Missioni Consolata - Luglio 1905

Ut 8of1solata 103 * * * Un giorno verso il finire del dicembre 1897, una dama dall'aspetto oltremodo distinto, sulla soglia della sacrestia del santuario, cortesemente chiedeva ad un sacrestano che volesse aprirle il cancello della cappella sotterranea delle Grazie. Il buon uomo, da poco assunto in servizio, in modo rispettoso ma reciso le rispose: Non posso, signora; il pubblico non è oggi ammesso nella cappella. - Egli è - soggiunse la dama, mostrandogli due ceri che teneva in mano - che io vorrei accenderli laggiù..... - Oh, per questo li dia a me - replicò il sacrestano -e vado ad accenderli subito dov'ella desidera, ma io non posso aprire la cappella a chicchessia: ho ordini precisi. - La dama che si esprimeva con un· po' di difficoltà in italiano, e che evidente· mente poco conosceva il dialetto piemontese, accennò co) capo che si sottometteva all'ordine addotto a ragione del rifiuto, e con quella certa esitazione di chi pensa al da farsi nella circostanza, s'avviava per tornare nel tempio, quando sopravenné un sacerdote. Egli ravvisò subito nella richiedente la Duchessa d'Aosta, che più volte già s'era fatta notare al santuario nei sabati, appunto per la cura sua di confondersi col popolo a pregare ed a ricevere la S. Comunione all'altare della taumaturga effigie. Presentate le debiti! scuse, si affrettò ad accompagnarla nella cripta. Giunti alla balaustra dell'altare delle Grazie, il sacerdote fe' atto di• ricevere le candele per accenderle. - No; no - disse con squisito garbo la Duchessa- debbo acCEmderle io stessa: ho bisogno d'una grazia molto, ma molto importante. Intanto che ella, eseguendo il suo proposito, fissava i ceri nell'apposito candelabro fra gli" altri che già vi ardevano, il sacerdote le allestiva in fretta, alla meglio, un inginocchiatoio, ponendovi un cuscino. Ma la principessa lo ricusò, e pro· stratasi sul nudo pavimento, volle rimanere cosi in lunga, solitaria preghiera. Quale era la grazia che con tanta umiltà e tanto fervore era venuta a chiedere alla Consolata la Duchessa d'Aosta? Passati nove mesi e mezzo precisi da quel giorno, S. A. diede felicemente alla luce un principino, allietando la casa ducale di una gioia da parecchi anni invano sospirata, e che si riteneva dovesse esserle per sempre negata. Finita la convalescenza, la Duchessa ri tornò al santuario, ridiscese nella cappella.

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