Missioni Consolata - Febbraio 2002

popolare la patria storica degli ar- meni? La sonnolenza o aria di sbi- gottimento colta sul volto dei pochi passanti a Erevan non era, dunque, come avevo ritenuto, da attribuirsi al carattere nazionale. Trovare lavoro in Armenia è as- sai difficile. La caduta dell’URSS ha messo in crisi un’economia che si reggeva solo all’interno di un siste- ma molto più ampio. In Armenia, senza risorse naturali, le materie prime giungevano dalle altre re- pubbliche dell’Unione, venivano trasformate dalle industrie locali e il prodotto andava poi ad alimen- tare l’onnivoro mercato sovietico. Ora questa catena si è spezzata. Le fabbriche sono state chiuse una dopo l’altra e la disoccupazione rag- giunge il 50%. Chi può se ne va; chi non può resta e campa alla meglio. Nelle campagne c’è l’orto a dare u- na mano. Chi ha un parente all’e- stero (in molti, a dire il vero) si fa mandare un po’ di soldi, che servo- no a sbarcare il lunario. I più intra- prendenti cercano di farsi assume- re dalle poche ditte o ambasciate straniere presenti nel paese. Non è facile neanche per chi ha un lavoro; gli impiegati statali, ad e- sempio, sono così male pagati che non fingono nemmeno di mostrare solerzia nell’eseguire il loro compi- to. Il Matenadaran (la famosa biblio- teca-museo dei manoscritti antichi, orgoglio di Erevan e di tutta l’Ar- menia) apre alle 10. A quell’ora mi sono presentata davanti al suo mas- siccio portone in bronzo e l’ho tro- vato... semichiuso. Consapevole dei miei diritti di visitatrice, mi sono in- trufolata dallo stretto pertugio... per essere fermata nell’atrio dal custo- de, accorso dalla guardiola dove l’a- vevo visto sonnecchiare. Non pote- vo entrare: l’autobus con il perso- nale addetto alla sorveglianza non era ancora arrivato. Toccava aspet- tare. Sono ritornata sulla spianata an- tistante il museo a scrutare il traffi- co: inesistente. Dopo una ventina di minuti, ho visto il pulmino, col suo carico di lavoratori, arrancare per l’erta strada che porta al museo e ho pensato che ne sarebbe precipito- samente uscita una frotta di impie- gati, ansiosi di recuperare qualche minuto di ritardo. Invece, con gran- de calma, fermandosi per scambia- re qualche considerazione col guar- diano, quattro signore, già stanche, hanno varcato la soglia del museo. E perché si sarebbero dovute af- frettare? Per me, unica visitatrice? In tutti i musei mi sono ritrovata MISSIONI CONSOLATA 58 FEBBRAIO 2002 Superficie: 29.800 kmq Popolazione: 3.500.000 (93% ar- meni) Capitale: Erevan (1.500.000 ab.) Governo: repubblica presidenziale Religione: cristiano-armena (66%), con pochi cattolici Economia: in pianura si coltivano cereali, cotone, tabacco, barbabie- tola da zucchero e vite; in monta- gna si alleva bestiame; il sottosuo- lo contiene rame, alluminio, oro... Indicatori: reddito annuo pro ca- pite: 460 dollari ($); inflazione an- nua: 349%; importazioni: 990 mi- lioni di $; esportazioni: 360 milio- ni di $; debito estero 800 milioni di $ (dati del 1998) L’Armenia, già repubblica federata nell’ambito dell’URSS, divenne in- dipendente nel 1991 AZERBAIGIAN A R M E N I A G E O R G I A AZERB. RUSSIA I R A N T U R C H I A Araks Araks Kura Alazani Rioni Mt. Ararat Lago Sevan C A U C A S O Leninakan Kirovakan Dilizhan Tbilisi JEREVAN

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