Missioni Consolata - Marzo 2002

Qualcuno ha parlato di xenofo- bia... Gli scontri etnici non hanno nulla da spartire con la xenofobia e il razzismo, che in Costa d’Avorio non esistono af- fatto. Tutto viene da là: alcuni politi- ci, calpestando leggi e diritto, sfrutta- no le differenze etniche degli autoc- toni per metterli in contrasto tra loro e i burkinabé contro le popolazioni lo- cali della regione sud-occidentale del paese. Quindi anche nella diocesi di San Pedro si sono avute violenze? Nel novembre 1999, dopo decenni di pacifica convivenza con gli stranieri, commercianti e agricoltori, nella par- rocchia di Tabou i burkinabé si sono scontrati con i locali sulla questione terriera. Alcuni sono morti. Ma il pro- blema è fondiario e non etnico. Per sfuggire alle violenze, 2-3 mila per- sone si sono rifugiate nella missione, dove hanno trovato protezione e aiu- ti per sopravvivere. Superata l’emer- genza, bisognava trovare i mezzi per promuovere la riconciliazione: la mis- sione cattolica di Tabou ha radunato a Grebo i preti della diocesi insieme ai capi locali e burkinabé per discutere, chiarire e appianare i problemi tra stra- nieri e autoctoni. Abbiamo concluso l’incontro con la messa e tutti si sono stretti la mano. Si è parlato pure di guerra di re- ligione: come sono i rapporti tra cristiani e musulmani? In Costa d’Avorio le relazioni tra cri- stiani e musulmani sono state sempre buone e amichevoli. Poi è venuto un individuo che, per motivi politici, ha seminato la zizzania della discordia tra autoctoni e stranieri, tra cristiani e mu- sulmani. Per colpa di tale individuo ci sono state gravi incomprensioni nel (continua a pagina 20)

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