130 llt (20f1SO(ata l . . denzione a quelle povere anime. E no1 piemontesi dobbiamo sentirei orgogliosi di essere stati scelti a questo sublime ministero d'apostolato, a continuatori delle gloriose tradizioni dell'Italia, la q~ale se ?egli antichi tempi dominò il mondo con le armi, continua ora a guidarlo colla luce che irradia dalla cattedra di .S. Pietro. Fin_dai primi loro passi, la pr:_otezi(nìe della Consolata si fece sentire- e spesso in modo veramente miracoloso - sui missionari par-· titi sotto i di Lei auspici, e continuò poi sempre ad essere loro di guida ed aiuto; tantochè - con un risultato insperato - una rapida espansione caratterizzò il periodo iniziale di queste miss}.oni.,Le difficoltà e le con tr~ddizioni non ~ancarono - .ed essendo ' opera di Dio non dovevano mancare -; ma a nostro conforto, sempre e dovunque, nelle ore tristi o nelle gravi dijficoltà, appariva la mano materna della nostra Patroria. Quando più si addensavan le tenebre, ecco improvvisi raggi di luce irrompere a squarciarle; se talora le difficoltà. par~vano I).Ccumularsi, ingigantire, ad uh dato momento si S<J..u.agliavano, come al sole equatoriale si sciolgono in mezza gior nata le 'nevi, di cui il freddo notturno ha imbiancato i fianchi poderosi del Kénya. Fidenti in q!!est~ celeste protezione i nostri missionarii seguiterann~ animosi le vie che la Pro~ videnza va loro indicando. E poichè, .Purtroppo, sono giunti i giorni in cui i pro- 'testanti cercano insistentemente di penetrare ,nel futuro ovile di Gesù Cristo per ' seminarvi l'errore, !l ciò fanno proprio. nel tempo in cui un consolante movimento di quegli indigeni va accentuandosi verso la religione, s'impone il' dare alle missioni un nuovo e vigoroso impulso. Quindi sia per i necessarii accordi, ~ia per esser messo verbalmente al corrente dell'incremento e dei bisogni delle missioni già stabilite e di quanto .occorra per le nuove fondazioni, il nostro Rettore invitava il teo-. logo Perlo - partito co~ la prima spedizione - a venire in Italia. Questi,·rlopo una rapida ispezione a tutte le stazioni di mis· sione, a fine di constatarne de, visu gli ultimi l' progressi e poterne coscientemente riferire al suo ~uperiore, si imbarcava a Mombasa col Lloyd austriaco, giungendo a Torino ,il 28 del p. p. lnglio. Era la prima volta che le notizie dell'Africa equatoriale ci erano portate a viva voce . . È interrogando e discorrendo che saltano fuori i minimi particolari di quella vita primitiva, gli usi e costumi di quei ' popoli, il .lavoro attivo e ininterrotto ·dei nostri" nell'apostolato: cose. tutte ·che, per lettera, era appena possibile conoscere .in modo sommario. ·Poichè, colà, si vive cosi intensamente, le occupazioni più disparate si succedono in modo cosi vertiginoso, che il tempo vola, 'ed ai missionarii paion sempre minuti rubati al loro lavoro, quelli che debbono impiegare a scrivere altre notizie aH'infuor,i delle stret· tamente necessarie. I nostri lettori gra·diranno senza dubbio di esser messi a parte del piacere/ da noi provatq alle buone nuove che dall'Africa ci furono recate. Sono le gioie di famiglia: e poichè i nostri lettori appartengono ormai realmente alla fl!omiglia dei missionarii - per l'affetto e per ,l'aiuto che loro portano - essi hanno ben diritto di parteciparvi. Non intèndiamo - nè ci sarebbe po~sibile in un articolo di periodico - di fare una storia completa dell'operato dei nostri nell'Africa: è appena un quadro sinottico quello che presentiamo; un sunto della relazione al Rettore, ma sufficiente - speriamo - a dare un'idea chiara dello shto attuale di queste missioni. Da Nairobi a T ùsu Alla ricerca di Karòli - '"Quanto.ci volle per conoscere il Ktkùiu -Importanza d'arrivare al momento giusto-. La pruden~a umana smentita dalle disposizioni di Dio - .Il ten·ibile dilemma per il Kikùiu: o cattolico, o protestante - Tagliati fuori dal mondo civile! Nel giugno 1902, dopo oltre un mese di viaggio, il .primo drappello dei ·missionarii dell~ Consolata giungeva a Nairobi (Africa equatqriale): una città che pareva sorge~e allora dalla terra. come gli Aborigeni degli antichi tempi; ove qualche d'ozzina d'europei e due o tre.migliaia d'indiani si eran prov-
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