Missioni Consolata - Gennaio 1962
si posa ngnoto fascino di questo verde che la tavolozza dei pittori non ha colori per riprodurre. Padre Airaldi, il parroco, è un missionario di stampo antico; scar- no, robusto, con una barbetta a spazzola che lo fa burbero mentre tutti sanno che ha un cuore d 'oro. I Chukini (pronuncia «ciuchini ») ~Ii vogliono un gran bene. Vicino a lui si sentono pi~ buoni e sereni. Nelle sue attività apostoliche P. Airaldi è un vulcano in eruzione, Ovunque si proietta con la sua vec- chia moto, per portare a tutti la sua parola e la sua opera col messa~~io di Gesù. La chiesa, P. Airaldi l'ha so~nata una dozzina d 'anni. Quante economie, quanta attesa, quante rac- colte tra i suoi poveri cristiani. A pensarci ora, ad opera compiuta, Padre Airaldi si stupisce come, con tante preoccupazioni, con gli anni in cui la fame colpI crudelment~ 1<1 sua zona, col lavoro quindi decu- plicato per aiutare tutti, non gli sia venuto un infarto, Lo ha evitato la sua gran fede in San Giuseppe, e l'aiuto di P. Centa e di Fratel Co- stardi, il coadiutore che costrui la chiesa. I rotocalch i rigurgitanti di pette · ~olezzi non hanno spazio per que- ste reaHzzazioni missionarie. Ma a girare un fotoromanzo sulla costm- zione della chiesa di Chuka ci sa- rebbe da conquistare ogni genere di pubblico. P. Airaldi cominciò col pellegri- nare in Italia, non sono molti anni., per raggranellare fondi per la sua chiesa. Continuò il suo pelle!{rina!{- gio da Mons. Bessone, Vescovo di Meru, per ottenere un Fratello Coa- diutore p~r la costruzione. Erano i tempi in cui i Fratelli lavoravano alla Cattedrale di Meru e non era facile con la chiesa madre ed altré chiese in costruzione, iniziare quel- la di Chuka. Finalmente Fratel Francesco fu disponibile e presto si videro le fondamenta, Da allora nel bel mazzo di atti- \"ità di P. Airaldi, quella della co- struzione della chiesa spiccò come una rosa in mezzo ad un mazzo di fiori modesti. I crist iani diedero al loro missio- nario il lavoro delle proprie braccia e la povera ma sincera cooperazione dei loro pochi centesimi. La chiesa costruita fu come il « così sia ", di un lungo salmo alter- nato tra p, Airaldi, P. Centa e coa- diutor F rancesco. Il se i settembre, ~dorno della benedizione. tutte le migliaia di Chukini gremivano il nuovo piazzale. Fu 41 più grande festival nella storia di Chuka. baol IIe"ufIl"'.. e ,.,tnt' di Jazz Per la festa della nuova chiesa P. Airaldi avrebbe voluto offrire a tutti gli intervenuti ... baci peru}!;ini, ma ce ne sarebbero occorsi molte migliaia. Nella' piena del suo cuore, effuse la sua parola di padre a quella massa di fì}!;li fatti cristiani da lui , battezzati dalla sua mano di apo- stolo. C'erano campane a festa quel giorno a Chuka, nei cuori e sul nuo- vo campanile. C'erano i pezzi gros- si, capi e sottocapi di tutta la zona. C'erano le autorità europee ed in- diane; i trenta Padri della vasta Dio- cesi di Meru, il loro Vescovo, Mons. Bessone, con il Superiore Religioso, P. Favara. C'era il movimento fe- stoso di dieci mila cristiani, le squa- dre di scouts che scorazzaV3no ovunque, il coro del Seminario gui- dato da P. Silas, le Suore della Mis- sione con Madre Teofana, tutte im- pegnate agli addobbi e al pranzo ufficiale. C'erano le migliaia di sco- lari , ansiosi di esibirsi nei giochi ginnici del pomeriggio, e bande di tamburi e gruppi di ragazze dei c1ubs femminili, Tra tutti , P. Como- glia, vecchio missionario, valido sol- dato che spese la sua vita sugli avamposti della chiesa e che fondò la missione di Chuka, torreggiava, sicuro come una fortezza , rievoca'n- do ai capi le prime vicende d ella missione. L'altoparlante alternava Ave Maria a commenti, mentre il Vescovo dopo la solenne ben~dizio ne della chiesa celebrava il primo pontificale nel nuovo tempio. Un senso vivo, quasi palpabile di devozione. Il solito tripudio di ver- de dalle cento sfumature e la casca- ta perenne di luce solare che si scio- glie in una policromia di cdlori men- tre carezza le foglie. Ptldre Aireldi, il ptlrroco, è un missionerio di sltlmpo tlnlico, con un/l berbelle che lo Ili burbero, mentre tutti unno che he un cuore d'oro. Sua Eccellenza nell'omelia parlò della nuova chiesa come il cent ro propulsore di una crist ianità in cam- mino. Disse che in quella chiesa, quel giorno rigurgitante di cristia- ni di Ch uka, c'era posto anche per le migliaia di pagani della zona. Of- fri a tutti un mandato: quello di guadagnare alla nuova chiesa quan- ti non la conoscevano ancora. Poche cose la gente di Chuka ha a sufficienza. Spesso man ca pe rsino l'acqua e un po' di granoturco. La sostanza della vita è la povertà. Di una cosa però abbonda: la g razia di Dio e l'ansia apostolica. La parola del Vesco'.-o cadeva come buon se- me su fertile terreno. P. Airaldi e P. Genta al confessionale offrivano ai loro cristiani il perdono di Cristo. Fratel Costardi, tra i suoi operai guardava al suo lavoro e se ntiva nella sua anima la gioia di aver of- ferto a Dio una nuova casa e alla Vergine la sua giovinezza missiona· ria. tra le file dei Fratelli Coadiutori.
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=