Missioni Consolata - Gennaio 2002

SACRE SORGENTI... IN BOTTIGLIA Sedemmo a tavola, intirizziti dal- la gelida pioggia. E con voluttà ac- cogliemmo il cameriere che ci servì una ciotola di gulasch odoroso e pic- cante. Troppo piccante, a tal punto che un nostro compagno di viaggio, Claudio, dopo il primo boccone, e- sclamò: «Acqua, per favore!». Claudio prese una bottiglia di plastica e vi notò un’etichetta pub- blicitaria con una chiesa verde. Do- po un istante, lesse traducendo dal- l’inglese: «Il marchio “ Sacre sorgen- ti” garantisce un prodotto della più alta qualità e purezza. Quest’acqua è stata benedetta da sua santità A- lessio II, patriarca di Mosca. Con i proventi ricavati, si ricostruiranno le chiese e i monasteri russi della re- ligione ortodossa». Firmato: l’arci- vescovo di Kostroma e Gallich. Claudio si versò da bere e, scuo- tendo il capo, commentò: «I preti se le inventano tutte per far soldi!». Seguì una vivace discussione fra gli altri compagni di viaggio (dell’asso- Il marchio, in russo, che pubblicizza l’acqua Sacre sorgenti (sopra, a destra). Il centro di Mosca e il fiume Moscova. ciazione «Amici Missioni Consola- ta») sulla «corsa» alla ricostruzione degli edifici sacri nella Russia post- comunista: chi pro e chi contro. Nella mattinata avevamo visitato la mastodontica cattedrale di Cristo Redentore, nel cuore di Mosca, e i sottostanti ricchi negozi di articoli religiosi... Nel 1931 la chiesa fu fat- ta saltare in aria dai bolscevichi, per essere poi adibita a piscina. All’ini- zio degli anni ’90, mentre il regime sovietico ateo mutava lentamente pelo, nella società locale prendeva consistenza un movimento per ri- costruire la cattedrale, che fu con- sacrata nell’agosto del 2000 in oc- casione del giubileo. Il progetto fu realizzato con in- genti capitali dello stato, ma anche con l’«obolo della vedova». Un’o- pera, comunque, assai dispendiosa: troppo, secondo osservatori non or- todossi, specialmente se tenute in conto le precarie condizioni sociali della Russia. Però la critica non si concentrava solo sui costi economici dell’impre- sa; si stigmatizzava anche «la fretta della ricostruzione materiale», sol- levando il dilemma: prima gli edifi- ci o prima i cristiani? A onor del vero, il fatto non è sta- to puramente materiale, perché nel- la cattedrale moscovita del Reden- tore «si è espressa simbolicamente la storia dell’animo russo del 19° e 20° secolo». Ricostruirla, oggi, si- gnifica cancellare «la parentesi so- vietica», per ritrovare il rapporto con la Russia tradizionale. Questa sembra un’esigenza particolarmen- te sentita, in un momento di fru- strazione nazionale, non essendo

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