Missioni Consolata - Febbraio 2002

46 FEBBRAIO 2002 CONSOLATA MI SS IONI c'è dietro a quello che è successo e sta succedendo, cosa ha fatto nascere un odio così feroce e deva- stante, come è possibile contrastarlo senza per que- sto far uso di missili e bombe. Chi cerca di farlo di volta in volta viene demonizzato, deriso, minaccia- to e da qualcuno anche considerato alla stregua dei terroristi che si sono abbattuti su New York. (...) Se non resistiamo oggi alla "tentazione" del silen- zio, della censura e dell'omologazione, domani sarà troppo tardi. Dopo l'informazione toccherà ad altre libertà e ad altri diritti civili. Nel nome della lotta al terrorismo e all'integralismo tutto sarà possibile e - quel che è peggio - tollerato. Siamo disposti ad ac- cettarlo? Spero proprio di no». Beppe Muraro sul mensile « Azione nonviolenta », novembre 2001 COS’È IL TERRORISMO? «Due crimini mostruosi hanno segnato l’inizio del nuovo millennio: gli attentati dell’11 settembre e la risposta a questi attacchi, che certamente ha fatto molte più vittime innocenti. Le atrocità dell’11 set- tembre sono considerate ovunque un evento stori- co, e questo è assolutamente vero. Ma bisogna an- che capire perché. Questi crimini hanno causato la morte simultanea del più alto numero di persone nella storia, fatta eccezione per il tempo di guerra. La parola “simultanea” non dev’essere trascurata: purtroppo i crimini sono tutt’altro che rari negli an- nali della violenza che non dipende dalla guerra. (...) Soltanto negli anni di Reagan, gli stati terroristici finanziati dagli Stati Uniti nell’America centrale hanno ucciso, torturato e mutilato centinaia di mi- gliaia di persone, hanno provocato milioni di stor- pi e di orfani, e hanno mandato in rovina quattro paesi. (...) Dire che il terrorismo è “un’arma dei po- veri” significa commettere un grave errore di ana- lisi. In realtà il terrorismo è la violenza contro gli Stati Uniti. Chiunque ne sia l’autore». Noam Chomsky, articolo ripreso dal settimana- le « Internazionale » del 30 novembre 2001; l’autore insegna al «Massachusetts Institute of Technology» (M.I.T.) di Boston STATI UNITI DI POLIZIA «Vivo a pochi isolati di distanza dal World Trade Center. A New York siamo ancora in lutto dopo l’11 settembre. Vogliamo arrestare e punire i colpevoli, smantellare la rete dei terroristi e impedire nuovi attentati. Ma le misure adottate dal governo per combattere il terrorismo limitano in modo allar- mante la libertà e i diritti civili. (...) Diritti che cre- devamo sanciti dalla Costituzione e tutelati dal di- ritto internazionale sono in grave pericolo o sono già stati cancellati. Non è esagerato affermare che stiamo andando ver- so uno Stato di polizia. (...) Ma neanche uno Stato di polizia potrebbe fermare i terroristi. L’illusione della Fortezza americana ci impedisce di analizza- re le cause di fondo del terrorismo e le conseguen- ze di decenni di politica estera statunitense in Me- dio Oriente, in Afghanistan e in altri paesi. Se le ac- cuse mosse agli Stati Uniti non verranno studiate e affrontate, il terrorismo continuerà». Michael Ratner, articolo ripreso dal settimana- le « Internazionale » del 30 novembre 2001; l’autore, avvocato esperto in diritti umani, inse- gna alla «Columbia Law School» di New York «LE MARCE COSIDDETTE DELLA PACE» «Gli orfani di Stalin si sono aggregati al carro del terrorismo musulmano, sperando che dalle piaghe e dalle pieghe della storia esca un po’ di pus per nu- trirli nuovamente. (...) Il clima persecutorio verso le forze di polizia co- minciato a Genova, la connivenza tra terrorismo islamico e le stesse frange che andarono in soccor- so delle Br, le marce cosiddette della pace ma, nei fatti, a favore della guerra altrui, sono segnali da non sottovalutare». Piero Laporta, sul quotidiano « Libero » del 25 no- vembre 2001 «IL CHIODO FISSO DELL’AMERIKA»» «Trent’anni fa, vent’anni fa, i democratici e i pacifi- sti avevano un chiodo fisso: il Cile di Pinochet. (...) E adesso? Trent’anni dopo, vent’anni dopo, i nuo- ... i media, tra guerra e pace

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