Missioni Consolata - Gennaio 1962
dei pusillanimi che pensano che l'impresa sia pazzesca. Naturalmente. e subito. l'Opera e la stessa persona della signorina Jadcot \-engono bassamente e vigliac- camente attaccate con ogni mezzo dalle solite forze anti-sociali e anti-umane dell'egoismo, del sospetto. dell'invidia, dell'odio, della sopraffazione. L'officina fallisce e Paolina-Maria viene distrutta... Ah fratelli , so io chi sa accettare le croci le più pesanti e portaIlie con amorel La signorina Jaricot )O: codeste son parole del Curato d'Ars, che aveva approvato incondiziona- tamente e benedetto le iniziative della sua discepola e sorella spirituale, di cui gli storici raccontano la reci- proca collaborazione caritativa. L'intuizione geniale della signorina Jaricot attinge- va dunque a lla più pura fonte, quella della carità del cristianesimo antico. Preservare la fede in chi nella fede è nato, propagare la fede in chi ne è privo, per lei non comportava contrasti ma solo una grande realizza- bilità. Per il primo Sne una intensa vita di preghiera comunitaria; per il secondo un ininterrotto plasmare una vera coscienza apos tolica, cioè missionkria. vivida, e sensibile nel gran corpo dei cristiani, spesso cosi sin- golarmente e irrecuperabilmente assenti dall'azione co- mune; e poi aiutare col sacrificio concreto le missioni. Oggi possiamo dire che si va ampiamente realizzando il desiderio di Paolina-Maria: nella cooperazione mis- sionaria, oltre le Pontificie Opere Missionarie, gli isti- tuti laici maschili e femminili sono una delle speranze fondate della Chiesa e formano cooperatori di prim'or- dine. Non cosi ancora purtroppo per la coscienza missio- naria di massa, cioè diffusa e vissuta, dove occorre tut- tora un assiduo lavoro di generazioni, che deve svilup- pare un concetto fino alle ultime conseguenze: la fede, dono dello Spirito di Dio neUa carità, va vissuta in co- munione con Dio e in comunione col prossimo. dunque anche nella unione sotto la Croce con chi ha perduto Dio e disgraziatamente - ma forse anche per nostra colpa - Dio non ha mai conosciuto e posseduto, Pautine-Marie Jaricot dopo anni di angosce mori il 9 gennaio 1862 in quella Lione cristiana che aveva visto le sue realizzazioni, che aveva ospitato molti Con- cili, che già nei tempi apostolici si manteneva in comu- nione coi cristiani di Gerusalemme e che aveva dato a lla Chiesa e alla Francia martiri senza numero. Alla morte della signorina Jaricot si apri il processo canonico, subito esaurito in sede diocesana positiva- mente quanto alle vir tù eroiche. Oggi la Serva di Dio si avvia alla Beatificazione, che ogni anima apostolica si augura non tardi ancora: .: piissima donna .. l'ha pro- clamata ufficialmente Pio XI nella Rerum Eccle8iae del 28 febbraio 1928 (una delle cinque encicliche fon- damentali dell'età moderna sulle missioni), confermano do cosi il concetto che di lei aveva già espresso, deri- vatogli dalla lunga esperienza ed amicizia, il çurato d'Ars, che di lei era stato padre spirituale, incoraggia- tore e consolatore. La Scrittura dice che il Signore imperscrutabilmen- te rivela agli umili le grandi cose proprio mentre le nasconde ai superbi (Matteo 11, 25: vedi anche Matteo 13, Il e Sapienza lO, 21 ). I grandi misteri del regno di Dio sono stati svelati a Noè, ad Abramo, a Mosè, a David, ad Isaia che erano umili. Come lo sono i due più grandi dei Patriarchi, il Battista e Giuseppe, e i martiri, E come in modo supereccellente lo è Maria, la più alta tra le creature, Lo Spirito Santo dunque spira e sceglie i suoi stru- menti intelligenti , liberi e vivi tra le anime più man- suete e più umili, quelle in cui più fruttuosamente si manifesta la cooperazione effìoace del Padre con le crea- ture: sarà uno degli Autori Sacri della Bibbia stessa, o un maestro spirituale, o un santo, o un apostolo, come Pauline-Marie laricot. Dove la divina scelta cade, s' ac- cende come un gran fuoco e le faville arrivano ai quat- tro angoli della terra. . Pro/. Tonllllalo Ff'duici
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