Missioni Consolata - Ottobre 1996

In un contesto di violenza continua, fomentata da narcotrafficanti, guerriglieri, soldati e squadroni della morte, indios e campesinos cercano uno stile di vita diverso. La chiesa e i missionari li accompagnano alla riscoperta dei valori cristiani, con tre progetti precisi. PAOLO DERIU CON L~ ACQUA ALLA GOLA Chiesa e missionari della Consolata I l vicariato di San Vicente, sorto nel 1986, conta una ventina di sacerdoti, quasi tutti missionari della Consolata. La loro attività è assorbita prevalentemente dalle vi- site alle famiglie e comunità parroc- chiali sparse sul vasto territorio. Oltre alla consueta cura pastora- le, mediante predicazione, catechesi e sacramenti, la chiesa è attenta ai bisogni primari della popolazione e vi risponde con scuole, ambulatori, strade e luoghi d'incontro. Tra i vari uffici, emerge quello della «pastora- le sociale»: è formato da religiosi e laici che si occupano di organizza- zione comunitaria, promozione u- mana, formazione del personale e consulenza per iniziative sociali. Pastorale sociale È in questo ambito che rientrano le coltivazioni alternative alla coca, gli incontri con le autorità politiche e le comunità interessate a risolvere i loro problemi. I programmi di so- lidarietà investono anche i minori, in particolare orfani e gamines (ra- gazzi di strada), vittime della vio- lenza e dello sfascio familiare. Nelle iniziative di pastorale so- ciale è fondamentale il coinvolgi- mento dei laici: preparano, ricerca- no e formano. Si chiamano «anima- tori socioculturali»: sono centinaia di persone cristianamente motivate; decine di «madri comunitarie», che si prendono cura in casa propria di bambini di cinque anni, provveden- do loro una adeguata alimentazione. Per promuovere lo sviluppo eco- nomico, sono state organizzate l O cooperative, con 35 gruppi di conta- dini e circa 300 soci, che operano in vari settori produttivi e di mercato. La chiesa cattolica favorisce l'i- struzione di tutti. La scuola liceale si orienta verso il settore agro-zoo- tecnico, industriale e commerciale. Per gli indios è stato costituito il «Centro indigenista» del Caqueta, con un'attenzione specifica all'alfa- betizzazione e la ricerca di uno svi- luppo appropriato, oltre a promuo- vere la cultura attraverso animatori e catechisti. Al riguardo è stato a- perto anche un museo etnografico e viene regolarmente pubblicato il pe- riodico Indigenismo. La carne al fuoco nell'ufficio di pastorale sociale è sempre molta. Al presente gli sforzi sono concentrati su tre progetti di estrema urgenza: il Sistema di apprendimento tutoriale (Sat), le Fattorie amazzoniche di pace e l'università <<Allamano». Apprendimento tutoriale Il Sat ha come obiettivo generale la promozione culturale ed econo- mica dei giovani. Suo centro pro- pulsare è l'Instituto Francisco d'A- sis di Bogota e, da qui, si è esteso a tutta l'Amazzonia colombiana. Il progetto è nato dalla constata- zione che nella regione, nonostante il narcotraffico, c'è ancora gente che coltiva (su scala ridotta) manioca, caucciù, cacao, anche se non ricava gli utili della coca; di conseguenza è tentata di entrare nel giro dei narco- trafficanti o migrare verso le città. L'attrazione aumenta se c'è carenza di formazione tecnico-agraria speci- fica per l'habitat amazzonico: ca-

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