Q * * * 6 maggio 1905. « Quale i fioretti del notturno gelo « chinati e chiusi, poichè il sol gl'imbianca « si drizzan tutti aperti in loro stelo -cosi il mio cuore alla luce ed al tepore mistico del caro maggio, si è ritemprato a novelle speranze. E la nostra mamma, Maria 181 o «Nel villaggio, sebbene assai grande, non · trovai che mia donna con pochi raga~zi: - Donna, stai bene?-Si, sto bene-Dov'è il capo? voglio salutarlo: è mio atp.ico. - Il capo è andli.to via; sono andati via tutti, lon~ano.- Anche il malato?-Che malato? - Si, il malato grave che io sono vehuto a curare.- È inutile curarlo. - Perchè inutile? Le ragitzze akikùin prima di recarsi al lavoro nei campi, e la sera nel ritorno, passano invariabilmente a salutare le suore della ·missione (Da_ ist. del P. Pe~·lo). Consolatrice, mostra di volerlè realizzare. ~~ Stamane in un villaggio potei fare il catechiflmo ad un bel numero d'uomini: fu uno di quei catechismi che mi lasciano il cuore con- / tento, perchè appaiono subito f~uttuosi. Uno dei risultati immediati fu la confidenza fat-~ tami da alcuni miei uditori di cosa che in generale si tiene nascosta: mi dissero, cioè, -che in un villaggio poco discosto, s~lla stessa . collina, v'era un malato gravissimo, in pe· ~ ricolo di morte. Compresi subito la portata della notizia, perciò salutati in fretta i miei uomini, mi avviai al luogo indicato. Dopo quatche tergiversazione, messa risolutamente alle strette, la donna rispose:, - L'han già portato nel bosco, e, se non è morto, sta morendo, - Lo voglio vedere: accompagnami subito da lui. - È inutile, ti dico, non parla più..... - Non fa nul!a, ho qui una buona medicina..... spicciati, andiamo.·- Poichè sei tu, il patri, và pur~ ..... io.non ci vengo.- Bene, insegnami solo la via. 1- La donna mi additò un gruppo d'alberi.- Il sentiero?-Dietro quella capanna. « In un:a corsa, insieme col ragazzo che mi accompagnava, siamo giunti. Un giovane del- ·
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