132 }11 eoflSO{ata rono ben sette giorni; ma a forza di rega· lucci e promesse, poterono trovare alcune guide pronte ad acc~mpagnarli per la via di ·Naivàsha: una via. ardua, montagnosa e pericolosa per i molti elefanti, sui sentier.i dei quali si doveva camminare;. ma sicura, almeno per parte degli uomini, perchè deserta. Il giorno della festa della Consolata, 2o giu~ gno 1902, segna l'arrivo dei nostri a Naiv!isha; un gran lago giacente ai piedi dei contrafforti delle famose mo~tagne che se· parano il Kikùiu dal resto del mondo; ed n: 28 sera, dopo giornate di marcia fatico· sissima, mettevano piede nel vero Kikùiu, installandosi nella ·sua' càpitale, Tùsu. · Ai lettori recherà forse meraviglia questa sçarsità di notizie sul paese in cui i nostri dovevan recarsi; tanto più in un tempo in cui la scienza geografica è così progredita. Ma è senza dubbio é_ ci piace constatarlo,- per una speciale disposizione della 'Divina Provvidenza, che questo bel paese, trovandosi scartato dalle strade carovaniere, fosse conosciuto cosi tardi; ed in conseguenza re· stasse i:p.colume dall'invasione musulmana e protestante, per aprirsi poi solo al giusto momento in cui vi arrivarono i missionarii della Consolata. Appena nel 1885, quando l'esploratore inglese Thompson visitò il Kénya 'per ve·· dare se vi era realmente quella neve, la cui esistenza sotto l'equatore i geografi si osti navano a negare, e soltanto allora, si seppe che i piedi di quella grande montagna erano ' abitati. Ma il Kìkùiu, cosi detto dal 'nome · degli abitanti (o viceversa), fronteggiante il Kenya a sud e sud-o·qest, non fu conosciuto in qualche modo che due anni più tardi, cioè nel 1887, quando l'austriaco conte Teleki attraversava. nel bel mezzo quella magnifica regione dagli innumerevoli dorsali collinosi e ricca .di abitanti. Da allora non si ebbero altre notizie un po' precise: neppure quando il Dottor Peters ne attraversò un lembò nel suo viaggio alla ricerca di Emin Pascià; poichè non ne vide che !1-na parte minima, e non ne parlò che incidentalmente, . come di un magnifico e popolato paese. p Aacora nel 1895, quando il Foreign Office di Londra prendeva la diretta amministra· zione sull'Africa Orientale Inglese, questa ·regione continuava ad essere praticamente inesplorata, e solo confusamente conosciuta nelle sue grandi linee. Però nel corso della costruzione della ·ferrovia dell'Dganda, la quale da Mombasa mette capo al Victoria Nyanza, un tratto di questa linea venne radendo il Kikùiu a sud-ovest, e la necesSità. di procurare viveri pei 25 mila indiani ad· detti ai lavori fu.causa che qualcuno penetrasse nell'interno ldel paese, in seguito ad informazioni avute daMas!lai, i quali assicuravano che nel Kikùiu era possi~He trovare vet- -tovaglie abbondantissime, grazie alle molte. tribù di agricoltori che vi abitavano. E difatti colle forti quantità di viveri che fu possibile ' incettare ed asportare, giunse pure )a notizia. della numerosa popolazione: in conseguenza. il geverno inglese, due mesi appena prima. che giungessero colà i nostri, faceva del Ki- .\l:ù~u una provincia autonoma, col titolo di Kénya. Operazione, però, fatta - in quei gior11-i - soltanto sulla carta; non essendo· possibile delimit'àre confini, quando nessuno· avrebbE\ sapu"t9 ove collocarli per mancanza delle necessarie cognizioni ·sulla ·configurazio~e di quelle località.. ' / Ecco il :n:tomento scelto dalla Provvidenza, ed il paese nel quale Essa aveva guidato- - e da tutte le .circostanze si pilò dire che aveva voluto-· i missionarii della Consolata. , Umanamente parlando, quell'avventurarsi quasi incoscientemente in un paese sconosciuto, o meglio, cot;l.Osciuto appena per queL tanto che avrebbe servito ·a tenerne lontano qualsiasi europeo con scopi diversi da quello· di predicarvi il Vangelo, parrebbe un'audacia. inconsulta. Qu~l penetrare fra tribù selvaggie del centro dell'Africa, vergini di contatto civile,, circondate anzi dalla fama di guerriéri terribili e odianti il bianco in base alla loro teoria di Monroe d'èsser liberi 'ed indipendenti a casa loro, sembrerebbe quasi un aver voluto tentar Dio. , Eppure si chiarì presto che la mano di Dio aveva tutto guidato; ed ormai circa tre,
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