Missioni Consolata - Marzo 2002

MISSIONI CONSOLATA 16 MARZO 2002 Monsignore, qual è la situazione attuale della Costa d’Avorio? La popolazione della Costa d’Avorio, nel suo insieme, è molto accogliente. Sia- mo il paese dell’ospitalità e fraternità. Numerose persone dei paesi della Co- munità economica degli stati dell’Afri- ca dell’Ovest (Cedeao) e di altre parti del continente sono immigrati nel no- stro paese. Il fenomeno si è accentua- to dopo l’indipendenza (1960). Li ab- biamo accolti e continuiamo ad acco- glierli fraternamente. Vorrei ricordare che la Costa d’Avorio è il paese al mon- do con la più alta percentuale di stra- nieri: ufficialmente sono il 26%. È giu- sto che questo si sappia all’estero. Cos’è che attira tanti immigrati nel paese? Prima di tutto cercano pace; poi gua- dagnarsi da vivere. Abbiamo milioni di ettari di foresta e le porte del commer- cio sono aperte a tutti. Questi nostri fratelli si sono stabiliti in città e villag- gi per il piccolo commercio; altri sfrut- tano le foreste con la coltura del cacao, caucciù, caffè e piantagioni varie. Ben presto essi hanno trovato tempo per il divertimento e per lavorare, na- turalmente; grazie all’accoglienza fra- terna, si sono bene integrati nelle no- stre comunità e nei villaggi. Sembra che la pacifica conviven- za tra locali e immigrati dal Burkina Faso sia in pericolo: monsignore, cosa sta capitando realmente? Come ho già detto, la Costa d’Avorio è un paese di accoglienza: i burkinabé vivono mescolati ai vari gruppi etnici locali. Non c’erano problemi fino a po- chi anni fa. Per capire ciò che sta ac- cadendo, bisogna analizzare le cose in profondità e non è difficile. Nel 1990 il presidente Houphouët Boi- gny mise un economista a capo del go- verno: fu un errore, anche perché non risolse i problemi economici del paese. Questo primo ministro si chiama Alas- sane Dramane Ouattara: approfittando della sua posizione, ha iniziato un la- voro sotterraneo per destabilizzare la situazione. Aveva ambizioni politiche, ma ha agito in modo scorretto: ha mes- so gli stranieri in opposizione agli avo- riani. Questa è la realtà. La situazione è precipitata col colpo di stato del natale 1999: in varie città ci sono stati disordini socio-politici, vio- lenze e scontri sanguinosi. Ma il male viene da là. a cura di Benedetto Bellesi Barthélemy Djabla (Costa d’Avorio) Nato nel 1936, sacerdote dal 1964, rettore del seminario di Abidjan, mons. Barthélemy Djabla è da 12 anni vescovo di San Pedro, diocesi grande tre volte il Veneto. Attento alla vita del paese, ha partecipato al Forum per la riconciliazione nazionale ed è impegnato nella ricostruzione della convivenza tra tutte le popolazioni della regione sud-occidentale della Costa d’Avorio. San Pedro / Incontro con NO ALLA ZIZZANIA Alcuni edifici del Centro di formazione della diocesi di San Pedro. Pagina accanto: sposi cristiani rinnovano le promesse matrimoniali.

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