Missioni Consolata - Gennaio 2002

considerate «comunità sottosvilup- pate». C’è un ulteriore aspetto fonda- mentale. In questo secolo la stessa scienza occidentale, sotto le spoglie della fisica subatomica, ha smenti- to alcuni capisaldi su cui si basava la fisica classica. La «teoria dei si- stemi complessi» è riuscita a dimo- strare che il meccanicismo ed il ri- duzionismo , che per secoli hanno dettato legge nella nostra società, non sono in grado di interpretare e risolvere i problemi attuali. Un nuo- vo principio aleggia sulla scienza moderna: il principio di indetermi- nazione. È istruttivo, quindi, che la stessa scienza abbia in un certo senso smentito se stessa e si sia corretta, diminuendo drasticamente l’abisso esistente tra la conoscenza occiden- tale e quelle non occidentali. Il problema è che oggi pochi en- fatizzano questo aspetto e troppi continuano a percorrere la strada di sempre. COME AFFRONTARE UN PROBLEMA ECOLOGICO? In base a queste riflessioni, la trat- tazione tecnica e generale di un pro- blema ecologico può essere accom- pagnata, ove possibile, da conside- razioni di natura differente: 1) pensare agli effetti «nascosti» delle azioni quotidiane: ad esempio, mettendo in relazione il gesto del «fare benzina» sia con i cambiamenti climatici sia con il «desplazamento» di intere popola- zioni; oppure l’uso di tecnologie so- fisticate con la necessità di estrazio- ne di metalli nobili, le problemati- che relative al loro smaltimento, le popolazioni residenti sui territori di estrazione; 2) seguire un’« ecologia della men- te »: ad esempio, correlando la questio- ne dell’«alta velocità» con il con- cetto di velocità nella vita quotidia- na (i paradossi legati al «voglio di più, più veloce, più lontano», alla smania di andare più lontano e ri- manerci meno tempo, all’irrequie- tezza della società…) ed inserendo- la nel contesto della globalizzazio- ne (più merci, più lontano; popolazioni e territorio interessati dall’opera visti come «vittime ne- cessarie», come «corridoio di attra- versamento» senza diritti o prete- se); oppure correlando il problema dei rifiuti e dei consumi alla temati- ca del ben essere - ben avere ; 3) considerare il punto di vista dell’ « etnoscienza »: ad esempio, correlando i risultati degli studi sull’effetto serra con la visione intuitiva di alcune popola- zioni non occidentali; oppure il pro- blema dello smaltimento rifiuti con lo stile di vita dei popoli che, diver- samente da noi, chiudono il ciclo di produzione-consumo non gene- rando rifiuti… (fine 1.a puntata) Wuppertal Institut, Futuro Sostenibile , EMI, Bologna 1999 Mathis Wackernagel e William E. Rees, L’impronta ecologica – Come ridurre l’impatto dell’uomo sulla terra , Edizioni Ambiente, Milano 2000 D. H. Meadows, D. L. Meadows, J. Randers, Oltre i limiti dello svilup- po , Il Saggiatore, Milano 1993 John Janovy Jr., Ecologia essenzia- le – 20 domande chiave, 20 risposte chiare , Edizioni Ambiente, Milano 2000 Hugh Montefiore, Tempo di cambiare – Le radici bibliche dell’ecologia , Edizioni Messaggero, Padova 2000 Worldwatch Institute, State of the World – Stato del pianeta e soste- nibilità. Rapporto annuale , Edizioni Ambiente, Milano 2000 Michael Carley, Philippe Spapens, Condividere il mondo , Edizioni Ambiente, Milano 1999 F. Hinterberger e altri, Economia Ecologia Politica , Edizioni Ambiente, Milano 1999 B IBLIOGRAFIA (*) S ILVIA B ATTAGLIA da anni si occupa di ecologia sia come appassionata ambientalista che come esperta del settore, essendo laureata in «inge- gneria per l’ambiente e il territorio». Ha approfondito gli argomenti riguardanti la sostenibilità ambienta- le, gli indicatori ambientali e gli indi- catori di sostenibilità, nel contesto del recente dibattito sulla necessità di indicatori sostitutivi al Pil. Ha integrato gli studi universitari con la partecipazione a numerosi semina- ri sulle questioni ambientali ed eco- nomiche e con l’interesse verso i temi dell’educazione ambientale, del- l’educazione alla mondialità e dell’in- terculturalità. Collabora con la «Scuola per l’Alternativa» di Torino.

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