l J.E 8of}so(ata 159 do.vettero rifugiarsi nelle capanne di persone amiche, ed i loro parenti, derfib~ti e percossi; due delle più importanti del paese, legate ed imbavagliate furono tenute sospese al fumo di un rogo di legna verde ; ma tutto inutilmente: esse resistettero con la costanza e la fortezza dei martiri. Molte, con quelle pelli,' èhe loro servon di 'abiti ridotte a brandelli, e con le membra coperte di lividltre dalle percosse ricevute accorsero . a cercar protezione alla missione; per nulla scoraggiate, insistendo anzi per aver un'altra medaglia da sostituire a quella che con la violenza era stata loro strappata (vedi in· cisione a pag. 157). In·quei giorni - è cosa di pochi mesi fa _:_ una loÙa suprema parve ingaggiarsi tra la nuova religione è l'immorale barbarie: la stessa medaglia fu dai persecutori messa al' bando; per quelle ragazze che la portassero furon pubblicate pene speciali, e·nessuno più" doveva recarsi presso i Patri. Ma i nostri missionari erano ormai troppo forti nel paese; tutte le famiglie buone si schierarono con loro, contro quei malvagi. Le richieste di medaglie e l'affiuenza alla .missione aumentarono in modo stra~rdinario appena che essi - appoggiati dal governo inglese - ottennero che alcuni dei prepot~nti avversari fossero puniti ed obbligati ad ind6nnizzare abbondantemente le vittime. . · Da quel momento si ebbe una reiativa pace: parte degli stessi persecutori, spaveiÌ· tati dalla potenza dei nostri e impressionati dalla gran moltitudine dei loro compatrioti schieratisi con questi, van cercando di farsi amici del Patri. Ma la guerra non è finita, e ripiglierà. Nell'attesa, i mi:ssionarii - approfittando degli armistizi - cercano di' rassodarsi sempre più, e vanno preparandosi alle nuove lotte, non sappiamo quantò prossime e di qual 'violenza, ma gloriose senza dubbio e coronate alfine di vittoria. Perocchè la Consolata - ne siam c~rti - continuerà a benedire le Sue. missioni e quei cari indigeni, che alle prime prove del fuoco si sono diportati così valorosamente da far arguire che nella provincia, del Kénya i giorni dei trionfi vanno avvicinandosi, e che il Wakikùiu, una volta cristiano, rimarrà attaccato alla sua fede incrollabilmente. La breve persecuzione ha prodotto una· scossa generale nel paese; la popolazione, già preparata da due anni di predicazion'è della divina parola è attratta dalla carità e dolcezza dei missionarii, dimostra d'esser ma· tura per ricever la grazia divina che sola, discendendo in quelle anime, farà degli Akikùiu . perfetti cr~stiani. Il momento attuale è uno dei più importanti nella storia delle missioni del Kénya. Le nostre speranze si avvereranno presto? Se rivolgiamo lo sguardo al passato, al considerare quanto la Consolata ba fatto per quest'Opera, qualì divine benedizioni abbia h;npetrato su di essa, quanti ostacoli abbia infranti, il nostro cuore sussulta di gioia in -una confidente certezza. Ma essendo disposizione della divina Provvidenza che nell'opera di redenzione dell'n· manità anche l'uomo debba concorrere, è nostro comune dovere il partecipare a questa sublime ·missione in quel modo migliore che è a noi possib~le: la preghiera. È questa che. deve far discendere la grazia divina su quelle povere anime; clie ne pr~durrà una rapida" e perfetta conversione. Alla èari.tà, dunque,. dei nostri lettori noi domandiamo molte preghiere :,e con insistenza le domandiamo, affincbè Iddio dalle missioni della Consolata ab· biada esser glorificato, e la Vergine SS. alla série già gloriosa dei suoi titoli possa aggiungerne uno nuovo: quello di Regina del Kénya. La gran questione .... Da quanto abbiamo fin'ora esposto, i nostri l~ttori avranno potuto farsi un'idea, se non adeguata, almeno.approssimativa delle spese ingenti che sono.richieste dalla costruzione e manutenzione di una diecina di stazioni e
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