Missioni Consolata - Febbraio 2002
larità; l’informazione, sebbene for- malmente libera, è condizionata dal partito al potere; dopo alcuni casi clamorosi di maltrattamento e arre- sto di giornalisti, le redazioni prati- cano una sorta di autocensura. La costituzione garantisce tutti i diritti, ma in pratica spesso non c’è sufficiente volontà di farli rispetta- re. La polizia agisce indisturbata e ricorre a violenze, confidando sul- l’impunità che le viene di fatto assi- curata; sono normali gli arresti sen- za regolari ordini da parte della ma- gistratura. Il potere giudiziario è controllato da quello politico, no- nostante che sulla carta ne sia indi- pendente. IL RISVEGLIO DELLA DIGNITÀ Sono diverse le organizzazioni u- manitarie presenti in Armenia. Le prime arrivarono subito dopo il ter- remoto. Fu un fatto che suscitò scal- pore, perché era la prima volta, do- po decenni di totale chiusura verso gli stranieri, che si permetteva loro di operare in un territorio sovietico. Arrivarono anche degli italiani. Tra loro un medico siciliano, Antonio Montalto , che dal 1994 si è stabili- to definitivamente nel paese. Passata l’emergenza terremoto, sono emerse altre difficoltà, legate alle gravi carenze di strutture socia- li e sanitarie. C’è chi, come i «Me- dici senza frontiere», si occupa dei «bambini difficili». Costoro subi- scono violenze psicologiche e fisi- che dagli adulti, vengono mandati ad accattonare o sono utilizzati da circoli mafiosi; una volta acciuffati dalla polizia, sono rinchiusi in orfa- notrofi simili a carceri. C’è chi offre assistenza alle don- ne vittime di violenze da parte degli sfruttatori della prostituzione o al- l’interno delle mura domestiche: un fenomeno, quest’ultimo, più ampio di quanto non si creda, perché i maltrattamenti in famiglia vengono raramente denunciati. AntonioMontalto ha scelto di oc- cuparsi della ristrutturazione dei re- parti-maternità negli ospedali, ulti- mamente soprattutto in Karabakh, e della formazione del personale che vi lavora. La scelta di assistere le donne in un momento delicato come la maternità non è casuale, né è casuale il nome che ha voluto da- re alla propria organizzazione: Fa- mily care . Antonio è convinto che molti dei problemi nascano dalla mancanza di solidarietà tra la gente, anche al- l’interno delle famiglie. Il suo pro- getto è ambizioso, e va al di là della semplice offerta di aiuto. «Non so- no qui solo per rispondere a bisogni concreti - mi spiega -. Ho la pretesa MISSIONI CONSOLATA 62 FEBBRAIO 2002 Nel reparto-maternità, costruito da Family care in Karabakh. Dal 1994 vi opera il fondatore, dottor Antonio Montalto. La cattedrale di Echuijazin. In Armenia sono numerosi i cristiani.
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