Missioni Consolata - Marzo 2002

riforme giuste. In parlamento, poi, siedono personaggi che pensano di più ai loro interessi che ad un cam- bio positivo nel paese. L’esercito nazionale non sembra all’altezza per fronteggiare la guer- riglia: una guerriglia di estrema si- nistra, che dura quasi da 50 anni, oggi divenuta più aggressiva. Spic- cano due movimenti guerriglieri: Farc (Forze armate rivoluzionarie di Colombia) e Eln (Esercito di libe- razione nazionale). Le Farc contano 15-20 mila uomini e l’ Eln 6-8 mila. Da 7-8 anni è all’opera un’altra forza, paramilitare di estrema de- stra, fonte di guai pari (se non supe- riori) a quelli causati dai guerriglie- ri. I paramilitari sono cresciuti mol- to in poco tempo: se, in 50 anni, la guerriglia ha raccolto 25 mila arma- ti, i paramilitari in 7-8 anni sono di- ventati 15 mila. Come è sorta la terza forza eversi- va? Data l’incapacità dello stato di tutelare gli interessi dei grandi ric- chi (fra cui i «baroni della droga»), questi (con il sostegno di alcuni ge- nerali) si difendono da sé, assoldan- do squadracce armate. Il nome è e- loquente: Autodifese unite di Co- lombia ( Auc ). Farc, Eln e Auc sono stati dichia- rati gruppi terroristici. Sono tre for- ze che contribuiscono a fare della Colombia, forse, la nazione più vio- lenta del mondo. Ormai da tempo nel paese si contano, in media, ogni anno 25-30 mila morti ammazzati. Sono circa 30 i gruppi terroristi- ci nel mondo, e tre di questi opera- no in Colombia. Pertanto uno dei bersagli possibili dell’amministra- zione di George W. Bush (che vuo- le sradicare il terrorismo dal piane- ta) potrebbe essere anche la Co- lombia. Tuttavia il «caso Colombia» è particolare, in quanto lo stato non appoggia i movimenti terroristici. ALCUNI NODI CRUCIALI Le guerriglie sono ormai divenu- te «storia». Sono forti non solo per il numero dei loromembri, dotati di armi potenti, ma anche perché pos- sono imporre condizioni allo stato di diritto. Negli ultimi quattro-cinque anni si è manifestata una forma straordi- naria di guerriglia, che ha attaccato i piccoli centri della nazione: nessu- no è rimasto indenne. I mezzi usati sono rudimentali: cilindri di gas e- splosivo, imbottiti di chiodi e vari oggetti contundenti, che scoppiano contro persone e cose... Non sono «bombe intelligenti»! Gli ordigni esplodono presso le sedi di polizia, nel cuore del paese, vicino alle chiese. Per cui le bombe fanno scempio pure degli edifici sa- cri (cfr. Missioni Consolata , giugno MISSIONI CONSOLATA 14 MARZO 2002 San Vicente del Caguán, 19 gennaio 2002: il governo e i portavoce del- le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) siglano un accordo per attuare il piano di pace. Sono presenti anche membri della chiesa cat- tolica (fra cui Francisco Múnera, missionario della Consolata e vescovo di San Vicente) e rappresentanti delle Nazioni Unite. Per uscire dal conflitto, che da 37 anni insanguina il paese, si dovrà se- guire i punti concordati. Le Farc non si oppongono allo sradicamento ma- nuale delle coltivazioni illegali di coca, pur ribadendo che devono essere consultate le comunità interessate. I punti principali dell’intesa: - immediato studio sulle modalità per il «cessate il fuoco»; - sospensione dei sequestri di persona da parte della guerriglia; - lotta del governo contro i paramilitari. Una commissione internazionale verificherà che i punti siano stati ri- spettati e aiuterà a superare eventuali ostacoli. La firma dell’accordo con- creto sulla cessazione delle ostilità si dovrà avere entro il 7 aprile 2002. L’«area di distensione» resterà in vigore fino al 10 aprile. L’incontro era iniziato male. Infatti il giorno prima era stato assassinato padre Arias Garcia, 30 anni, impegnato nella sua parrocchia di Florencia (Caldas) in un negoziato tra guerriglieri e paramilitari locali. D’altro canto i paramilitari hanno denunciato l’accordo; hanno taccia- to il presidente Pastrana di codardia, accusandolo di «aver concesso tutto in cambio di niente». La firma della pace in aprile? A lato: «Insieme per la vita» a Toribio; sopra: padre Beppe Cravero a Remolino... Toribio e Remolino, paesi vittime della violenza.

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