Missioni Consolata - Febbraio 2002

MISSIONI CONSOLATA 8 FEBBRAIO 2002 P ROBLEMI A VALANGA N oto con disappunto che la vostra rivista non insegna a diventare più osservante della parola di Dio, non aiuta a migliorare la cattolicità, ma sta diventando un periodico po- litico e, per di più, filo «No-global»: un movimento che ritengo molto ne- gativo anche per la morale cattolica, perché è anarchico e ateo. Su Missioni Consolata di settem- bre, pagina 11, riportate cosa ha fat- to il vescovo di Kyoto, senza alcun commento. Chi tace acconsente! La cosa è di una gravità eccezionale: come può un vescovo predicare l’o- dio politico e religioso? L’imperato- re del Giappone è pure capo religio- so per i suoi seguaci. Dov’è il detta- to di Gesù «date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio»? Come si permette di criticare l’in- no nazionale, che celebra l’impera- tore come capo dello stato (e non il popolo), quando anche il papa è ca- po di stato e, per di più, assoluto e non democraticamente eletto dal popolo? Un vescovo può sbagliare, ma un redattore non deve riportare un errore, come se fosse una cosa bella. A pagina 64 dello stesso numero vi è uno dei soliti articoli contro le multinazionali. Queste sono società di extraterrestri e vogliono coloniz- zarci? Nelle multinazionali lavorano migliaia di persone (e molte azioni sono del Vaticano): costoro sono an- ch’essi colpevoli, perché eseguono gli ordini e interessi delle multina- zionali? Mi sapete spiegare perché una multinazionale deve, a proprie spe- se, stipendiare ricercatori, costruire laboratori con attrezzature costose e, forse, scoprire ogni tanto qualche prodotto che fa bene all’umanità e poi, sempre a proprie spese, deve darlo a poco prezzo ai poveri? Perché i governi dei poveri (e non i governi dei «ricchi»), invece di spendere in armamenti, non spendono nei medi- cinali delle multinazionali? Se l’Iraq avesse fatto controllare tutti i suoi siti industriali dagli in- caricati dell’Onu, non ci sarebbero state sanzioni e, quindi, potrebbe spendere in medicinali e vitto per il proprio popolo. E il prete che va a «Porta a Porta» (forse un missiona- rio della Consolata?) non avrebbe da lamentarsi per i bimbi iracheni che muoiono! La chiesa cattolica perché non vende le sue proprietà immobi- liari (i sacerdoti potrebbero vivere come Gesù Cristo), per investire il ricavato in medicine per i poveri? È bello dire sempre «dovete da- re» e mai... «diamo»!... Sul numero di ottobre, pagina 69, già il titolo fa ribrezzo. Gli «otto na- ni miopi e prepotenti» sono stati e- letti democraticamente dai loro po- poli e, quindi, non sono né nani né miopi. Questi titoli vanno bene per Paolo Moiola e per il direttore che ne autorizza la stampa: l’uno e l’altro, non eletti democraticamente, dimo- strano di essere presuntuosi! Sono spiacente anche di verifica- re come, oggi, si dica che ogni reli- gione è valida: così pagani, buddi- sti, indù, maomettani, testimoni di Geova, mormoni, luterani... saranno premiati come i cattolici, se si com- portano secondo il loro credo. Allo- ra Gesù ha sbagliato a dire di con- vertire i popoli e anche i missionari non hanno più scopo di esistere... Io faccio la carità perché, cono- scendo Cristo, la tua anima si salvi; ma, se la mia carità serve solo a dar- ti da mangiare e tu rimani buddista o maomettano, preferisco darla ai veri cristiani-cattolici. Cesare Verdi - Riva di Chieri (TO) Del vescovo di Kyoto, Otsuka, si parla in «La chiesa nel mondo», una rubrica che da sempre riporta fatti senza commenti. Ma la notizia non accenna ad alcun «odio politico e re- ligioso» da parte del vescovo. Per rispondere alle altre questio- ni, l’intera rivista non basterebbe. M ARCE DI PACIFISTI E GUERRA E gregio direttore, da anni leggo la sua rivista e, in varie occasioni, mi sono irritato di fronte a posizio- ni parecchio oltranziste, sostenute dai redattori nei confronti degli Sta- ti Uniti d’America. Sicuramente non è tutto oro quel che brilla oltreo- ceano; ma, quando la critica negati- va è continua, sistematica e totale, mi pare ovvio dedurre che c’è una grave mancanza di obiettività. Domenica, 10 novembre, alcuni di loro avranno sicuramente preferito marciare con gli spaccatori di vetri- ne (certo, non tutti lo sono). Ma, se lei ha visto la diretta di «Rai 1», a- vrà notato un’anziana donna che, a- vendo avuto l’ardire di raccogliere da terra e baciare una malridotta ban- diera statunitense, è stata stratto- nata da alcuni giovani eroi-marcia- tori e sicuramente pacifisti, per ri- prendersi il vessillo e nuovamente calpestarlo. Sono fatti che non han- no bisogno di alcun commento. Per quanto riguarda le varie «et- nie» di pacifisti, pongo a lei, che non vedo mescolato ai «marciatori», la domanda: ritiene che la questione afghana si sarebbe potuta risolvere (come pare stia accadendo) con mar- ce e striscioni contro la guerra tout court ? Guido Laurenti - Isera (TN) No, la questione afghana non si ri- solve con marce e striscioni. Ma si sta risolvendo con le bombe? P OVERA «M ISSIONI C ONSOLATA »! N on di soldi, ma di articoli. Quan- do la rivista per mesi (dico me- si) continua a battere sul G 8 di Ge- nova con articoli alla... Bertinotti, non solo è povera, ma poverissima. Quando poi l’articolista Pa.Mo. ( Mis- sioni Consolata di ottobre-novembre 2001) afferma di essere stato a New York a ferragosto, io mi fermo. Spariamo sul G 8, però andiamo a New York, abbiamo il telefonino, be- viamo coca-cola, mangiamo ai Mc- Donald’s ... Non vogliamo il G 8, però prendiamo tutto ciò che il progres- so ci dà e, se possibile, ancora di più. Piangiamo per gli affamati in I- raq. Ma chi è che li ha portati alla fa- me, se non Saddam stesso che inve- ste capitali all’estero e spende a lar- ghe mani per avvelenare il mondo? Perché dovremmo essere noi a sfa- mare il suo popolo? Lo stesso dica- si per Bin Laden e i vari sceicchi! La politica del disprezzo NO!

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