Missioni Consolata - Gennaio 2002

Centrafrica orientale. Oggi è ridotto a un impoverito agglomerato urba- no di 30 mila abitanti. «Da due anni emezzomi trovo qui dentro. Sono accusata di aver ucciso il figlio di mio marito, ma non sono ancora stata giudicata e non so quan- do lo sarò», mi dice una donna an- ziana, già consumata dagli stenti. Vicino a lei c’è un giovanotto dal- la corporatura robusta, spalle larghe, sguardomobile e intelligente. Dà su- bito l’impressione di essere troppo intraprendente nel fare i suoi affari. Confessa di dovere scontare dieci anni di prigione per furto. La guar- dia che mi sta a fianco precisa che e- ra un doganiere: fu colto sul fatto mentre intascava quel che doveva andare all’erario. La prigione è un edificio rettango- lare, situato ai margini del mercato della città. Èun recinto, con un gran- de cortile e alcune stanzette lungo il muro perimetrale. Ci sono 130 car- cerati, alcuni ancora in attesa di giu- dizio e altri già condannati a vari an- ni di carcere. Il carcere non fornisce cibo ai de- tenuti. Per mangiare devono arran- giarsi, andando ogni giorno a lavo- rare fuori della prigione o ricorrere all’aiuto di parenti e amici. La don- na accusata di aver causato la morte del figlio di suo marito, è madre di 10 figli, dei quali solo 4 sono ancora in vita. Ma abitano lontano dal vil- laggio e non possono esserle di aiu- to. «Mi nutro con quel che mi passa la Caritas diocesana». «Non sei ancora stata giudicata; perciò puoi uscire dal carcere in cer- ca di un lavoro. Perché non ne ap- profitti?» le chiedo. «Ho paura - mi risponde -. La gente mi considera u- na donna cattiva. Ieri sono uscita e una persona in bicicletta mi ha inve- stita, buttandomi a terra. Ho paura». Michel è stato condannato per a- ver «causato la morte» di una delle sue tre mogli. Viene da un piccolo villaggio. Una delle mogli lo ha se- guito a Bangassou e si occupa di lui. MISSIONI CONSOLATA 42 GENNAIO 2002 Donna accusata di stregoneria nel carcere di Nangassou: se libera, sarebbe linciata dalla gente (a lato: interno del carcere). Pagina accanto: la signora Feisani, deputata, che lotta per la parità delle donne.

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=