono dal petto e si conficcarono in una parete della stanza. Fu sepol- to il giorno successivo, 14 settembre 1987, nel cimitero di Nhaposa». Mons. Alberto Setele aggiunse: «Durante la fuga, i rapitori si resero colpevoli anche della morte di un bimbo. La mamma fu costretta ad abbandonarlo nella foresta, per tra- sportare vettovaglie e armi dei guer- riglieri. Per convincerla a tale gesto, le dissero che il bambino sarebbe stato raccolto da quelli che segui- vano; essi non potevano attardarsi, poiché dovevano fuggire per non es- sere raggiunti dai soldati dell'eser- cito regolare. Nei giorni seguenti, ai cristiani furono chieste informazio- ni sul bambino; ma di lui non si eb- bero più notizie. Si pensa che sia morto di stenti». A partire dal 1988, a causa del- l’aumento dei pericoli della guerra, le attività del Centro di Guiúa dimi- nuirono drasticamente. Furono so- spesi i corsi biennali di formazione e ne vennero organizzati di più brevi (15 giorni o una settimana), secon- do le necessità più urgenti delle co- munità diocesane. Data la situazio- ne, i partecipanti non erano più fa- miglie, ma singoli individui. VOGLIA DI RICOMINCIARE Tertulliano (160-220 d.C.) scrisse che «il sangue dei martiri è il seme dei cristiani». Parafrasando l’affer- mazione, possiamo dire che il san- gue del martire Manuel Peres è sta- ta la semente che ha fatto rinascere 32 MARZO 2002 CONSOLATA MI SS IONI Un camioncino per recuperare le salme dei martiri, che vengono lavate sotto questa tettoia...

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