Missioni Consolata - Febbraio 2002
MISSIONI CONSOLATA 52 FEBBRAIO 2002 SENTIRSI A CASA Nell’interno del paese impressio- na la povertà. Ma la fierezza di po- ter diventare efficaci compagni nel- la costruzione della nuova società appare evidente. Le persone, appe- na vi vedono, sorridono, vi abbrac- ciano, anche se non vi conoscono. Rimango colpito da questa mani- festazione di affetto. Si direbbe che ogni sforzo viene messo in atto per farti sentire a tuo agio, come a casa. Jorje mi offre immediatamente un recipiente di mate: una bevanda cal- da, una specie di tè proveniente dal- la provincia di Misiones. Rifiutarla sarebbe un gesto di scortesia. La si beve insieme, dalla stessa cannuc- cia, simbolo della vita condivisa, trasmissione di una filosofia dell'e- sistenza fondata su valori duraturi che non devono assolutamente per- dersi. La loro casa diventa la tua casa e mai, come in Argentina, ho avuto l'impressione di sentirmi a casa. I bambini che sorridono, i cani che dormono ai tuoi piedi, le galline che beccano, i genitori che si danno da fare per servirti. Non esiste forma- lismo: la gente si manifesta per quel- lo che è, del tutto indifferente del- la povertà o disordine che potreb- be esserci. Ciò che è importante è che tu possa mangiucchiare qual- cosa, riposarti dal caldo opprimen- te, assaporare un po’ della loro vita. Una vita a dimensione umana, ca- pace di integrare nella relazione che si stabilisce la bellezza dell'amore, della natura, degli animali, senza dimenticare di soddisfare i tuoi bi- sogni personali. Sì, la semplicità è la loro ricchezza. Uscendo da un lungo periodo di oscurità drammatica, vissuta sotto la dittatura, il paese si ritrova come un neonato nei confronti della de- mocrazia. La mancanza di lavoro, il tasso di disoccupazione (tra i più alti del- l’America Latina), i miseri salari, l’abbandono delle campagne e l’im- migrazione verso le città, sono i principali problemi. Le difficoltà della vita quotidiana, dovute alla mancanza di denaro e lavoro, pesa- no oltremodo sui «neonati». Quale futuro avrà il giovane che non ha la possibilità di studiare adeguata- mente, che è disoccupato e, soven- te, si lascia trasportare dall’alcool o dalla droga per dimenticare una si- tuazione insopportabile? La man- canza di speranza nel futuro può di- ventare il cancro di un popolo così buono. Anche la famiglia, una volta for- te e solida, oggi scoppia. L’autorità dei genitori è diminuita, la stabilità è messa a dura prova, la fedeltà co- niugale sovente è diventata un so- gno. I bambini che hanno un solo genitore aumentano e mancano i punti di riferimento per crescere in armonia. Sposati troppo giovani, sovente prima dei 18 anni, i genito- ri si accorgono di aver preso strade che a loro non vanno più bene e se ne vanno. I LUOGHI DELLA MISERIA Villa Pompeya è un quartiere di Merlo, alla periferia di Buenos Ai- res. I missionari della Consolata vi lavorano da molto tempo, si occu- pano della parrocchia e di numero- si «villaggi della miseria», che na- scono come funghi in questa peri- feria sempre più grande. Lavorando in équipe con le suore missionarie della Consolata e con laici impe- gnati, si cerca di rispondere, giorno dopo giorno, ai bisogni dei nuovi arrivati, destinati a morire nella mi- seria. La «villa miseria» si trova in tut- te le periferie delle città argentine: un insieme di catapecchie di legno riciclato o di cartone, senz’acqua né elettricità, senza servizi igienici. Nu- merose persone si ammucchiano in piccole camere, dormendo per ter- ra in una promiscuità impressio- nante. Le famiglie vere sono rare. Si trovano, piuttosto, delle per- sone che vivono situazioni partico- lari: donne abbandonate dai mariti, banditi che vengono a nascondersi, giovani sbandati, drogati e alcooliz- zati e molti bambini senza genitori. Un universo che sopravvive senza lavorare, senza istruzione, senza ser- vizi, senza relazioni, al margine del- le grandi città che le ignora e li te- me. La violenza e l’istupidimento si impongono. Visito questi luoghi con padre Ermenegildo Crespi. I sentimenti che si provano sono indescrivibili: un miscuglio di disgusto, compas- sione, paura... ma anche un deside- rio di essere loro vicini e amici. Il cuore di queste persone non è di- verso dal nostro e, se non hanno a- vuto la possibilità di svilupparsi, re- stano pur sempre delle persone che Il «Congresso», sede del parlamento argentino (copia di quello statunitense). Sotto: il mate di una aborigena (regione del Chaco).
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