Missioni Consolata - Ottobre 1996
C ominciarono i gesuiti, nel secolo XVII, a evangelizzare alcuni gruppi indigeni della regione amazzonica colom- biana. Ma la loro presenza fu troncata dalla soppressio- ne della Compagnia di Gesù (1773). Lotte per l'indipendenza e guerre civili impedirono, per oltre un secolo, ogni attività missio- naria nel Caqueta, nonostante gli isolati tentativi fatti da france- scani e gesuiti. L'evangelizzazione sistematica riprese quando la regione passò sotto la giurisdizione della diocesi di Pasto, poi di Popayan, e alcuni cappuccini spagnoli, a partire dal1895, si sta- bilirono lungo i fiumi Putumayo e Caqueta. Nel 1904 fu creata la prefettura apostolica del Caqueta e Putu- mayo, affidata ai cappuccini della provincia Catalana. La nuova circoscrizione ecclesiastica comprendeva tutta la regione amazzo- nica colombiana (257 mila kmq) , amministrativamente divisa in tre •<intendenze>•: Caqueta, Putumayo e Amazonas. A piedi , a cavallo, in canoa, i pochi missionari percorsero in lun- go e in largo l'immenso territorio, per raggiungere i gruppi indigeni più sperduti, unici abitanti della foresta vergine. I frutti del durissimo lavoro pionieristico furono pubblicamente riconosciuti con l'eleva- zione della prefettura a vicariato apostolico (1930). Nel frattempo era iniziata la colonizzazione e il lavoro dei pochi cappuccini aumentava di giorno in giorno. L'8 febbraio 1951la re- gione venne divisa in tre circoscrizioni ecclesiastiche: il vicariato di Rorencia, comprendente il dipartimento del Caqueta e parte del Putumayo, fu affidato ai missionari della Consolata; ai cappuccini rimasero il vicariato di Sibundoy, costituito dal resto del dipartimen- to del Putumayo e zone adiacenti, e la prefettura di Leticia, formata dall 'intero dipartimento dell'Amazonas. I primi cinque missionari della Consolata arrivarono nella dio- cesi di Bogota nel 1947 : fu affidato loro un lembo di territo- rio, lungo 250 km e largo 25, sulla riva destra del Rio Mag- dalena: una zona dal clima caldissimo, popolata da poveri campe- sinos e completamente priva di sacerdoti, uccisi o costretti a fuggi- re perché troppo coinvolti nella guerra civile tra conservatori e li- berali. In quel primo drappello c 'era anche padre ANToNio To- RASSO, al quale venne affidato il nuovo vicariato di Rorencia: ave- va 38 anni quando fu consacrato vescovo e prese possesso della nuova responsabilità (aprile 1952). A Rorencia , sede vescovile, trovò una bella chiesa, un ospedale, un collegio maschile in mano ai fratelli delle scuole cristiane, un collegio femminile e una scuola elementare con un migliaio di a- lunni; nel resto del territorio esistevano solo le parrocchie di Belém e San Vicente, a cinque giorni di cavallo, e la missione Puerto Le- guizarno, raggiungibile solo in aereo o canoa. Uomo volitivo, organizzatore nato, animato da ardente zelo a- 54 «NON DI SOLA COCA» Missioni Consolata- Ottobre '96 postolico, mons. Torasso fece fiorire il vicariato sotto tutti gli a- spetti: religioso, educativo, economico e sociale. In pochi anni i missionari occuparono numerosi centri abitati, che si erano forma- ti ai piedi della cordigliera andina e lungo le sponde dei grandi fiu- mi , fondando missioni e parrocchie, dotate di strutture essenziali: chiesa, casa parrocchiale, scuole, dispensari medici ... In occasione dell 'anno mariano (1954) promosse e segui perso- nalmente in tutto il vicariato la peregrinatio Mariae , conclusa da un congresso che si risolse in un'imponente manifestazione di fe- de. Organizzò missioni popolari, ritiri spirituali e il primo congres- so catechistico (1956) per aiutare le comunità a crescere nella co- noscenza e pratica della vita cristiana. L'attività religiosa fu accompagnata da numerose opere sociali: case popolari in Rorencia, strade per abbattere l'isolamento di va- rie comunità e missioni , stazione radio per collegare le missioni più lontane. Ma fu nel campo educativo che il vicariato fece passi da gi- gante . ll Concordato tra Colombia e Santa Sede stabiliva che nei territori di missione le scuole fossero affidate ai missionari, cui spet- tava scegliere gli insegnanti, distribuirli nelle varie località, assisterli e guidarli nel loro compito. Mons. Torasso valorizzò al massimo que- sta condizione di favore, disseminando nel territorio 115 scuole, 10 collegi, piccoli internati per ragazzi e ragazze delle famiglie più iso- late. A Rorencia e in altri centri importanti costrui scuole superiori e di avviamento professionale, un istituto magistrale e varie scuole di arti e mestieri per i figli di coloni e indigeni. La frequenza scolasti- ca triplicò: oltre 8.200 allievi. Dove non poté giungere con la scuola diretta, vi arrivò con la radio-scuola, iniziativa assunta, poi , a livello governativo: numerosi apparecchi vennero disseminati nelle famiglie isolate e così molti giovani e adulti beneficiarono dell 'istruzione. Per facilitare la stam- pa di sussidi didattici , sorse a Rorencia la tipografia «Giuseppe Al- lamano», con annessa scuola tipografica. Tutto questo in soli otto anni. Morì nel 1960, a 46 anni di età, stroncato da leucemia. Prima di lasciare il vicariato ebbe la gioia di vedere realizzato il sogno più grande della sua missione: l'ordina- zione di Ortega Gonzalez, primo sacerdote locale.
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