Missioni Consolata - Gennaio 1962

stretto: Unione Sudafricana, Liberia, Egitto sono i soli Stati indipendenti; il res to del continente è suddiviso in co- lonie inglesi, francesi, belghe, portoghesi, italiane, spagnole. Apriamo ora la carta poli tica mondiale del 1961: le differenze sono evidenti. L'Asia sud-or ientale si è libe ra ta dalla tutela coloniale ed ha visto ·sorgere nel volgere di pochi anni nuove nazioni: F ilippine 1946, India e Paki- stan 1947, Birmania 1948, Ceylon 1948, Indonesia 1949, Cambogia, Laos e Vietnam 1954, Fede razione Malese 1957. L'Africa nel movimento ant icoloniale ed indipendenti- sta ha battuto e sta tuttora battendo ogni record. Basti ricordare che in cinque anni (1956-1960), hanno conq uis ta to !'indipendenza 22 paesi africani, dei quali 17 ne l 1960, il vero" anno dell'Africa ". Il cammino de lla nuova Africa è continua to nel 1961, con la indipendenza de lla Sierra Leone (27 aprile), Camerun Inglese, Tanganyika (8 dicem- rbre). Le rimanenti aree coloniali non tarderanno a ricevere l'autonomia; cosi che a confro ntare la carta poli tica del- l'Africa 1962 con que lla di 20 anni fa, la si vede comple- tamente cambiata. Gli Stati non coloniali erano allora pic- cole isole nella massa dei colori coloniali ; oggi quelle piccole isole sono cos tituite dai terri tori non ancora indipendenti . Il colonialismo occidentale, iniz ia to con la scoperta del- l'America (1492), sta de finitivamente tramontando. II ponte politico-mil itare che per oltre quattro secol i ha unito l'Eu- ropa agli altri continenti, è diventato un or ponte di cristal- lo IO in frantumi. La sua totale rottura è stata segnata, q uan- do alla fine del 1961 l'ONU ha votato unanime una mozione afro-asiat ica che chiedeva la creazione di un Comitato di 17 paesi incaricato di suggeri re misure prat iche per porre fine al colonialismo. C'è soltanto da augurars i che il tramonto dell'epoca coloniale seppellisca si nell 'oblio dei giovani e vecchi paesi mutui rancori e offese, ma valorizzi il bene apportato da lla colonizzazione, mediante un a rricchimen to cult urale e sociale delle tradizioni locali delle nuove nazioni. Il - u Chie.. h. fiducia nei giov.ni St.ti , .. Ci piace esprimervi la"nost ra grande soddisfazione nel vedere aprirsi progressivamente le vie alla sovranità: la Chiesa gioisce e ha fiducia nella b uona volon tà che questi ~iovan i Stati hanno di prendere il posto che spetta loro nel concecto delle nazioni IO. Così si è espresso S. S. Giovanni XXIII nel messaggio ai cattolici d 'Afr ica, il ~iorno di Pentecoste 1960. Questa so- lenne a ffermazione "di soddisfazione, gioia e fid ucia, di fronte al sorgere dei nuovi Stati sovrani e al conse~uente t ramonto del colonia lismo. per lo. Chiesa sintet izza il pen- sie ro e l'azione di secoli , da quando praticamente è iniziata la vicenda coloniale. Il capitolo dell' incontro della Chiesa con le genti di co- lore, fra le quali normalmente si è sviluppata la domina- zione coloniale e l'az ione missionaria. contiene le pagine d'oro deJl a storia cris t iana: la Chiesa vi appare Madre, Mae- stra, Arcobaleno di pace per t utti i popoli . MADRE PER LA CARITA' Il cri stianesimo è una nuova creazione dell'umanità: chi entra ne l Regno di Cri sto, rinasce dall 'alto (Gio. 3. 3). E poichè nell 'economia de lla salvezza, tutto l' uomo - spi- rito e corpo, con tutte le sue attivi tà - è ricondotto a Dio, la evangelizzazione, insieme col dono della fede, reca a i popoli e agli ind ividui anche un miglioramento delle istituzioni di ordine temporale. La via maes tra per la quale avanza la Chiesa missionar ia nel mondo, è la cari tà; e il missionario, invia to della Chiesa, è il buon samaritano che si china sulla miseria delle popo- lazioni locali . Come non pensare agli e roismi di S. Piet ro Claver per i neri venduti schiavi in America? Al gr ido in- fuocato di Mons. Comboni «O Nigrizia O morte"? Ai sacri· Gci del Card. Massaia? Ques ti grandi missionari - e t utti )l;li altri innumerevoli che il ma,rtirologio della Chiesa mis- sionaria ricorda -=. hanno avuto un cuore di madre, il cuore della Chiesa madre. Essi han no amato l'Africano, l'Asiatico, l'Esquimese e q ualsiasi membro della comunità umana, per la loro d ignità di figl i di Dio. Se poi la bellezza di Dio era sfigura ta sul volto e nella vita di questi esseri , per miseria mate riale o morale - e spesso pe r sfruttamento da parte di popoli civili - prima curf dei missionar i e ra di togliere il velo che nascondeva lo splendore di Dio riflesso nello spi rito dell 'uomo. La realtà e la dimensione della carità missionaria si do· cumentano senza dHfìcoltà con cifre e statis tiche relative a lle opere di elevazione individua le e sociale , create da lla Chiesa nei paesi di missione. Pensiamo, per esempio, al- !'importanza che essa ha sempre dato alla scuola e a lla educazione delle giovani generazioni. Nei terr itori dipen- denti da Propaganda F ide si contano q uasi 60.000 scuole, con oltre sei milioni di a lunni! Da q ueste scuolè sono usciti molt i uomini politici della nuova Asia e de lla nuova Africa. Riguardo al Continente Nero in particolare, il bilancio può dirsi posit ivo. Gli uomini poli tici dell'Africa britannica, per lo più sono stati preparati dai missionari: cinque di que- sti capi , tra i quali !'irrequieto Nkrumah, Presidente del I Ghana, dai missionari cattolici e quattro dai prptestant i. Tut ti si professano credenti ed anz i due sono cattolici mili- tanti di valore : Silvano Olympio, Presidente de'Ila Repub- blica del Togo, e Giulio Nyerere, Capo del Tanganyika. Nell 'Africa di ispi razione francese, gli attuali uomini di Sta to, genera lmente, si fonnarono ne lla scuola pubblica: su tredici Pres ident i si contano otto maestri , e di questi tre- dici, otto sono cattolici, anche se non tutt i praticanti. mi ss ioni cOll5Olat. - 15

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