125 GQ~~~~~~~~~~~~~~~--~~~~Ga~~~~am~~~~~_.gg abituali, ed incominciai per loro un.catechismo tutto speciale, perché spero abbiano -a darmi <:onsolazioni e, quel ch'è più, grande aiuto nelle visite ai villaggi. Oggi per la prima volta ho detto il rosario con questi aspiranti catecumeni. Oh, quale dolcezza mi ~ette il sentirli pregare cosi bene: la Consolata ottenga loro la santa perseveranza! ». Da note posteriori di un mese circa, in- <:ominciano ad apparire i frutti del cate- <:hismo speciale agli operai, come delle cure spese intorno ai ragazzi di servizio della Missio~e. mirati, 'ma commossi. Quest'oggi però i miei uditori mi parvero più tocchi del solito; mi ascoltarono e mi interrogarono con una divozione grande. Perciò, parendomene degni, li prèmiai col condurli a vedere il grande Crocefisso della nostra cappella, come avevo loro promesso. Entrarono nella chiesetta e l vi stettero con un rispetto ed un raccoglimento esemplare, tanto che un missionario forestiero di passaggio in questa. missione ne ~ fu assai meravigliato. ~ «Lì, davanti al Crocifisso, ripetei che Gesù () vuole tanto bene a tutti gli uomini bianchi Catechismo del missionario ai giovani: delle Suore ali~ donne, che vagliano il miglio raa fotogr. del teol. Perlo;. Per ragione di spazio dobbiamo !imitarci ~ alle seguenti: ~ « Oggi al catechismo dei miei operai e giovanetti, che pregano già molto bene e co· noscono ornai il mistero della SS. Trinità, si trovavano pure alcuni altri uomini, venuti solo per curiosità. Il piccolo locale era di· venuto stretto cosi gremito di neri, attenti <:he era un piacere. Salito sulla mia cattedra, un rozzo scabello all'uso kikùju, recitammo o meglio cantammo tutti insieme il Pater, 1' Ave Maria ed un Oremus pro Akikùju e quindi, fatta recitare dai catechizzandi la lezione già imparata sul mistero della SS. Trinità, ripetei io per la seconda volta la lezione e poi la spiegazione 'sul mistero dell'Incarnazione e morte di N. S. Gesù Cristo, cercando di ben imprimerlo nelle loro menti. _ ~ « Noto che ogni1ualvolta parlo ai neri di questo mistero ne rimangono, non solo ame neri, e domandai se anch'essi volevano bene a Gesù. Risposero tutti di sì, qualcuno colle lagrime agli occhi. Intonai, e tutti meco can· tarono, il Pater noster; poscia, indicando il bel quadro della Consolata, spiegai chi fosse in esso rappresentata e cantammo l'Ave Maria. Non posso tacere che mentre additavo il Crocefisso e poi la Consolata, al vedere i volti commossi dei miei moretti, trattenni anch'io a stento le lagrime. Usciti dalla cappella mi si strinsero tutt'intorno, chiedendomi di condurli poi ogni giorno con me in chiesa a pregare. - Adesso che ho visto - mi disse uno dei nuovi venuti- voglio imparare bene quanto tu insegni e poi far conoscere a tutti gli Akikùju chi è Gesù Cristo». Dal diario di marzo togliamo questi altri accenni: «'Oggi ebbi una consolante prova del grande interessamento con cui seguono le
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