Missioni Consolata - Gennaio 1962
è universale e quindi per nuDa straniera presso nessun p0- polo. cosi è conveniente ehe in ciascuna nazione vi siano dei sacerdoti, capaci di guidare per le vie della salvezza i propri connazionali ... Dalla $ollecitudinè. per la formazione dei quadri diret· tivi delle chiese locali e delle necessarie isti tuzioni educa- tive, sociali e caritative, - sulle quali insistono le endcliche Rerum Eçclesiae (1926) di Pio Xl ed ElJolIgelii Pruecolles (1951) di Pio XII, - si passa alla attenzione verso i movi- menti indipendentistici, affinché su questa via si proceda in uno spirito di pace e di èomprensione recipro=a. " La Chiesa che nel corso dei secoli ha Jl:ià visto nascere ed ingrandirsi tante nazioni, non può oggi nOn ri volgere particolare attenzione all'accessione di nuovi popoli alla re- sponsabilità della libertà politica" (Ene. Fidel DorlUm, 1957). Questa sensibili tà all'evoluzione dei popoli di colore risalta maggiormente nella struttura de ll'ultima enciclica missionar ia, la Princeps Pastorurn di S. S. Giovanni XXIll . In eSsa un posto di capitale importanza é riservato al laicato dei paesi di missione, alla sua testimonianza e all'azione di esperti cattolici nativi" in particolare nel campo dei proble- mi e della organizzazione della scuola, dell 'assistenza so- ciale organizzata, del lavoro, deUa vita politica ... Il Papa, però, mette in guardia i cattolici n ativi e il loro clero, perché non si facciano" suggestionare dallo spirito particolaristico, da sentimenti di rnalevolenza verso gli altri popoli, da un malinteso nazionalismo cbe distruggerebbe lo realtà di quel- la universale cari tà che edifica la Chiesa di Dio, cbe sola è veramente cattolica,.. Come si vede, la situazione, rispetto ai pericoli del na- zionalismo, é capovol ta: ai tempi di Benedetto XV il peri- colo era nei missionari esteri, oggi lo può essere di più ne lle cbiese locali ... ma il pericolo rimane, perché il cuore uma- no ba gli stessi difetti presso qualsiaSi popolo. ARCOBALENO 01 PACE Di tutte le necessità de i giovani "SÌllti ex-coloniali , la pace e la concordia sono le più urgenti. Anche per questo motivo, tali popoli banno bisogno della presenza della Chie- sa. Lo affermano senza esitazione i dirigenti sia religiosi che politici dei paesi interessati . Due voci tra le tante. Mons. Giuseppe Malula, vescovo ausiliare africano di Leopoldville, la capitale del tormentato Congo, dichiara: "' La raggiunta indipendenza politica non è fine a se stessa, nè lo è l'indipendenza economica da con- quistare... L'una e l'altra devono servire a lla completa ma- nifestazione della personalità umana nel ri spetto della li- bertà di tutti. Accettando le responsabilità pubbli=he, i capi politici si sono impegnati a servire il paese ed a prOlnuo- vere il bene comune... Ma il popolo non domanda soltanto il pane del corpo, bensì anche il pane dell'anima: la verità e l'amore... Per q ues ta ragione vogliamo nel nostro Congo indipendente non soltanto dei tecnici, ma anche operai evangelici, messaggeri di pace, testimoni della carità ". Giulio Nyerere, leader nazionalista e capo del governo del Tanganyika indipendente, afferma a sua volta: " Dob- biamo imparare a cooperare per il nos tro bene comune. Non ci può eSsere vera cooperazione senza ri spetto per i nost ri simili... Intervistato due anni fa da un Padre di Mary- knoll, sulle relazioni tra la Chiesa e il futuro Stato, dichia- rava di non vedere difficoltà ne i loro rapporti e soggiun- geva: "Per conto mio, riconosco e apprezzo il lavoro che tutti i missionari hanno compiuto nel Tanganyika. Sarei lieto di dar loro tutto l'appoggio perché possano sviluppare in pieno la loro opera di bene". Queste due testimonianze ci sembrano di particolare va- lore, perché vengono da due paesi di situazioni opposte; il Con~o senza pace, il Tanganyika regno della pace interraz- ziate e politica. Due paesi, perÒ, nei quali la Chiesa ha svolto e sta svolgen do un'opera meravigliosa di apostolato e di educazione delle giovani generazioni . E' il migliure e logio, per essa, sent irsi dire necessaria per la pace e il henessere di questi paesi nei momenti così importallt i del passaggio all'indipendenza. Uguale riconoscimento é dato alla Chiesa e ai missio- Ilari dalla ma~gio ranza dei giovani Stat i. Significativi, da un altro punto di vista, sono gli stessi messaggi augurali che il Sommo Pontefice ha inviato a paesi africani in occasione della loro indipendenza. Ai cattolici della Repubblica del To~o, per la festa della Proclamazione dell'Indipendenza, il 13 aprile 1960, S. S. Giovanni XXIII diceva: .. I cristiani siano per i loro compa- triuti esempi attraenti di fedeltà a i doveri della vita fami- liare, professionale e civica! Ognuno si faccia premura di cullllbomre con tutte le sue forze alla prosperità della sua Patria, respingendo le illusioni delle quali la più ~rave S{I- rebbe quella di credere che l'indipendenza politica risolva tutte le difficoltà. Qualunque sia la vostra religione e la vostra appartenenza etnica, più che mai è necessario che viviate da buoni cittadini, che abbiate la consapevolezza delle vostre responsabilità polit iche e sociali, che fondiate solidamente la vostra comunità nazionale ... Ai presuH e ai fedeli del Congo, il 30 ~iugno successivo, manifestando la sua gioia paterna per la conquistata indi- pendenza, aggiungeva un presago invito alla preghiera per la pace della loro patria, "per l'instaurazione di una vera vita civica e politica, per l'unione e la fecondità delle fa- miglie, per la felicit à di ciascuno e per l'allontanamento di ogni male ... Terminiamo questa' documentazione sul pensiero e l'a- zione di pace della Chiesa a favore dei giovani Stati, con le seguenti parole p ronunciate dal Santo Padre 1'8 maggio 1960 nell'allocuzione dopo la consacrazione di 14 nuovi Vescovi missionari in S. Pietro: « A che vantaggio le attività missionarie, e la moltipli- cazione deJ(1i apostoli del Vangelo posti a servizio della ve- rità, della giustizia e della fraternità umana e cristiana, quando per la confusione parziale o universale degli uomi- ni e dei popoli , la violenza della oppressione dovesse arre- sta re la affermazione di ogn i diritto e di ogni possibilità di pacifica convivenza?-. Di fronte aUa multiforme opera di elevazione sociale e culturale~ oltre che religiosa, perseguita con costanza e sa- crificio dalle Missioni, come suona inconsistente e poco in- telligente l'affermazione di uno scrittore comunista, l'on. Velio Spano, ci rca una pretesa" funzione addormentatrice del cattolicesimo attraverso !'impiego massiccio delle mis- sioni,.. (Cfr. Risorgimento africano, Editori Riuniti, 1960, pago 101). Come abbiamo visto, !'impudente dichiarazione é smentita dai fatti, e dagli stessi dirigenti dei paesi inte- ressati. E', invece, vero che " la Chiesa di Cristo. e con essa quanti ne condividono i palpiti di universale carità, é sem- pre presente dovunque si maturano le sorti dei popoli, do- vunque si lavora e si soffre. Non é nata ieri. Da venti secoli essa vive e combatte non con le armi della violenza, ma con quelle della carità, della preghiera e del sacrificio ... Con queste armi il missionario coopera al progresso e alla pace delle popolazioni a lle quali reca il messaggio della fede salvatrice. P. Mar,:lo Bianchi, I.M.C. 11115510nl consolata - 17
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=