Missioni Consolata - Gennaio 2002
MISSIONI CONSOLATA 28 GENNAIO 2002 stata scartata. Nei giorni seguenti, tut- tavia, persone e gruppi di diversi set- tori sociali mi hanno contattato. I mezzi di comunicazione hanno inizia- to un nuovo dibattito. I funzionari del- lo stato e dei partiti discutono il pro- blema. Si sta formando un clima più disteso e ragionevole. Come si collega il suo servizio al- l’università con queste «intromis- sioni» in politica ed economia? Inoltre, non sta forse optando per una società permissiva? Nel XVI e XVII secolo il domenicano Fran- cesco Vittoria e il gesuita Luigi Molina, nelle università di Coimbra e Salaman- ca, cercavano le strade per risolvere i conflitti legati al commercio degli schiavi, problema dell’usura, diritto di fare guerra, condizioni per trattati di pace, legittimità del lucro nel settore delle finanze, commercio, industria ecc. Secondo Molina e Vittoria, i responsa- bili delle università devono parlare agli studenti e al pubblico: ai funzionari del- lo stato devono parlare anche a livello di giustizia, polizia e finanze, e agli agenti dell’economia devono parlare di banche, commercio, industria ecc. usando argomenti ragionevoli, senza invocare invano Dio né ricorrendo alla sacra scrittura. Questi teologi volevano risolvere i con- flitti evitando il massimo possibile la pena capitale, imprigionamenti, espro- priazioni dei beni, perché tali mezzi so- no restrizioni odiose ( odiosa restrin- genda ). Per questi teologi e moralisti il cam- mino da seguire nella risoluzione dei conflitti è quello di favorire atteggia- menti che liberino possibili prevarica- tori dai castighi menzionati, aprendo loro cammini favorevoli ( favorabilia extendenda ), che diano loro spazio per agire come persone impegnate in affa- ri. È chiaro che tali affari devono esse- re orientati al bene comune. Per Molina e Vittoria, la forza dello sta- to, specialmente la giustizia e polizia, come pure le pene ed espropriazioni dei beni ai commercianti ritenuti prevari- catori, deve essere usata il meno pos- sibile, perché è da tale forza che nasce facilmente l’abuso del potere e l’espro- priazione paralizza la motivazione pro- duttiva degli imprenditori. L’università cattolica del Mozambico (Ucm) è parte di questa società: non può dichiararsi estranea ai problemi le- gati alla corruzione. L’Ucm vive e lavo- ra assieme a tutti gli altri mozambica- ni. Dobbiamo individuare delle vie per costruire una società con un ordine tol- lerabile, promuovendo il bene comune. Blindati abbandonati, triste ricordo della guerra civile, e alpini italiani che favorirono il processo di pace... Oggi, per consolidarla, si deve investire nell’agricoltura, per assicurare cibo a tutti, e non solo.
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