,, l 162 Q= \ noscere i fatti che la. precedettero e le con- ., ,seguenze fa_vorevoli che avrà -sull' avvenire delle nostre stazioni; Amiamo ripeterlo: i le~ tori 'del perioà.ico appartengono alla famiglia dei" missionarii,·legati con questi'dai vincoli soprannaturali della ftlde; e come con essi partecipàno ai me~i ti dell'apostolato e' alla gloria della civilizzazione, così -nei giorni di letizi'a - debbono 'godere delle gioie comuni. Fonda.:eione dell'Istituto .:... Scelta del campo ' aposto.lico - Tirocinio. ' " Da quanto narrammo nel 1900 e·1901 su - queste c<!lonne, i lettori già conoscono l'ori- ~ 'gine .dell'Istituto della Consolata per le mis· · sioni estere: sanno pome iÌ nostro amato·Rettore, can.cò Allamano, ne meditasse da'lunga data la fondazione, e .fin dà~ 1891 fosse ripetutamente sollecitato ad attuarla dall'Eminentissimo Cardinal Simeoni di v. m., al quale aveva •umiliato copia del regolamento della medesima; come infine, dopo ritardi dipendenti da cause estranee, venisse iniziata questa istituzion~ nel-1900, coll'incoraggiamento dell'intiero · Episco'pato subalpjno. - Per la preparazionè prossima dei primi soggetti entrati nell'Istituto, occorre;a naturalménte sapere di quale'·località avrebbero ' l intrapre~o l'evangelizzazione, a fine di studiarne la li~gua e procurarsi le cognizioni, come· le provvigioni, neQessarie per recarvisi. Le aspirazioni del nostro fondatore erano· allora~ come lo sono oggi;- per l'Africa: questa sfì:nge'misteriosa, più ·che apertasi, penetrata per forza e cosi rapidamente dagli esplot:a· ·tori ~oderni, e dimostratasi cosi' ricca di messe d'anime ' cui il raggio de1la fede mai· non aveva brillatò.•,Ma·per l'odierna pratica delia S. Congregazione di Propaganda, non può esser concessa ad alcun nuovo Istituto .una regione da evangelizzare, se pritnl). i suoi missionarii non abbiano fatto un sufficiente tirocinio in missione alla dipende~za di qualche Vicario Apostolico.' Questa disposizione è ragiçmevolissima, poichè dà modo di vedere se - il nuovo Istituto è veramente stabile, se ha sufficienti,mezzi (personale per poter sost~- , ' . " ' O _ nere da sè una missione, è permette, infine, ai nuovi missionarii d'abilitarsi e all.enarsi alla vita d'apostolato ,sotto l_a direzione e l'insegnamentò di più provetti.. La durata d!3l tirocinio varia naturalmente caso per caso; mà. di. regola è piuttosto lunga, poichè per aver una prova della stabilità e potenzialità di un nuovo.Istit•to, è necessario che per parècchi anni questo sostenga i missiona,rii già partiti, ne invii dei nuovi, e quelli da parte loro si dimost~ino capaci a « far da sè :». Anche il nòf;!tro Istituto dovette quindi assoggettarsi a questa regola generale. \ L~ ricerca della località per il tirocinio fu oggetto di lunghi studi e numerosi tentativi. ·E poichè il nostro Istituto mirava all'evangelizzazione degli infedeli primieramente. nell~fr:ica equatoriale, occorreva che 'i nostri missionarii facessero il loro tirocinio in paesi che, per popolazione, clima e genere, di vita, si avvicinassero il più possibile a quelli in cui avrebbel:._o dovuto, in seguito, rlefinitivamente insediarsi. Appunto in quei giOrni erano giunte in Europa notizie su un nuovo paese, la cui esistenza, per cause particolari, solo allora si veniva a conoscere: - il Kikùiu - e questo essendo incluso ·nel Vicariato Apostolico del ZaiJguebar settentrionale, si rivolse subito dimanda - a mezzo .dèl Console generale italiano a Zanzibar, cav. Pestalozza - al Vicario Monsignor Allgey~r; affinché volesse ammettervi i missionarii della Consolata per compiervi la necessaria prova richiesta dalla Sacra Propaganda. ' La nostra richiesta, per circostanze che già esponemmo nell'ultimo periodico, non poteva giungere in momento piìi opportuno. Ben presto si vide chiaramente come la Provvidenza avesse tutto disposto, affinchè quei magnifici paesi dovessero venire alla luce della fede e alla civiltà per mezzo dei missionarii della Consolata. Infatti la domanda fu accolta favo~evolissimameri.te, Eld il Vicari~ si chiamò ben fgrtunato di avere i nostri come coadiutori, in regioni dove l'opera del missio· nario cattolico si imponeva urgentemente, se si voleva prevenire l'invasione dei p~;otestà.nti:' ' ,
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=