Missioni Consolata - Gennaio 2002

ramento delle meschinità e dei tra- vagli della vita umana. Un’altra opera segnalata fu quella di Geremy Rowe, professore di lette- ratura e drammaturgia inglese. An- glicano, anch’egli è passato alla Chiesa cattolica nel 1977. La sua opera presentata al Concorso ha per titolo The Speech (Il discorso), a cui l’autore stesso ha posto come sotto- titolo «una commedia ecumenica»; è animata da sottile humour , proprio degli inglesi, che avvolge il grave problema ecumenico con una nota (spesso assente) di serenità e brio. E questo, forse, per suggerire che alla metodologia ecumenica manca la capacità di sorridere. Ci si preoc- cupa, troppo, che a nessun «i» man- chi il suo puntino e che tutte le vir- gole siano al posto giusto, perché in caso contrario casca il mondo. Che fare per passare da un ecume- nismo drammatico ed anche tragico ad un ecumenismo «commedia» ? La commedia - si sa - ha una sto- ria che si perde nei secoli. È una composizione faceta, fresca, libera e vivace, al fine di colpire la fantasia del pubblico e farlo ridere o sorride- re, almeno un po’. Si pensi alle com- medie di Eduardo De Filippo, nelle quali gioia e malinconia si mescola- no insieme, per superare la faticosa realtà quotidiana, con qualche slan- cio verso la fede in un Dio mezzo cri- stiano e mezzo ignoto. ARRIVA UNA BANDA ROCK Il Discorso ha come protagonista James Sewell, pastore anglicano, ex biologo ed attuale studioso di reli- gioni. La moglie Ruth è cattolica, vera padrona di casa, sempre solle- cita ad offrire tè, caffè e cioccolata agli ospiti. Ci sono anche due figli, maschio e femmina, in età scolare: lui è Keith, che si definisce «il mem- bro dimenticato della famiglia», e lei è Polly, fantasiosa e al momento impegnata a studiare a fondo il rap- porto che intercorre tra la lunghez- za dell’alluce e del mignolo del pie- de umano. È Polly, con il compagno George (altrettanto estroso), a sconvolgere la serietà del padre. Il quale è inca- ricato di tenere un’importante con- ferenza ecumenica nella sala della cattedrale sul tema «Il miracolo», ben sapendo che cattolici e angli- cani al riguardo non la pensano al- la stessa maniera. E perché «la nascita» non potreb- be essere considerata un miracolo? È il quesito di Ruth. La moglie cat- tolica, poi, suggerisce al marito di non dimenticare «il miracolo» di un eventuale Night Club costruito sulla cima della Rocca di Bass... La vigilia del giorno fissato per la conferenza il signor Sewell vorrebbe passarla a rivedere il suo discorso, ma deve intrattenersi con amici e conoscenti. Tra costoro s’intruffola il bizzarro George: questi, approfit- tando di un momento di distrazione del pastore anglicano, gli sottrae dalla cartella il testo della conferen- za, ma solo per leggerla in antepri- ma. George ritorna affannato, qualche ora dopo, per chiedere a Polly che l’aiuti a ribattere al computer il testo del padre, perché gli è caduto in una pozzanghera, con il risultato che al- cune pagine sono andate smarrite ed altre sono illeggibili. I due giovani, insieme, ribattono il testo. Il giorno dopo, il pastore anglica- no legge il discorso, rendendosi su- 36 GENNAIO 2002 CONSOLATA MI SS IONI Ecumeni smo con un po’ di «humour» S iamo circondati e immersi in cose più grandi di noi, difficili, che in- generano la malattia della tristezza. «Se vi è un inferno - disse un ta- le -, lo si può trovare nel cuore di un uomo triste». Allora «la lampada è senza olio» e «sul ponte sventola la bandiera bianca». La tristezza ac- centua la solitudine e si diventa isole. Oggigiorno ci si lamenta che, per- sino nel calcio, non c’è allegria, ma sbadigli. L’attore-regista Roberto Benigni, mettendo in scena Pinocchio, dichia- ra che intende regalare un po’ di gioia all’umanità... Beppe Grillo dice: «Prendi un musulmano: lo bendi, lo giri e rigiri; ma quando si ferma, egli sa sempre dov’è la Mecca. Invece la nostra religione sparisce: non sap- piamo neanche quale è la spalla dello Spirito Santo». Il comico intende dire che molti non sanno più farsi il segno della croce. Ad accorgersi che la troppa serietà è nociva lo sono anche i filosofi. C’è il caso di Manlio Lentini Sgalambro, che pensa di abbinare il suo pensie- ro filosofico alla musica leggera e ballabile: «E ciò per sgravare la gente dal peso di vivere. La musica leggera ha questo di bello: in tre minuti può dire quanto un libro di 400 pagine». Esagerato? Un teologo brasiliano scrive: «Per i poveri la serietà del cristianesimo nasconde il divino... Per i popoli indigeni dell’America Latina e soprattut- to dell’Africa il cristianesimo è una buona notizia?». Il mondo sta cambiando. Anche nel modo di presentare il cristianesimo qualcosa deve cambiare, per non ridurci ad essere dei frequentatori-clien- ti o custodi di chiese, magari belle, riscaldate d’inverno e con l’aria con- dizionata d’estate. Ma tristi. Nel romanzo «Le chiavi del Regno» di Archibald Cronin il missionario ecumenico Francis è così presentato: «Tu sei il gatto randagio, che arriva sornione per la navata della chiesa, proprio nel momento in cui, durante una predica, la massa dei fedeli si smascella di sbadigli». N ell’ecumenismo manca qualcosa, forse anche in quello «spirituale». Più che di serietà o freddezza scientifica, storica ed esegetica, abbi- sogna di qualche aggettivo o punto esclamativo. Se non proprio di una banda rock o un pranzo alla Babette, certamente di un po’ di pathos , sim- patia umana, qualche sorriso, intuito popolare, perspicacia. Non - come diceva Pascal - dell’«esprit de géométrie» quanto «dell’esprit de finesse». Persino la matematica, con un buon insegnante, può diventare simpa- tica, come la filosofia vista da Luciano De Crescenzo. I. T.

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