146 Jl1 (2of)SO{ata O~z· .-~~--~··~~.a---.~~~~~~~.~~--~~--~0 laggi e queste si frammischiano con le cure agli ammalati. Si dà udienza a quelli che vengono a salutare o domandar consigli; si sciogliono le questioni che sono deferite; si presiede un'adunanza degli anziani; si partecipa ad una loro festa. ·Sempre e dapertutto si tenta d'infiltrare la buona parola; ai discorsi si framezzano lezioni catechistiche; le visite che si rendono non hanno altro sc0po che di poter parlar loro di Dio. È la vita continua di · ministero che si sussegue. ogni giorno, si ripete ogni ora. Ogni missione è centro di un movimento che si irradia per i villaggi circonvicini si estende alle tribù più lontane e scuote tutti. L'intensità di questo lavoro di ministero su cui non occorre dilungarci qui, poìchè risulta da ogni pagina della presente relazione, apparirà anche meglio da queste statistiche, desunte dai registri dellé varie missioni. Dal 1° luglio 1902 al 1° lu.glio 1905: Cure ai malati 70.912 (di cui 47.675 nelle stazioni e 23.237 nei villaggi). Villaggi visitati 37.826. Catecbisimi fatti 29.218 (non compresi 1 molti già fatti dai catechisti indigeni). Le stazioni ausiliarie La casa di tutti - I fratelli Bocconi in Af?•ica - Le comodità dei rnissiona?'ii - I macchinisti indigeni - Anche gU asini! - Sistema per triplicare 'il lavoro utile - I progressi degli Alcilcùiu: Affinchè i missionarii e le suore sieno completamente liberi di attendere alle opere del loro ministero, senza altre preoccupazioni o cure che rubino loro il tempo, alle provviste di viveri, alle costruzioni e manutenzioni delle case, a tutte insomma le occupazioni più materiali, nelle nostre missioni vien completa~ente provveduto per mezzo delle stazioni ausiliarie. Queste sono in numero di tre: Stazione procura. Stazione industriale. Stazione agricola. La prima si trova accanto alla ferrovia dell'Uganda. Ha per i)lcarico di accogliere le spedizioni di missionarii e suore che arrivano d'Italia, iniziarli all~ vita africana con passeggiate, piccole carovane ed esercizi speciali, ed alla vita di missione con la cura ai malati, visita ai villaggi in compagnia di personale· più an~iano, ed allo studio d~lla lingua indigena con la scuola e l'esercizio. Dopo un po' di tirocinio si organizzano le carovane; la procura .fornisce tutto il materiale da viaggio: tende, letti da campo, altari portatili, viveri; e si parte per l'interno: ciascuno va raggiungere la stazione' cui fu destinato, ove arriva non affatto nuovo della nuova vita. Tutte le merci spedite d'Italia, tutte le provviste cibarie acquistate o dall'India o Aden o Zanzibar, tutto quanto occorre a vestire, mantenere una cinquantina di persone in regioni dove non è possibile trovare una spilla neppur pagandola in oro, entrano nel magazzino della procura (vfdi incisione a pag. 1_41), dove vengono ridotti in pacchi di 30 kg. caduno per esser pronti alla spedizione, fatta, secondo il solito, a dorso d'uomo - unico mezzo di trasporto esistente - a quelle stazioni che ne abbisognano. Numerosi sac.chidiriso, farina, zuccaro, caffè, sale, stanno ammucchiati nell'attesa di esser inviati talvolta a più di una settimana di viaggio attraverso a montagne scoscese e vergini foreste. Vestiari, arnesi di cucina, arredi di chiesa, lucerne, cancelleria, un vero bazar insomma, o meglio un intero magazzino dei fratelli Bocconi, aggiunti vi i commestibili e combÙstibili, è sempre all'ordine per soddi" sfare le richieste delle varie missionl: il cui superiore non ha che da scrivere un bigliettino e saper attendere una quindicina di giorni: tempo occorrente all'andata e ritorno della carovana. Così se gli occorre qualche pezzo di mobiglio, un nuovo banco J:!.ella cappella, una sedia, un tavolo, gli basta scrivere alla stazio~~:e industriale. Questa, coi suoi laboratorii completi da falegname, fabbro, lattaio, ecc., è in grado di soddisfare subito tutte queste richieste; e quell'altare per la cappella, che avrebbe costato almeno 'una settimana di lavoro al missionario, senza riuscire un'opera
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