120 J1I eo.,so(ata ~Q.-.-~----~~~~--~·~a.--~~---oo trovò altro sollievo e conforto che nel ricorrere a Maria SS., unica consolatrice degli afflitti. Dalle sue lunghe stazioni appiè della taumaturga effigie ella certo trasse quella forza d'animo e quella nobile accortezza con cui, pur tra mille violenze ed insidie, seppe salvaguardare moralmente le ragioni del principe ereditario e l'indipendenza del Piemonte. E Maria .Consolatrice, toccata da questi atti di profonda pietà, rasciugò infine le lagrime dell'augusta signora e dei suoi sudditi. Per accordi felicemente conchiusi, nel 1642 si composero le divergenze tra Madama Reale ed i principi Maurizio e Tommaso, ed il Pie~onte cominciò a respirare dall'oppressione straniera. Giorno doppiamente festivo fu per i torinesi il 20 giugno 1648, in cui Carlo Emanuele II, unico figlio maschio su· perstite di Vittorio Amedeo I e di Maria · Cristina, avendo raggiunta. l'età legale, prese dalle mani di sua madre le redini dello Stato. Questo~ principe la cui nascita anch'essa, come quella del suo grande avo, fu attribuita a grazia. speciale della. Consolata, appena salito al trono mostrò di voler seguire nella divozione verso di Lei l'esempio antico dei gloriosi suoi antenati, nonchè quello dei suoi pii genitori. Particolarissimo segno di questa divozione fu quello che egli diede nel 1669. Avendo ottenuto con ardenti suppliche dall'intercessione di Maria SS. la perfetta guarigione dell' unico suo figliuolo, Vittorio Amedeo, già stimato dai medici assolutamente perduto, Carlo Emanuele II, con grande parata e solennità e con l'intervento di tutta la sua Corte, si recò all'altare della Consolata a fine di oflrirle un suo ex-voto, consistente in una statua d'argento del peso di 28 libbre, della grandezza. e grossezza. stessa del principe risanato. (Un'antico documento dice alta oltre un raso, cioè oltre 60 centimetri). Nella stessa. 0ccasione Carlo Emanuele II pubblicamente dichiarò con voto solenne di eleggere, per sè e per i suoi successori, Maria SS. della Consolata Protettrice della · Real Casa e .di tutti i suoi s· ati. E volle che questo voto fosse ricordato in un bellissimo Oremus, allora composto ed approvato dall'Autorità ecclesiastica., il quale, giusta l'incarico datone dallo stesso duca ai Padri cisterciensi della Consolata, da quel-tempo si' recitava ogni sabato dell'anno prima della benedizione del SS. SacramPnto. Frattanto, cessate le cause dolorose che lo avevano sospeso, riprese intorno all'altare di Maria Consolatrice l'amoroso lavorio che oramai non doveva più arrestarsi, ed a cui ogni futuro disastro superato doveva anzi accrescere lena e generosità. Il conte Flaminio di San Martino d'Agliè il quale, come suo primo ministro e fedele servitore, aveva largamente partecipato ai dolori di Maria Cristina nel tempo della reggenza, nel1659, in adempimento di speciali suoi voti, fece fare nuovi ornamenti fra gli intercolunni della cappella della Consolata, consistenti in fregi, puttini e cherubini di marmo bianco, lavoro che fu condotto a termine nel1662. Ora, prima di passare a dire della totale riedificazionè della chiesa di S. Andrea edella trasformazione della cappella della Madonna in vero santuario, dobbiamo dire una parola dell'antico edificio, desumendo i dati da un documento dell'epoca esistente nell'archivio del Sil.ntuario e intitolato: Attestazioni intorno alla forma e qualità della chiesa antica di S. Andrea, prima della ricosl1-uzione fattane dal1679 al1706. Fino a questa data, dunque; la chiesa di S. Andrea era a tre navi disposte da ponente a levante, e divise l'una dall'altra da tre pilastri che s'innalzavano da ciascuna parte della nava di mezzo, sostenendo il soffitto di legno di questa e le'volte in muratura delle navi minori. In capo alla detta nave mediana, al luogo dell'attuale grande apertura prospiciente la cappella sotterranea delle Grazie, stava l'altare maggiore, in legno, sopra cui vedevasi, sormontato dallo stemma di Casa Savoia, un pregevole quadro rappresentante la deposizione di Gesù dalla Croce. Nella navata laterale in cornu evangelii eranvi .cinque altari dedicati ai santi Carlo e Martino, a S. V.alericò abate protettore di Torino , ai santi Angeli, alla Consolata ed a S. Bernardo. Fra essi primeg-
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