l§· eof1SO(ata 175 ':eliG=="> 5 iBlt in quella lontana terra americana, in una ~ corsa testè fatta in Italia per .i suoi interessi, si fece un dovere ed una gioia di visi -tare il santuario. Dopo aver fervorosamente pregato davanti alla taumaturga effigie della i Consolata, passò alla sagrestia, richiedendo -con santa premura 'la pubblicazione della .seguente grazia da lui ricevuta, ed a ricordo o corpo di' quattro dei caduti; due, più disgraziati ancora, rimasero cosi impigliati tra le zampe dei cavalli che se ne liberarono con difficoltà; anzi il Campana, il quale guidava, fu trascinato per buon tratto di strada. Grande, èome ognuno può immaginare fu lo spavento dei bravi lavoratori, però fu questo il più grave ma_le loro incolto: il secco, della quale presentò un quadro votivo che qui riproduciamo. _ Una sera il Campana tornava dal lavoro con cinque compagni: tutti sedevano discorrendo tranquilli sopra un carro tirato da due cavalli. Ad un tratto il veicolo si rompe l inaspettato colpo sul duro suolo e sui sassi della via, le ruote del pesante veicolo, e più ancora le zampe de1 cavalli infuriati, specie per il Campana che ancora ne fu trascinato, avrebbero potuto, essere causa di morte o e si stronca-presso le sbarre. Il peso delle persone, che sedevano quasi tutte sul davanti, fece pendere bruscamente il carro da questa parte, sicchè tutti si trovarono d'improvviso sbalzati a terra tra le gambe dei cavalli, i quali imbizziti si diedero tost? a ~ corsa sfrenata, trascinandosi dietro con gran furia e di sgimbescio jl carro, che teneva ancora da un latò. Le ruote passarono sul \ almeno di gravissime lesioni interne e di esterne ferite. Invece tutti uscirono incolumi dal pericolosissimo, terribile incidente, il che attribuiscono all'essere tutti devoti della Consolata, della quale- come moltissimi dei nostri buoni emigrati ·- venerano la santa effigie nelle loro c~se, a Lei affidando la cura della loto te~porale ed eterna salvezza.
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