' l ]ll 8ortsolata 149 :epti, grazie ai ==isti indi;en:a;;lif!i n: .potesse :::::: gente, e trova: che sparsero dapertutto. un metodo di vita che stesse tra il selvaggio Un mezzo così potente per ottenere una ed il civile - si potè finalmente realizzare rapida conversione del paese non doveva un collegio, ·se non unico nel suo genere, essere trascurato; perciò i nostri missionarii molto strano però per chi lo consideri con decisero di iniziare al più presto un col- le idee di gente civilizzata. legio, ove, radunate 'alcune dozzine di gio- I primi mesi segnarono un penoso succevani scelti da tutte le stazioni fra i più dersi di alternative: speranze e sconforti. Lo scheletro di una casetta in legno (a.d. fot. del teol. Perlo) La casetta fu preparata nella stazione industriale e poi montata in altra stazione dai confratelli coadiuvati dagli indigeni. intelligenti ed affezionati, potessero con fre- et quenti istruzioni e scuole speciali abilitarli ~ all'insegnamento delle prime nozioni del ca· ~ techismo. Ma siccome debbono eziandio pra·~ ticare quanto insegnera'nno, e prAdicare non solo colle parole, ma anche coll'esempio, la scuola.non è sufficiente per abituarli all'eser- ~ cizio della vita cristiana: per questo è ne- l cessaria un'assai· lunga convivenza col missionario. Quindi dopo numerosi tentativi - alcuni coronati da successi, parecchi invece ~ seguiti da disillusioni - dovendosi studiare e provare quali attitudini al vivere di comuIl missionario D. Gays, ,che aveva lo speciale incarico del collegio,. dovette mettere in opera tutta la sua abilità nell'educazione della gioventù, e quasi esaurire la pazienza. Un bel giorno un.gruppo di giovani volonterosi giunge domandando d'esser ammessi in collegio. Erano accettati, ed essi si assoggettarono tosto con vero ardore alla nuova vita.· Ma dopo pochi giorni le scuole incominciàrono a stancare quelle teste non abituate a riflettere e studiare, la vita dei campi e dell'aria libera li suggestionava fortemente, ed eccoli in bloéco che domandano di partirsene.
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