Missioni Consolata - Febbraio 2002
Cronologia essenziale zato e ben equipaggiato, con il sostegno della C.l.A. e del Pakistan. Continuano a combattere contro il governo mo- derato di Najibullah, ma per il momento controllano solo alcune aree rurali. 1991: crolla l’Unione Sovietica Novembre - Burhanuddin Rabbani guida una delegazione mujaheddin a Mosca per discutere di un possibile cessa- te il fuoco. Le parti si accordano per il trasferimento del potere a un governo islamico ad interim e per lo svolgi- mento di libere elezioni entro 2 anni. 8 dicembre - L’URSS cessa di esistere. Al suo posto na- sce la Comunità di Stati Indipendenti (CIS). 1992: l’ora di Rabbani e Massud Aprile/giugno - Kabul è presa dai mujaheddin. Dopo gior- ni confusi e sanguinosi scontri intestini tra le forze ribel- li, si costituisce un governo di coalizione sotto la guida di Burhanuddin Rabbani. Vi entrano rappresentanti dei 7 partiti della guerriglia. Il comandante Ahmad Shah Massud viene nominato mini- stro della difesa. 1994: arrivano i talebani Novembre - I componenti della fazione più fondamentali- sta, quella degli studenti sunniti di teologia coranica, i ta- lebani, compaiono per la prima volta sulla scena come gruppo armato. Da questo momento i combattimenti su- biscono un’ escalation . Novembre - Kandahar viene presa dai talebani, che assu- mono anche il controllo di due province del sud, La- shkargarh e Helmand. 1995: i talebani avanzano ovunque 5 settembre - Dopo mesi di combattimenti Herat cade nel- le mani dei talebani. ll leader sciita Ismail Khan, luogote- nente di Rabbani nella città, fugge in Iran. All’O.N.U. il ministero degli esteri di Rabbani accusa il governo paki- stano di «aggressione diretta» per il sostegno fornito ai ta- lebani nella presa di Herat. Novembre - Le milizie talebane attaccano Kabul. Le trup- pe governative riescono tuttavia a respingere l’offensiva. 1996: la caduta di Kabul 20 marzo - La shura dei talebani invita il popolo afgha- no alla jihad (guerra santa) contro il presidente Rabbani. Il maulvi Mohammed Omar è proclamato condottiero dei talebani. 26 settembre - I talebani muovono verso Kabul e la con- quistano nella notte. ll presidente Rabbani e il primo mi- nistro Hekmatjar fuggono. L’ex presidente Najibullah vie- ne impiccato a un lampione. Mohammed Omar è nomi- nato capo di un consiglio provvisorio formato da 6 membri. ll Pakistan invia una delegazione a Kabul. 28 settembre - L’amministrazione americana esprime «rammarico» per l’esecuzione di Najibullah, ma si dichia- ra disposta a stabilire relazioni con il nuovo regime. I ta- lebani intanto avanzano verso il nord del paese. 2 novembre - L’Organizzazione della conferenza islamica decide di lasciare vacante il seggio dell’Afghanistan. 1997: il Pakistan riconosce il governo talebano La resistenza moderata antitalebana si concentra nella parte nord del paese, dove varie fazioni danno vita all’«Al- leanza del Nord», appoggiata dalla Russia che non vuole perdere totalmente il controllo della regione. ll generale tagiko Massud guida l’Alleanza. La guerra prosegue du- rissima e a fasi alterne nelle province settentrionali. 24 maggio - I talebani entrano a Mazar-i-Sharif, impon- gono la sharia (la legge islamica) e chiudono le scuole femminili. 26 maggio - Il Pakistan riconosce il governo dei talebani. 4 settembre - Uno dei massimi dirigenti talebani si reca in Arabia Saudita, dove a Jeddah riceve promesse di aiu- ti da re Fahd. Accusa inoltre Iran, Russia e Francia di aiu- tare Massud. 17 dicembre - Il Consiglio di sicurezza dell’O.N.U. con- danna i rifornimenti di armi da parte di eserciti stranieri alle fazioni afghane e invita le parti al cessate il fuoco. 1998: Omar e Osama 9 luglio - Un aereo dell’O.N.U. viene colpito da un razzo a Kabul. Il maulvi Omar mette al bando la televisione e annuncia la deportazione dei cristiani e punizioni per i co- munisti. 18 luglio - L’Unione europea sospende tutti gli aiuti uma- nitari a Kabul per le inaccettabili restrizioni cui è sotto- posto il suo personale. 7 agosto - Le ambasciate USA in Kenya e Tanzania salta- no in aria: i morti sono centinaia. Gli americani ritengo- no che il responsabile degli attentati sia Osama bin-La- den, un miliardario saudita che sostiene anche finanzia- riamente i talebani.
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