Missioni Consolata - Gennaio 2002
(1846-1908) dal titolo Alle porte d’I- talia . Questo libro proprio non lo cono- scevo, né riuscivo a capire perché il pastore me l’avesse donato. De Ami- cis era cattolico, ma visse da agno- stico. Aveva compiuto un viaggio a Pinerolo e nelle valli abitate da val- desi, osservando, interrogando, stu- diando. In Alle porte d’Italia pre- senta i valdesi con grande simpatia. Il loro martirio lo colpì in profon- dità, al punto di colpevolizzarsi co- me «cattolico». Il pastore Tourn si pose la do- manda se De Amicis avesse descrit- to il mondo valdese in modo ogget- tivo. Ma che importa l’oggettività in alcuni casi? Le cose andarono così. Conta la simpatia, il pathos , il calore ed anche la commozione con cui De Amicis partecipò alla «nostra tragedia». UNA MONTAGNA DI LIBRI PER UNO SPORT ERUDITO Oggi si è in molti a scuotere la te- sta, soprattutto se si prende in con- siderazione l’ecumenismo dottrina- le, dalle dimensioni ormai illimita- te: libri su libri, ma solo per addetti ai lavori; una specie di «riserva di caccia», uno sport erudito. Ciò vale anche per l’ecumenismo dei docu- menti, a conclusione di pur impor- tantissimi incontri. La storia dell’ecumenismo dottri- nale è complessa, lunga e turbolen- ta. Piena di polvere. Il solo tentare di dire qualcosa spaventa. Occorre- rebbe scrivere altri volumi... Lasciando da parte quanto avven- ne dal 1054 in poi tra la Chiesa lati- na e quella orientale, risulta che dal secolo XVI al XVII ci si limitava, tra cattolici e protestanti, a colleziona- re gli errori degli avversari, oppo- nendo argomento ad argomento, te- sto biblico a testo biblico, senza ri- chiami storici ad eventuali sbagli da ambe le parti. Durezza, intransigen- za. Linguaggio forgiato per la lot- ta, campo aperto per la rabies theo- logorum . Un’atmosfera più tollerante si re- spirava nel secolo XVII, quando en- trò in scena la carità con i santi Fran- cesco di Sales, Vincenzo de’ Paoli, Giovanni Eudes... e quando in cam- po protestante si fecero strada il pie- tismo e il latitudinarismo (nel gran- de mare navigano le navi e i transa- tlantici, ma lo possono fare anche le scialuppe e le piccole imbarcazioni): indirettamente favorirono un certo spirito di tolleranza. Nel frattempo la divisione dei cri- stiani diventava scandalosa nei ter- ritori di missione. Si sa che la Chie- sa esiste grazie alle missioni, come il fuoco esiste quando brucia. Però si stava esportando un «Cristo divi- so». Jean Guitton nel 1963 scrisse «Il Cristo lacerato». È di uno scandalo terribile, perce- pito da tutti, ma che non si riesce ad eliminare. Altro che scuotere la testa! Appaiono sulla fronte rughe profonde. Oggi il clima è alquanto diverso, anche per gli effetti positivi pro- dotti dall’impegno coraggioso di al- cuni pionieri dell’ecumenismo. Ciò è avvenuto dopo che il disegno di Dio sull’unità si è incarnato e impresso a fuoco, non tanto sulla carta stam- pata, ma in alcune persone, convin- te fino in fondo: l’ abbé Paul Coutu- rier, Charles Wood, Lord Halifax, Max Joseph Metzger, il cardinale Mercier, e il benedettino Lambert Beauduin. Quest’ultimo, un genio dell’ecumenismo, morì nel 1960; la stampa cattolica, ortodossa, prote- stante, senza alcuna eccezione, gli rese onore con profonda simpatia. Ancora: Yves Congar, il cardinale Bea, Paolo VI, l’attuale papa e altri, non moltissimi. Tutti senza ambi- zioni materiali, però tenaci, dottri- nalmente preparati e non sempre compresi. Hanno dissodato il terre- no. PURIFICARE LA MEMORIA Non a tutti piace che il papa s’in- ginocchi per chiedere perdono del- le colpe del passato della Chiesa... La copertina del testo della Com- missione teologica internazionale, dal titolo «Memoria e riconciliazio- ne - La Chiesa e le colpe del passa- Roma, dicembre 1991: vescovi ortodossi, e protestanti al Sinodo dei cattolici per l’Europa.
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