Missioni Consolata - Ottobre 1996

Narco-coscienza significa mettere l'avere in cima alla scala dei valori. Certo tutti abbiamo bisogno di casa, denaro, giustizia; ma con la narco- coscienza l'avere facile, rapido e ab- bondante viene messo al primo po- sto. Il resto, come la vita degli altri, passa in secondo piano; e anche la . . . . propna: c1 s1 ammazza, ma non s1 costruisce se stessi... La narco-co- scienza è contagiosa: nelle scuole, quando il prezzo della coca aumenta, diminuiscono gli allievi: vale di più far soldi in fretta che costruirsi come persone! L'evangelizzazione propone altri valori, superiori a quello del denaro ottenuto ad ogni costo. Di fronte a violen:z:a e narco- coscienza, lei sta facendo scel- te pastorali concrete••• Stiamo cercando di creare mo- menti forti di evangelizzazione. Non sono solo teorie, perché coinvolgia- mo piccoli gruppi di coloni per far capire alla gente la necessità di agi- re. Inoltre ci sforziamo di avviare at- tività di formazione integrale: per e- sempio, la Cittadella giovanile con- tadina, che è un'iniziativa a favore dei giovani ad alto rischio, isolati , senza opportunità di elevare la qua- lità di vita; per cui tendono ad accet- tare offerte, anche disoneste, pur di uscire da questa situazione. I giovani accettano il nostro pro- getto, perché offre un ' alternativa al- la coca. Ricevono formazione tecni- ca e accademica, incluse le risposte cristiane ai problemi sociali ed eco- logici. Le tecniche agrarie insegnate rispettano l ' ambiente amazzonico. La droga (problema mondia- le !) significa che qualcosa non fun:z:iona a livello planetario. Che cosa? Finché non si guarderanno i pro- blemi nella loro dimensione mon- diale, non si potranno intravvedere soluzioni. La droga è un sintomo, non la malattia; occorre vedeme le cause: prima di tutto il vuoto di va- lori; oggi, ad esempio, la parola «virtù» fa ridere... La crisi di valori esiste in tutto il mondo e contribui- sce anche al mantenimento di zone di estrema povertà. La lotta contro la coca consegue grandi risultati, per- ché si lotta contro una pianta, non contro la crisi di valori che sta dietro il narcotraffico. Manca una volontà politica per risolvere il problema: troppa gente trae profitto dal flusso di denaro proveniente dal narcotraf- fico, con le banche in prima fila. Sa- rebbe bello se il papa dicesse una parola al riguardo... La legalizzazione della coca è au- spicabile; ma da sola non serve; va accompagnata da formazione, so- prattutto dei giovani . La storia inse- gna che negli Usa, tra le due guerre mondiali, dopo la messa al bando della produzione di alcoolici, sono nate le mafie; e queste si sconfigge- ranno quando si toccherà il denaro e si lotterà contro i corrotti. In Colombia si dice: se non ci fosse il consumatore, non sa- remmo costretti a produrre co- ca. Lei cosa ne pensa? Scuse inutili. Cons-qmatore e pro- duttore sono legati. E chiaro che, nell'economia capitalistica, offerta e domanda vanno insieme. Per risol- vere il problema ci sono strade più efficaci. l missionari della Consolata hanno lanciato la cam_pagna: «A'on J;. dola coca.. :LuànJo. ~ d.elute» . Su che cosa impegnarsi? L'espressione «non di sola coca» è ispirata dal vangelo. Ma oggi si crede poco nella forza del vangelo; esso però è presente nei nostri pro- getti di formazione integrale, rivolti a bambini di famiglie disgregate o di madri sole, che devono lavorare e non hanno tempo per i figli. Pensiamo anche a un 'università, accessibile alle possibilità economi- che della gente. Le potenzialità della regione sono varie, perché le risorse amazzoniche sono tante. Abbiamo progetti che coinvolgono più fami- glie, dove si punta non solo alla pro- duzione, ma anche ad uno stile di vi- ta secondo determinati valori sociali e culturali. L'università affronterà anche il problema agricolo... Senza dubbio. Questi sono gli a- spetti rispondenti alla situazione del Caqueta. Ma occorre anche formare maestri capaci e responsabili. All 'u- niversità (che si chiamerà «José Al- lamano») vogliamo dare una carat- teristica interessante: che sia soste- nuta particolarmente dal volontaria- to, cioè da persone che offrano una parte della propria vita per gli altri. Abbiamo avuto belle esperienze di volontariato in questi 10 anni con missionari laici; ne sono passati 60 di molte nazionalità. Ci sono profes- sori che si fermano per due-tre anni. Speriamo che il flusso continui. Il volontariato è un segno dei tempi. • <NON DI SOLA COCA» 67 Missioni Consolata - Ottobre '96

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