Missioni Consolata - Ottobre 1996
LA COCA... DESCRIZIONE BOTANICA Nella cultura de~li incas la coca era ritenuta di ori~ine divina e riservata ai cerimoniali rel~iosi . In se~no di mas- simo rispetto. la re~ina inca era chiamata «mama coca). Nella li~ua aymara ((coca» s~nifica «pianta»: per le sue virtù è la pianta per eccellenza . Sua patria d'ori~ine sarebbe il Pen:J., secondo alcuni studiosi. ma la si trova allo stato selvatico anche in Bolivia, Ecuador e Colombia. È un arbusto molto ramificato, con corteccia bruna- stra , fo~lie alterne ovai-Ianceolate o ellittiche. sottili , coriacee. di sapore amaro, astrin~ente. che provoca sulla li~ua una sensazione di bruciore, se~uito da insensibiliz- zazione totale. I fiori sono piccoli e biancastri. riuniti in ciuffetti all'ascella delle fo~lie. Il frutto è costituito da una drupa ovale, rossa, contenente un solo seme. La denominazione scientifica, fissata dal botanico Lamarck, è Erythroxyfon coca, della fami~lia delle Erythroxyfaceae. Attualmente è coltivata in parecchie varietà, sia dalle popolazioni indi~ene che per scopi industriali, in Bolivia. Perù, Ecuador, Colombia, nel baci- no dell'Alto Orinoco e Amazzonia brasiliana. Alla fine del 1800 fu importata nelle colonie europee d'oriente (Giava. Ceylon, India); ma le pianta~ioni scomparvero sotto l'ondata di proibizionismo dei primi anni del nostro seco- lo, lasciando esemplari residui ormai allo stato selvatico. La coltivazione industriale è limitata a tre forme bota- niche di Erythroxyfon: peruvianum, bofivianum, novo- granatense. La propa~azione awiene esclusivamente per seme, ~eneralmente all'inizio della st~ione delle pio~~e. in semenzai con successivo trapianto o direttamente nel terreno. Dal terzo anno di vita ha inizio la raccolta delle fo~lie . Si fanno tre raccolte annuali. per un totale di 120- 150 chili per ettaro. Quindi le fo~lie ven~ono distese al sole, per eliminarne l'umidità, senza modificarne. però. flessibilità , aroma e altre proprietà. UN PO' DI STORIA Virtù e uso della coca sono noti da tempi immemora- bili tra ~li indios dell'area ~eo~rafica che va dalla Bolivia alla Colombia. I primi scopritori e conquistatori sp~noli trovarono che ~li ind~eni masticavano le fo~Iie di coca, come stimolante o rimedio contro i sintomi della fatica. fame e sete. Le fo~lie venivano masticate direttamente, oppure triturate e mescolate con polvere di conchi~lie (o calce) e ceneri delle fo~lie di altre specie ve~etali. quali il yarumo ( Cecropia discofor), masticandole o me~ lio suc- chiandole (mambear). Tale uso non aweniva non solo nei via~~i. durante la caccia o il lavoro, quando fame . sete e fatica si fanno sentire; ma era abitudine per ~li anziani succhiare coca in continuazione, se~no che tale masticazione era diventata, purtroppo. assuefazione e biso~no imperioso. Condannata dalla chiesa quale 11base di culti idolatri, 46 «NON DI SOLA COCA» Missioni Consolata - Ottobre '96 In alto: foglie , fiori e frutto della pianta di coca. Sopra e a destra: alcune fasi del trattamento delle foglie di coca per ottenere la basta base. portatrice di illusioni demoniache)) e proibita dal re di Spa~na (1568). la coca continuò ad essere consumata; anzi . coltivazione e consumo aumentarono in se~uito alla scoperta delle miniere d'oro e d'ar~ento: la fo~lia di coca serviva da salario e sostituiva l'alimento per ~li schiavi indios. costretti a lavorare fino a 48 ore di se~uito. Descritta per la prima volta da Jean Baptiste Lamarck e introdotta in Europa fin dal 1749 dal botanico Bernard Jussieu. la coca restò praticamente ~norata per quasi un secolo. finché GaedRenal (1844) e Newman (1859) ne iso-
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