W eof1SO(ata 127 siglio fui in seguito trasportata all'ospedale di S. Giovanni in Torino, ove quegli egregi sanitari dichiararono che alla lunga pleurite da cui ero colpita, quasi inevitabilmente stava per aggiungersi la tubercolosi. Con tutto questo però io sentii ancora il coraggio di sperare, ma sperare nella bontà e misericordia di Maria SS. Consolatrice. Con viva fede mi rivolsi a Lei, ed a me si unirono con preghiere e promesse la mamma e le mie sorelle. Compiuto il terzo .mese_ dacchè mi trovavo all'ospedale, i medici vedendo oramai inutile ogni tentativo, mi consigliarono a lasciare quell'ambiente che. ritenevano a me nocivo. Infatti le mie forze scemavano di giorno in giorno. Fui condotta alla casa di S. Salvario, diretta dalle Suore della Carità. E qui, quando appunto lo stato di mia salute parve diventare più pericoloso e pressochè disperato, piacque alla Consolata farmi esperimentare come non sia abbandonato chi a Lei ricorre con fiducia. La febbre che m'aveva ripresa più forte, in seguito a reiterate, ferventi pre- . ghiere, cessò completamente; a poco a poco ricuperai le forze e dopo pochi mesi potei tornare in seno alla mia famiglia perfettamente guarita. Con infinita riconoscenza rendo pubblica tanta grazia, che mi portò.da morte a nuova vita. ANGELA AIME ». Coassolo Torinese. - « Dopo lunghe sofferenze che mi produssero una gravissima anemia, da una nuova malattia fui condotta · all'ospedale di S. Giovanni, dov.e fui sottoposta ad una operazione chirurgioa, dichiarata pericolosa nel mio stato di estrema debolezza. Pur tuttavia, coll'aiuto di Maria SS. Consolatrice a cui mi ero votata, ottenni insperato felicissimo esito. Senonchè, in breve si manifestò il bisogno di altra diversa e ben più grave operazione. Non ne ebbi il coraggio; tornai a casa, dove passai il tempo fra sofferenze, timori e pianti, giacchè il mio male cresceva, e già i dottori unanimi avevano detto non esservi per me un barlume di speranza che nell'atto operativo. Infine, per la gravità del mio stato, fidente nella Consolata a cui aveva incessantemente rivolte calde preghiere con novene e voti, tornai all'ospedale e mi rimisi nelle mani dei chirurgi, i quali però nutrivano ben poca fiducia di salvarmi per la sempre persistente gravissima anemia; io avevo una sola speranza: che Maria SS. Consolatrice guidasse la.loro mano. L'operazione delicatissima, pericolosa, riusci felicemente, cosicchè in breve mi trovai salva da ogni pericolo, e sulla via di una completa guarigione anche dall'antica mia anemia. Già indosso l'abito azzurro, su cui _spicca la medaglia della Consolata, che porterò per un certo tempo, cercando altresi di adempiere il più presto ed il meglio possibile tutte le promesse fatte nelle ore terribili della tribolazione e del pericolo di morte, il cui ricordo mi sarà un continuo stimolo a ·presentare a Maria SS. Consolatrice i miei ricono; scenti omaggi. RosA MIRETTI, Maestra». Torino. - \TIARENGO PIEJTRO, di Montemario d'Asti, si trovava nel nostro ospedale di S. Giovanni per subire un'operazione·grave e dolorosa. Il poveretto si votò alla Consolata con promessa di una messa, se egli poteva sopportare l'o·perazione e se questa aveva esito favorevole. Appieno esaudito, il Viarengo, dopo tempo relativamente breve, potè venire al santuario a ringraziare Maria SS , sciogliendo il suo voto. Torino. - « Oh Maria! a Voi sciolgo il mio voto e l'inno del ringraziamento. Benignamente ascoltando le preghiere che vi innalzai in un giorno di suprema angoscia, mi avete salvato il padre, il quale per un pericolosissimo vespaio ben poche speranze lasciava di guarigione. Ma a Voi votato, il carissimo infermo potè sopportare una duplice estirpazione del vespaio, con esito felicissimo e con grande, inesprimibile consolazione del mio cuore. BoAsso ANNETTA ». Sassi. (Torino) - La mia piccola Erminia, dopo un mese di sofferenze nella dentizione e già estenuata tanto da non poter più tenere eretto il corpicino fra le no!ttre braccia, fu colpita da bronco polmonite doppia. La mattina del venerdi santo 1903 lo stato della bimba era disperato; il suo visino terreo, gli occhi gonfi, il suo lamento con un fil di voce mi sconvolgevano tutta l'anima. Alzai gli occhi all'imagine della Consolata e addittandole la ereaturina mia, gridai a Maria SS.: Salvatela! salvatela!- Tutto il giorno non fu per me che un continuo invocare l'aiuto della Madre di consolazione, nella quale sola avevo speranza; e concentrando nello sforzo del cuore tutta la mia immensa desolazione, cercai di strappare la grazia alla Madonna, interponendo pure presso di Lei l'intercessione di S. Antonio da Padova. E la grazia fu fatta! Alle quattro del ' mattino la bimba si scosse dal letargo, poi prese a fissarmi con un pallido e breve sorriso: era salva, la mia Erminia! Ora la piccina si è rimessa completamente, e la mamma sua adempie il suo voto. RINA PASTORINI·POESIO. Castellamonte. - « Afflitta da parecchi anni da un grave incomodo, feci diverse cure,- sempre senza buon risultato. Nell'ottobre 1903 il mio male peggiorò cosi, che dovetti venire a Torino e farmi visitare da diversi dottori, i quali però, tutti concordi, mi dissero essere necessaria un'operazione chirurgica. Le mie figlie desolate, devotissime come sono della Consolata la quale già un'altra volta mi av.eva ottenuta la guarigione, supplicarono caldamente la Vergine taumaturga che anche nella presente distretta volesse salvarmi. La preghiera fu esaudita : malgrado il grave pe· ricolo che presentava, l'operazione riusci benissimo, e dopo pochi mesi mi ero completamente rimessa, in piena salute. Rendendo grazie vivissime alla Consolata, adempiamo alle fatte promesse. « GIUSEPPINA RUFFINQ ».
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