Missioni Consolata - Febbraio 2002
«DALLA GUERRA NON NASCE GIUSTIZIA» «Ogni vittima è una parte di noi che muore. (...) La metà dei soldi usati per questo primo mese di guer- ra sull’Afghanistan avrebbero consentito a 20 mi- lioni di esseri umani di quel paese di vivere in pro- sperità e ricchezza per tutto il resto della loro vita. Con il 3 per cento dei fondi destinati alla militariz- zazione dei soli e delle stelle, il cosiddetto scudo spaziale, potremmo dare acqua potabile a chi og- gi vede preclusa questa vitale possibilità. La guer- ra non è solo ciò che distrugge o uccide con le ar- mi: è tanta intelligenza, tanta cultura scientifica, tante risorse finanziarie bruciate per la morte an- ziché per la vita. Il terrorismo è nostro nemico. So- lo la pace può sconfiggerlo. Il terrorismo è nostro nemico. Esso si annida e si nutre nelle tante aree di sofferenza prodotte da un sistema ingiusto. Esso è protetto nei paradisi fi- scali, nel riciclaggio di denaro sporco, dai traffi- canti di armi, dai rialzi e dai crolli delle borse». Appello pubblicato dal settimanale « Carta » del 6 dicembre 2001, firmato tra gli altri da: mons. Luigi Bettazzi, don Luigi Ciotti, don Tonio del- l’Olio (Pax Christi), padre Alex Zanotelli SIAMO TUTTI AMERICANI? «Era dal 10 giugno 1940 che un governo non con- vocava una grande manifestazione di piazza, nella quale poter dire con orgoglio “L’Italia è in guer- ra”. Infatti l’Alleato, esaminata la pratica, ci ha concesso di schierare anche le nostre na- vi e i nostri aerei. (...) Ma cosa vuol dire “siamo tutti americani”? (...) Significa che anche noi ci sentiamo colpiti dall’attacco al pentagono e alle due Torri e che anche noi siamo responsabili della risposta che gli si dà; e infatti entriamo nella stessa guerra. Ciò però ci legittima a parlare come se fos- simo americani. La prima cosa che pertanto pos- siamo dire è che siamo pessimamente governati. (...) Elevare al rango di nemico il terrorismo significa creare un nemico universale, onnipresente (...). Uni- versale il nemico, universale la guerra, universale la militarizzazione, universale il passaggio dai co- dici di pace ai codici di guerra. E così, col terrore, in nome del terrore e contro il terrore si governa, e si trasforma la vita quotidiana in un inferno (...). Di questo ci potremmo lamentare, come america- ni. E anche di aver esibito questa immagine di un’America puritana, farisea, che si ritiene la mi- gliore e più giusta, benefica per l’intera umanità, stupita di non essere amata». Raniero La Valle, su « Rocca », quindicinale edi- to da Pro Civitate Christiana (Assisi), 15 no- vembre 2001 «O CON NOI O CONTRO DI NOI» «Non contano i pensieri e le opinioni: durante la guerra non è lecito avere dubbi, porsi delle do- mande, esercitare il proprio spirito critico; ogni for- ma di opposizione diventa un tradimento. Lo slogan "o con noi o contro di noi" è un esem- pio di questa deriva verso l'intolleranza». Gruppo Pace Valsusa, su « Dialogo in Valle », periodico cattolico di Condove (Torino), novem- bre 2001 CENSURA E OMOLOGAZIONE «Disarmante è, poi, la rinuncia a capire e a spiegare cosa Sfogliando s’impara... Abbiamo «sfogliato»: Azione nonviolenta, Carta, Corriere della Sera, Dialogo in Valle, Internazionale, la Repubblica, il Giornale, Libero, Rocca.
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